NUOVO CAMPO DI CALCIO, LA FOGNA! - MASIELLO CHE INTASCA 300MILA € PER SEGNARE L’AUTOGOL NELLA PARTITA PIÙ IMPORTANTE DELL´ANNO, DIRIGENTI E GLI ALLENATORI CHE ORDINANO DI TENERE “LE ORECCHIE TAPPATE E LA BOCCA CUCITA”, GLI SPOGLIATOI CHE ADOTTANO LA REGOLA DEI CLAN, TUTTI SANNO MA NESSUNO PARLA, I TIFOSI CHE ORDINANO ALLA PROPRIA SQUADRA DI PERDERE E SOCIETÀ CHE COMPRANO LA SALVEZZA A SUON DI BIGLIETTONI - ANCHE I NAZIONALI PEPE E BONUCCI SAPEVANO DI UNA COMBINE...

1 - "FECI QUELL´AUTOGOL PER 300MILA EURO" CONFESSIONE SHOCK, MASIELLO IN CARCERE IL GIP: FALSATO LO SCORSO CAMPIONATO

Giuliano Foschini e Marco Mensurati per "la Repubblica"

Sembrava impossibile, ma dopo il portiere che dice al centravanti dove calciare il rigore per essere sicuro di non pararlo nemmeno per sbaglio - Cassano a Doni in Atalanta-Piacenza 2011 - il calcio italiano riesce a cadere ancora più in basso: con un terzino che confessa di essersi fatto, volontariamente, un autogol, e per giunta in un derby decisivo per la lotta salvezza. Si tratta di Andrea Masiello, ex difensore del Bari ora all´Atalanta. Il "Thuram bianco", come lo definì un giorno Fabio Capello.

La partita in questione è Bari-Lecce dello scorso anno. Il Bari era già retrocesso. Il Lecce stava lottando con la Sampdoria per rimanere in A e affrontava i "cugini" alla penultima di campionato. Alla vigilia "emissari del Lecce" raggiunsero Masiello e gli offrirono 300mila euro da dividere tra quanti, nel Bari, avessero "giocato a perdere". Ne nacque una partita oscena, conclusa con quel capolavoro di autolesionismo calcistico che ieri ha sbancato su Youtube.

Capolavoro che è costato l´arresto ad Andrea Masiello. La procura di Bari aveva infatti scoperto tutto prima ancora della sua confessione, concludendo il primo dei tre filoni di una indagine parallela a quella di Cremona. Gli altri due filoni hanno a che vedere con il ruolo della criminalità organizzata e con quello delle società. Gli inquirenti hanno dunque ricostruito nel dettaglio meccanismi e protagonisti di quella piccola associazione per delinquere finalizzata all´illecito sportivo che operava in Puglia e che faceva affari con i "gruppi" di scommettitori nel resto d´Italia, su tutti quello di Cervia, lo stesso presso il quale si "serviva" Cristiano Doni.

Oltre a Masiello sono finiti in carcere Giovanni Carella (istruttore di palestra e ristoratore) e Fabio Giacobbe (attore, ebbe una parte in Manuale d´Amore 3). I due, secondo il procuratore Antonio Laudati e il pm Ciro Angelillis erano il braccio operativo a cui Masiello, dopo aver deciso quali partite "fare", affidava il lavoro sporco (consegna dei soldi, contatti con i giocatori, accordi generali).

Le carte raccontano la storia del finale di campionato del Bari dello scorso anno. Una commedia drammatica attraverso la quale viene descritto un quadro raccapricciante del calcio italiano, con società e calciatori interessati a far fruttare al massimo le opportunità offerte dai "biscotti" di fine stagione.

Le casse della società erano rimaste a secco, e quindi i calciatori del Bari provarono ad arrangiarsi da soli. A volte ci riuscirono altre no. Gli ultrà se ne accorsero e invece di protestare come fanno di solito gli ultrà decisero di approfittarsene, costringendo i propri "beniamini" a perdere un paio di partite in più così da poterci guadagnare un po´ di soldi. Una situazione completamente fuori controllo che ha finito per compromettere l´autenticità agonistica della stagione, interferendo a vari livelli sia nella lotta per la salvezza sia in quella per la Champions league: vinta la partita con il Bari, il Lecce ha infatti potuto concentrarsi sulla gara successiva, con la Lazio.

Non per vincerla, però. Ma per cercare di rientrare della spesa fatta per comprare Masiello & co per la gara precedente (e magari pagare pure i premi salvezza dei calciatori). E così - questo lo racconta l´inchiesta di Cremona - la partita con la Lazio è stata venduta agli zingari.

«Gli arresti di oggi non sono che un piccolo tassello di una inchiesta molto più ampia», spiega ad arresti eseguiti Laudati, lasciando intravedere altre nuvole nerissime all´orizzonte. Il riferimento è al ruolo della criminalità organizzata «da sempre attenta al settore scommesse» anche per le proprie «attività di riciclaggio» e a quello delle società di Serie A, «sulle quali sono in corso accertamenti». E dalle carte depositate si intuisce che nel prossimo capitolo saranno molti i club - Bologna, Sampdoria e Parma su tutti - a tremare.

2 - ANCHE I NAZIONALI PEPE E BONUCCI SAPEVANO DI UNA COMBINE
Giuliano Foschini e Marco Mensurati per "la Repubblica"

Il difensore che intasca l´assegno per segnare l´autogol nella partita più importante dell´anno. Fingendo poi una disperazione da attore del dopolavoro. I dirigenti e gli allenatori, quelli che insegnano lo sport, che ordinano di tenere «le orecchie tappate e la bocca cucita». Gli spogliatoi che adottano la regola dei clan, tutti sanno ma nessuno parla. I tifosi che ordinano alla propria squadra di perdere e società che comprano la salvezza. C´è tutto questo nelle 94 pagine firmate dal gip di Bari Giovanni Abbattista, forse le più brutte pagine del calcio italiano.

IL DERBY COMPRATO
È il 15 maggio del 2011. Al San Nicola si gioca il derby Bari-Lecce: i padroni di casa sono ormai retrocessi, i salentini lottano per la salvezza. Masiello viene avvicinato da un mister x leccese, («un amico del presidente Semeraro» dicono a verbale), che offre per tramite dei due "uomini di Masiello" un assegno da trecentomila euro per perdere la partita.

«Il sabato sera - racconta Marco Rossi al tempo compagno di squadra di Masiello - Andrea mi chiama in camera, in albergo. Eravamo gli stessi di Palermo-Bari, cioè oltre ad Andrea, io, Parisi e Bentivoglio. Lì sono arrivate due persone, amiche di Masiello. Dicono di offrire soldi per conto del figlio di Semeraro...».

L´offerta viene ufficialmente rifiutata ma non da Masiello che custodisce un assegno a garanzia di 300 mila euro. L´assegno non viene cambiato. Ma, dimostrano i tabulati telefonici, il 22 Masiello, Carella e Giacobbe sono tutti e tre a Lecce all´Hotel Tiziano, dove incontrano un misterioso signore «elegante, in giacca e cravatta», alto circa un metro e novanta, sui 35-37 anni. È questo personaggio che consegna loro, secondo i pm, 230mila euro. «Erano legati con le fascette» conferma Masiello. 50 vanno a lui, il resto agli altri due. «Lei ha avuto sensazione che fosse uno della società del Lecce?». «Sì» risponde Masiello.

L´AUTOGOL DELLA VERGOGNA
Masiello dopo aver negato di aver partecipato alla combine, con un fax inviato quattro giorni fa, quando si parlava di arresti, ha ammesso: «Voglio aggiungere che, quando il risultato era sullo 0-1, ho sfruttato un´occasione che mi si è posta per poter cristallizzare definitivamente l´esito di sconfitta per il Bari e per poter - quindi - ottenere il pagamento promessomi, realizzando così l´autogol con cui si è concluso l´incontro».

Per il gip il derby non è stato truccato per scommesse: è convinto che mister X sia una persona «verosimilmente gravitante nell´orbita del Lecce» che si sia mosso «per motivi di classifica» e che «per questa ragione ha corrisposto una importante somma di denaro».

GLI ULTRAS: "DOVETE PERDERE"
Una delle pagine più brutte di questa inchiesta è il verbale del capitano del Bari, cittadino onorario della città, oggi portiere del Bologna, Jean Francois Gillet.
Gillet: «(Gli ultrà) hanno chiamato metà squadra. C´era Masiello, c´era Donati, c´era Almiron, c´era diciamo tutti i più rappresentativi... Sono venuti prima della partita del Cesena e ci hanno detto: "Dovete perdere". E noi: "No, no, non esiste proprio"... Io sono andato da Angelozzi (ndr, direttore sportivo del Bari). Mi disse: "Tappatevi le orecchie e giocatevi la partita». Quello che abbiamo fatto. (...)

«Gli ultras - racconta ancora Gillet - ci avevano detto: "Siete ultimi, avete fatto questo campionato di... non vi è mai successo niente, non vi è mai successo niente, nessuno ha preso mazzate e cose varie, domani dovete perdere". E noi abbiamo detto: "No, non esiste". E allora hanno detto: "Va beh, da ora fino alla fine non si sa mai che cosa può succedere tu vivi a Bari, non si sa mai". Io ho detto: "Non esiste"».

IL RUOLO DI MUTTI
«Questa cosa - dice sempre Gillet - la dissi anche a Mutti, cioè la dissi ad Angelozzi e a Mutti, quando era successo».
Pm: «E Mutti che cosa disse?».
G.: «Dice: "Lo hai detto alla società?". Ho detto: "Sì, certo". "Niente, andiamo là a giocarci la partita, certamente". L´attuale allenatore del Palermo, Bartolo Mutti - che se le cose fossero andate esattamente così rischierebbe una squalifica per omessa denuncia - ha dichiarato ieri: «Se fosse tutto vero sarebbe una grande delusione».
Secondo Andrea Masiello le cose non andarono esattamente così come ha raccontato Gillet: «La partita l´ho fatta. Io, Carella e Giacobbe, abbiamo preso 20mila euro dagli ultrà la sera della partita. A darceli fu Bellavista».

BOLOGNA-BARI
È una delle partite truccate secondo la procura. Ultima di campionato, il Bari vince (quotato a 6,50) con un improbabile 4-0. A gestire la partita è il solito Masiello che contattata il difensore del Bologna Portanova, tramite Meggiorini. A Bologna vanno Carella e Giacobbe che gli fanno la proposta. Forse è proprio Portanova a parlarne con Antonio Benfenati, arrestato a Cremona e socio di Cristiano Doni. «Sì, sono venuti a farci delle proposte... Come si permettono... «, dice al telefono.

ALMIRON: «VI SIETE VENDUTI»
Il 21 dicembre una microspia nella sala d´attesa dei carabinieri intercetta una conversazione tra il ristoratore De Tullio e il factotum dei giocatori biancorossi Iacovelli. Raccontano di quella volta che Almiron (ndr, ora al Catania) aveva «rimproverato i compagni e a tutti gli diceva ‘vi siete venduti´!».

BARI-UDINESE E BONUCCI
Dice Masiello a proposito della gara con l´Udinese della stagione 2009-2010. «De Tullio (ndr, ristoratore barese) ci propose di alterare la sfida con un over. Ne avevo parlato, negli spogliatoi, con Belmonte, Salvatore Masiello, Bonucci e Parisi. Si erano mostrati disponibili. Salvatore Masiello telefonò a Pepe per tentare di coinvolgerlo nella combine, ma ci fu un rifiuto. Dopo il 3-3 sono andato nel ristorante di De Tullio per avere 8.000 euro, frutto della scommesse. Duemila li ho dati a Iacovelli». Bonucci ha spiegato ai pm: «Le dichiarazioni di Masiello sono assolutamente false. Nessuno mi ha mai parlato di combine. Non so assolutamente nulla di queste cose. Nella settimana della gara con l´Udinese fino al giovedì ero in ritiro con la Nazionale».

 

 

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