CAMERA CON SVISTA! ALTRO CHE POLEMICA SULL’AULA SEMIVUOTA: IL GOVERNO RISULTA ASSENTE ALLE INTERPELLANZE E DEVE SCUSARSI CON LA BOLDRINMAIER

1 - CAMERA: DEPUTATI PD, GOVERNO ASSENTE! SI SCUSI CON PARLAMENTO (AGI) - "La seduta della Camera dei Deputati per le interpellanze urgenti e stata sospesa per l'assenza del governo, non presente con nessuno dei suoi ministri, viceministri o sottosegretari. Dopo l'attacco fuori luogo del ministro Mauro, e opportuno che ora il governo si scusi con i deputati presenti". E' quanto dichiarano i deputati del Pd Michele Anzaldi, Matteo Biffoni, Marco Di Maio, Marco Donati, Laura Venittelli.

"Dopo le accuse del ministro della Difesa - spiegano i parlamentari democrat - telegiornali, giornali e siti internet hanno messo alla berlina i parlamentari per le assenze durante l'informativa sulla morte del capitano Giuseppe La Rosa in Afghanistan, ma era evidente che i deputati non potessero essere contemporaneamente in aula e nelle commissioni, convocate alla stessa ora. Ora e stato il governo a non partecipare con nessuno dei suoi membri a una parte della seduta sulle interpellanze. Dopo la polemica sollevata in maniera perlomeno superficiale dal ministro Mauro, e opportuno che il governo si scusi con il Parlamento", concludono i deputati Pd.

2 - CAMERA: GOVERNO SI SCUSA CON BOLDRINI PER STOP AI LAVORI
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - "Il ministro per i Rapporti con il parlamento e il coordinamento delle attivita di Governo, Dario Franceschini, ha telefonato al presidente della Camera, Laura Boldrini per scusarsi del ritardo di un quarto d'ora di un sottosegretario che doveva
rispondere questa mattina in sede di sindacato ispettivo".

Lo si legge in una nota, in cui viene spiegato che "con l'occasione, il ministro Franceschini ha anticipato al presidente di Montecitorio che chiedera che le risposte alle interpellanze urgenti avvengano, per poter meglio organizzare i lavori e la presenza del Governo, non a seguito delle sedute settimanali con votazione, ma in giorni ed orari fissi cosi come gia avviene al Senato e alla Camera per il question time".

3 - IL PASTICCIO DELLA CAMERA SEMIVUOTA: BOLDRINI AVVERTITA DELLA CONTEMPORANEITA' CON LE COMMISSIONI, MA E' ANDATA AVANTI LO STESSO
Mattia Feltri per "La Stampa"


«Mi consenta, signor Presidente, di non poter non sottolineare l'amarezza profonda, a fronte di quello che è accaduto, nel vedere quest'aula vuota». Erano da poco trascorse le nove di mattina quando il ministro della Difesa, Mario Mauro, chiamato alla Camera per l'informativa sulla morte in Afghanistan del capitano Giuseppe La Rosa, ha lasciato tutti di stucco. Un paio di deputati hanno applaudito: Lello Di Gioia, socialista del gruppo Misto, e Gianluigi Gigli, di Scelta civica, lo stesso partito del ministro. Zitta anche la presidente, Laura Boldrini. Chi non ha taciuto è stato Ignazio La Russa, predecessore di Mauro alla Difesa dal 2008 al 2011: «Vede, signor ministro, lei giustamente ha detto che c'è poca gente in aula; io ci sono abituato, non è una novità: le potrei dire che c'è poca gente attorno a lei, potrebbero esserci anche tutti i ministri, se fosse questo il metro, ma non ci sono i ministri, c'è solo lei e ci sono pochi deputati».

Com'è che gli uomini del Parlamento e del governo snobbano un momento il cui senso era stato ben espresso dal medesimo Mauro («la vita di Giuseppe La Rosa è quel fatto a cui siamo tutti chiamati a guardare se vogliamo comprendere un po' di più il nostro compito e il senso della nostra missione»)?

Mentre si diffondeva la più classica indignazione, in particolare del sindacato Cocer dell'Esercito, il primo scocciato chiarimento arrivava da Michele Anzaldi, deputato del Pd (ed ex braccio destro di Francesco Rutelli) con una lettera alla Boldrini: «Siamo stati convocati in aula alle 9 del mattino con lettera urgente e con un sms da parte dei capigruppo, ma si è lasciato inalterato il calendario delle commissioni. La contemporaneità di lavori non è stata comunicata al ministro e ha fatto sì che le sue ingiuste dichiarazioni sull'aula semivuota sono divenute i titoli di ogni media».

«In aula eravamo ottanta o novanta (stima confermata dai commessi, ndr), certo che sono pochi», ha precisato nel pomeriggio Roberto Giachetti, sempre del Pd, «ma francamente in genere si vede di peggio. E poi ha ragione Anzaldi, c'erano tutte le commissioni convocate». Nel frattempo la stessa Boldrini, che non l'aveva fatto in aula, confermava la tesi di Anzaldi cogliendo l'occasione di sollecitare «una diversa organizzazione delle attività».

E dunque, di chi era la colpa?
Nel pomeriggio, in Transatlantico, Renato Brunetta (capogruppo Pdl) e il suo vice Simone Baldelli raccontavano il piccolo retroscena: il giorno precedente, alla conferenza dei capigruppo, cioè il luogo nel quale si decidono fra l'altro i calendari dei lavori, il medesimo Baldelli aveva fatto presente che il mercoledì mattina sono convocate tutte le commissioni, da sempre. «Inoltre ho segnalato che le commissioni Estero e Difesa, sia di Camera che di Senato, si sarebbero riunite in seduta congiunta alle 14. E quella sarebbe stata la sede migliore per l'informativa sul povero capitano La Rosa».

L'idea di spostare l'informativa in commissione nasceva anche dalla constatazione che il capitano era già stato commemorato in emiciclo proprio martedì. Però veniva bloccata dal disaccordo dei gruppi di Lega, F.lli d'Italia e Cinque Stelle, che preferivano l'aula, intanto che, forse per inesperienza, il presidente Boldrini glissava.
Effettivamente tutte le commissioni erano convocate ma, alle 9.30, soltanto le commissioni Ambiente, Attività produttive e Agricoltura. Le altre undici dovevano riunirsi in orari compresi fra le 10.30 e le 14.

E allora? E allora un'ulteriore spiegazione la dà Girolamo Pisano, deputato a cinque stelle della Campania: «Non sono andato all'informativa perché la commissione Finanze, di cui faccio parte, era convocata a mezzogiorno ma alle nove eravamo riuniti per decidere come votare gli emendamenti che ci sarebbero stati sottoposti». Insomma, molti si dovevano preparare. E un deputato anonimo del Pd («non mi fate litigare col capogruppo») osservava che il tutto era stato organizzato di corsa e con un po' di leggerezza: «Ecco l'sms con cui mi si avvisava che l'informativa era stata fissata alle nove di stamani (ieri, ndr)». Gli è arrivato alle nove e un quarto.

 

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