“LONDONGRAD” - MENTRE CAMERON CHIEDE SANZIONI PIÙ SEVERE PER LA RUSSIA, LA GRAN BRETAGNA APRE UNA NUOVA INCHIESTA SULLA MORTE DI LITVINENKO, LA SPIA UCCISA CON IL POLONIO NEL 2006 - MA LONDRA NON PUÒ RINUNCIARE AI SOLDI DI MOSCA

Leonardo Maisano per “Il Sole 24 Ore

La tempistica è inquietante: nelle stesse ore in cui il premier britannico David Cameron chiede sanzioni più severe per Mosca, la Gran Bretagna decide di lanciare un'inchiesta pubblica sulla morte di Aleksandr Litvinenko, l'uomo venuto dal freddo che denunciò le pratiche dell'Fsb, riedizione aggiornata e corretta del sovietico Kgb. Un tradimento pagato con una dose di polonio che secondo Londra gli fu dispensato nel centro della capitale inglese dall'ex collega Andrej Lugovoj.
 

LitvinenkoLitvinenko

Il caso del 2006 torna a scuotere le difficili relazioni anglo-russe, mentre Downing Street si fa paladina di sanzioni più dolorose a carico di Mosca per gli aiuti assicurati ai ribelli secessionisti dell'Ucraina orientale. Coincidenza? Downing Street naturalmente fa sapere di sì. Fa sapere, cioè, che la decisione di avviare un'indagine alla luce del sole su uno dei più drammatici episodi di spionaggio della storia recente è casualmente maturata - con un netto cambio di direzione dalla linea governativa fino ad ora assunta - in queste ore di discussione sulla nuova possibile stretta economica e commerciale a carico della Russia.
 

Sede dell\'MI5 servizi segreti inglesiSede dell\'MI5 servizi segreti inglesi

Tutto è possibile, ma di certo c'è solo che le relazioni anglo-russe hanno un peso specifico enorme per entrambi. Mentre nel londinese quartier generale della Bers (Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo) si sta faticosamente cercando di dar seguito alle misure del Consiglio europeo bloccando progetti milionari in pipeline a vario titolo - un miliardo almeno nel 2014 - a beneficio della Federazione Russa, nella City si fanno i conti.
 

il saluto tra david cameron e junckeril saluto tra david cameron e juncker

Immaginare il prezzo finale, e reale, di nuove sanzioni per il business del miglio quadrato è impossibile. «C'è preoccupazione crescente - precisa Serghej Ostrovskij, partner dello studio legale Ashurst - fra le istituzioni finanziarie, gli studi di consulenza e gli stessi uffici legali. Dopo il caso Sudan, come abbiamo già fatto notare, con gli 8,9 miliardi di penale a Bnp c'è consapevolezza che le multe possono essere pesantissime e di rapida esecuzione».
 

DAVID CAMERON E VLADIMIR PUTIN AL G VENTI DAVID CAMERON E VLADIMIR PUTIN AL G VENTI

Più semplice è tracciare l'istantanea di una liaison che s'è sviluppata nei decenni e che ha spinto qualche fantasioso a inventarsi il neologismo di Londongrad sulla scorta, fra l'altro, delle 66 società che fanno capo a Mosca quotate al London Stock Exchange con una capitalizzazione - incluse quelle dell'ex Urss - che veleggia attorno ai 500 miliardi di dollari.

 

Altre dovevano arrivare quest'anno da Credit Bank of Moscow a Detskij Mir, ma la debole Ipo di Lenta - la catena di supermercati esordì in febbraio al minimo previsto per scivolare, il giorno dopo, sotto la soglia d'ingresso per la crisi in Crimea - ha convinto gli investitori russi a rinviare.
 

PUTIN TRA MERKEL E CAMERON PUTIN TRA MERKEL E CAMERON

 

Né potrebbe essere diversamente, visto che secondo l'Independent School Council l'8% degli studenti non inglesi che frequentano le più costose scuole britanniche sono russi; che secondo il real estate Savills il 4% degli acquirenti di case "superprime" a Kensington, Chelsea e Westminster sono russi; che sono i russi a far man bassa dei visti pluriennali che Londra offre a chi si compra almeno 1 milione di bond.
 

David Cameron è davvero disposto a gelare il fiume di danaro proveniente da Mosca sparso per Londra? Downing Street s'è premurata di fare una precisazione al monito reiterato l'altro ieri dal Cancelliere George Osborne: le sanzioni non saranno dirette ai cittadini russi residenti nel Regno. Il tesoretto è dunque protetto.

polonio polonio

Business irrinunciabile anche per le law firm. L'Economist ha calcolato che la sola disputa Abramovich-Berezovskij sulla proprietà di Sibneft ha generato fatture legali per 100 milioni di sterline. E visto che le corti della City sono spesso titolate a dirimere una gran quota delle dispute che coinvolgono società russe, gli affari hanno numero infinito di zeri. La lista di un'inestricabile relazione non ha confini e non potrebbe essere diversamente per il ruolo che ha assunto Londra, realtà impermeabile a ogni costrizione geografica. Casa del business molto più internazionale di New York, aperta com'è a venti e spifferi di tutto il pianeta. Per Mosca non essere a Londra è impossibile tanto quanto per Londra rinunciare, d'improvviso, a Mosca.

ROMAN ABRAMOVICHROMAN ABRAMOVICH

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?