CAMERON PRIVATIZZA LA DIFESA: PERFINO LA PROGETTAZIONE E PRODUZIONE DI TESTATE NUCLEARI!


Leonardo Maisano per "Il Sole 24 Ore"

Privatizzazione della Difesa può apparire un'efficace esemplificazione, ma Londra sta ragionando su quanto di più simile si possa realizzare prima di assoldare soldati di ventura. La proposta del ministro Philip Hammond di sottrarre allo Stato il public procurement, ovvero la scelta dell'equipaggiamento da assegnare alle Forze armate non ha precedenti fra le grandi potenze. Qualcosa di molto vagamente assimilabile già esiste nel Regno di Elisabetta che ha messo in mano a imprese private la progettazione e produzione di testate nucleari sotto i simboli del consorzio Atomic weapons establishment.

L'attività di ricerca e manifattura concessa in outsourcing in un'area delicatissima non è però paragonabile del tutto all'idea, strettamente commerciale, gettata ora sul tavolo in un settore-chiave per la sicurezza e il bilancio nazionale. È proprio con un occhio ai conti dello Stato che il governo di David Cameron pensa di smantellare il Defence equipment support - analogo all'italiano SegreDifesa - forte di 16.500 dipendenti pubblici per consegnare a un gruppo di imprese private l'ufficio acquisti di marina, fanteria, e aviazione.

La logica è che il nuovo istituto controllato dallo Stato, ma operato da grandi imprese di consulenza ed engineering possa costare meno sotto l'aspetto gestionale (si parla di una sforbiciata alle spese compresa fra 1,3 e 2,2 miliardi di pound) e soprattutto risultare più funzionale. «La ricerca di una maggiore efficienza - spiega un manager del settore che preferisce restare anonimo - è la ragione primaria del progetto in discussione. Spesso il Defence equipment service si è trovato in difficoltà nel confronto con le imprese private...».

Se i fornitori dovranno misurarsi con professionisti a contratto, più abituati al negoziato, la dinamica, crede il governo Cameron, potrebbe essere più virtuosa. E anche più pericolosa, perché si porrebbe l'accento su criteri di economicità rischiando di sacrificare l'efficienza delle forniture. A comporre il nuovo consorzio privato non sarebbero ovviamente imprese della Difesa con un interesse diretto a piazzare i propri prodotti, ma consulenti - si ragiona su Bechtel, Fluor, Atkins solo per citare tre nomi che circolano in queste ore - e società di servizi.

Il conflitto di interesse si riduce, ma non si elimina. «Non è quella la mia preoccupazione - precisa John Louth del Royal United Service Institute un think tank specializzato in Difesa - ma il processo decisionale. Per ora non è affatto chiaro chi e come avrà l'ultima parola». Nessuna opposizione ideologica dunque, ma attesa per capire i dettagli di un progetto che vede gli operatori divisi. «Bae systems - continua John Louth - ha già manifestato il suo favore, altri temono che la "privatizzazione" della procedura possa provocare un decadimento della qualità negli equipaggiamenti».

Sul fronte occupazionale non ci saranno conseguenze significative: i dipendenti pubblici del Defence equipement support passeranno al consorzio di imprese private mantenendo solo in parte i contratti e i benefici garantiti dallo Stato. Le intese sindacali nel Regno di Elisabetta consentono infatti l'osmosi fra lavoratori statali e non. L'outosourcing di servizi pubblici passati alle imprese è la maggior ragione del boom del l'occupazione privata che si è registrata in questi anni in Gran Bretagna a dispetto della crisi.

 

david cameron con i soldati inglesi david cameron con i militari NUCLEARE BAE SYSTEMS BAE SYSTEMS CACCIA F35

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