LA CAMUSSO È IN VENA DI LICENZIAMENTI - DOPO LANDINI, VUOLE ESODARE ANCHE LETTA: “UN GOVERNO ALLA PARALISI. SE CONTINUA COSÌ, MEGLIO CHE SE NE VADA”

Roberto Mania per "la Repubblica"

«Questo è un governo che ha solo opposizioni, il che significa un governo alla paralisi».

Dunque se continua così è meglio che se ne vada?
«Sì, il Paese non ha più tempo da perdere. Invece di agire si continuano a dare rassicurazioni mediatiche senza risolvere i problemi », risponde Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, seduta alla sua scrivania. Alle spalle il quadro di Carlo Levi che raffigura Giuseppe Di Vittorio in camicia bianca.

Un pezzo di storia della Cgil che mai ha vissuto un momento così: perché lo scontro con la Fiom di Maurizio Landini non ha precedenti. Lo dirà più volte, con rammarico, in questa intervista Susanna Camusso. Lanciando la sua proposta e la sua sfida ai dissidenti fiommini: tornare al voto degli iscritti sul contrastato accordo con la Confindustria sulla rappresentanza. Poi «non ci potranno essere più alibi per nessuno».

Andiamo con ordine. Perché, di fatto, lei considera vicina al capolinea l'esperienza del governo Letta?

«Sono ormai circa due mesi che stanno definendo il programma di coalizione. Qualcuno sa qual è? La verità è che non c'è un'idea delle priorità. Lo abbiamo visto con la legge di Stabilità. Eppure sappiano tutti che la questione principale è quella del lavoro. Serve un piano per il lavoro. Dal governo non è arrivata alcuna risposta. La politica industriale è sconosciuta, sul versante della politica economica questo governo propone al massimo i conti del Ragioniere. Con tutto il rispetto del ruolo del Ragioniere, questa non è una politica. E poi: il governo aveva annunciato con enfasi la ripresa degli investimenti. Dove sono? È tutto coperto da una fitta coltre di nebbia. Purtroppo le uniche politiche che hanno adottato sono quelle dei tagli e delle tasse. Le politiche per lo sviluppo si sono fermate agli annunci».

Pensa che si debba andare alle elezioni, che sia sufficiente un rimpasto, oppure che Renzi debba sostituire Letta a Palazzo Chigi?

«Non spetta alle parti sociali dire che cosa si debba fare. Rimpasto, staffetta, elezioni sono scelte che competono alle forze politiche. Per noi non c'è più tempo da perdere. Pensi al dramma degli ammortizzatori sociali in deroga, cassa integrazione e mobilità. Il governo ha preparato un decreto che ne modifica i criteri di accesso che escluderebbe dalle tutele decine di migliaia di persone. E sa di quanto stiamo parlando? Di 300-350 euro al mese per la mobilità in deroga. È un provvedimento ingiusto che va cambiato».

Delusa da Letta?

«Il problema è che questo governo continua a non decidere, non la persona di Letta».

Probabilmente questo è un governo nato male. Prima le larghe intese, poi le intese più piccole. Sembra un governo senza maggioranza.

«Se è senza maggioranza è una responsabilità delle forze politiche. E sono loro a doverne trarne senza ambiguità le dovute conseguenze».

Senta, mentre l'Italia è, per una parte almeno, come lei la descrive, voi della Cgil vi state dilaniando sull'accordo sulla rappresentanza. Neanche voi vi occupate delle priorità.

«Mettiamo ordine. La Cgil è impegnata in una discussione con i suoi sei milioni di iscritti sulle mozioni congressuali. Una straordinaria prova di democrazia e di ascolto che affronta tutti i grandi temi del lavoro e proprio per questo non può essere rappresentata come uno scontro interno».

Veramente è lei che ha preso una decisione clamorosa: ha chiesto al Collegio statutario se Landini e la Fiom siano sanzionabili perché non si ritengono vincolati dalle decisioni del Direttivo della Cgil. Perché l'ha fatto?

«Ho posto un problema politico di fronte a un fatto inedito negli oltre cento anni della storia della Cgil: c'è ancora un vincolo di appartenenza? Se viene meno cosa si fa? Penso che se le decisioni del Direttivo e la democrazia della nostra organizzazione non valgono per tutti siamo di fronte a un cambiamento della nostra natura. Su questo dobbiamo interrogarci».

Vuole le sanzioni per Landini e la Fiom?

«Non esiste. Non ho mai pensato a interventi disciplinari. Ho posto un problema per evidenziare che le nostre regole non offrono soluzioni politiche a problematiche di questa natura. È un vuoto da colmare ».

Perché non fate votare almeno gli iscritti sull'accordo?

«Le cose vanno dette tutte e bene: gli iscritti alla Cgil, nella assemblee di base, stanno votando anche sul testo unico sulla rappresentanza sul quale peraltro si erano già espressi quando venne raggiunta la prima intesa (questa è la sua applicazione). L'80% fu favorevole. Ciò che non si può fare è gettare ombre sulla vita democratica della Cgil. Per questo la segreteria proporrà al Direttivo di tornare al voto degli iscritti. Sarà un voto sul testo unico ma anche sul nostro modello sindacale. E una volta espresso non ci saranno più alibi, tutti dovranno trarne le conseguenze».

Il voto degli iscritti è una vittoria di Landini. Non crede?

«Le pare possa essere questo il problema? No. Quello che conta è la salvaguardia della Cgil, della sua straordinaria democrazia e la responsabilità di tutti a non oscurarla ».

 

 

SUSANNA CAMUSSO Susanna Camusso LANDINIlandini ALFANO LETTA CETRIOLO saccomanni, alfano e letta

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?