renzi camera riforme

SPACCONATE ALLA BUVETTE - I GIORNALISTI LO PUNGONO PER L’AULA VUOTA CHE LO ASPETTA E L'ANIMA DEMOCRATICA DI RENZI GODE: "PERFETTO!" - CICCIOSENSI GLI FA SEGNO DI RIPENSARCI: "COME PERFETTO?" - IL BULLETTO ALLORA AGGIUSTA IL TIRO: "EHM, CIOÈ, SIAMO ADDOLORATI, DISPIACIUTISSIMI...OH, E CHE DEVO DIRE?”

 

Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”

 

matteo renzi si soffia il nasomatteo renzi si soffia il naso

Non è che il premier, in un pomeriggio così speciale, passa alla buvette per caso. Sa tutto, è chiaro. È venuto qui per questo. La scusa di un bicchiere d’acqua, cronisti in gruppo, situazionismo vario, battute, risate, ripresa, competitività, politica internazionale, aneddoti su Giorgio La Pira, scusi le spalle signorina, bella esperienza a Vinitaly, che ora abbiamo fatto? Poi, uno di noi della prima fila, con un filo di voce, dice: «Guardi, Presidente, che troverà un’aula vuota…».

 

Matteo Renzi è prontissimo, quasi non aspettasse altro.

matteo renzi parla alla camera vuotamatteo renzi parla alla camera vuota

«Perfetto!», e gli viene tondo, di cuore, forte (a questo punto Filippo Sensi, il suo portavoce, inizia a sbracciarsi da dietro con un sorrisone diplomatico, e poi un «no, scusa, come perfetto?»). Renzi si sta divertendo. Finge un colpetto di tosse. Corregge. «Ehm... Cioè, no, scusate: siamo addolorati, dispiaciutissimi...». Ma nessuno ha l’aria di credergli. «Oh, e che devo dire?».

 

matteo renzi parla alla camera del ddl riforme matteo renzi parla alla camera del ddl riforme

Aula vuota, le opposizioni tutte fuori. I grillini addirittura proprio fuori da Montecitorio, sulla piazza, davanti a telecamere in batteria e dietro a uno striscione: «Trivellopoli» (tra un po’ andremo a vedere bene che succede). Renzi si volta, calmissimo: «Posso avere un altro bicchiere d’acqua?». S’abbottona la giacca. «Sto dimagrendo, sul referendum per l’approvazione di questa riforma costituzionale farò una campagna elettorale personale, girerò l’Italia, mi gioco tutto, ma ce la faccio, vedrete».

 

Una cronista insiste: «Sì, però tra poco parlerà a un’aula vuota...». E lui: «Mi spiace per chi non ci sarà, perché parlerò ed entrerò nel merito della riforma... che è pazzesca, una cosa enorme, la prima autoriforma del Parlamento d’un Paese occidentale, un fatto strepitoso, dai».

 

matteo renzi parla alla camera del ddl riforme  matteo renzi parla alla camera del ddl riforme

Guarda l’orologio, guarda il capogruppo del Pd, Ettore Rosato: «Si va?» (ma qui di nuovo Filippo Sensi, sveltissimo, alza il braccio e gli fa segno di buttare un occhio lì, all’angolo, «vedi un po’ chi c’è, valli a salutare, no?»). Gianni Cuperlo e Roberto Speranza.

Opposizione interna dura e pura. Gufi, per usare una definizione renziana, che non mollano.

matteo renzi parla alla camera del ddl riformematteo renzi parla alla camera del ddl riforme

 

Lui allora chiede permesso, rompe l’accerchiamento e sicuro e disinvolto li va a salutare: loro se lo ritrovano davanti abbastanza all’improvviso e sapete come sono Cuperlo e Speranza, cortesi ai limiti della timidezza, così il boccone quasi gli va di traverso, mentre si stringono nell’angolo e lui lì — «Posso parlare solo 25 minuti, se no sarei andato avanti per 4 o 5 ore e vi avrei inchiodati in aula» — affabile e spiritoso come se niente fosse, come se qualche giorno fa Cuperlo non gli avesse detto chiaro e tondo che è un capo senza statura e molta arroganza.

 

Sono quasi le 18. I grillini, in sit-in, da quasi un’ora. Alessandro Di Battista controlla tutti, suggerisce a tutti, serra i ranghi. Gli altri leader: Roberto Fico freddino, distaccato; Luigi Di Maio in ghingheri nel suo completino blu elettrico da Forza Italia dei bei tempi arriva per ultimo, a passo deciso, si cerca un tigì e lascia agli altri il megafono.

 

matteo renzi alla cameramatteo renzi alla camera

Di Battista lo ignora e continua a comportarsi da capo riconosciuto (sempre a caccia di complicità, subito al tu, tu sai bene, tu capisci, con la barbetta curata, le maniere del politico di professione e così sembrano davvero passati secoli da quando Il Foglio lo definì un «simpatico mitomane a cinque stelle»). Di Battista, siete qui fuori, perché?

«Perché quella riforma è anticostituzionale e...». La prego: la bassa propaganda, no.

matteo renzi alla camera matteo renzi alla camera

 

«Mhmm... Okay. La verità è che con l’Italicum, legge pessima, a oggi nessuno prenderebbe il premio di maggioranza e si andrebbe perciò a un ballottaggio dove noi, lo sai pure tu, sondaggi alla mano, non dico che vinceremmo sicuri, ma certo saremmo pronti a giocarcela».

 

Vi sentite i veri competitor di Renzi.

«Sì, assolutamente... E comunque fammi dire: questo governo vara una riforma costituzionale da solo e ignorando il voto di sfiducia per quell’emendamento-marchetta alla Total... Anzi, ti faccio una domanda: sai perché gliel’abbiamo piazzato al Senato, il voto di sfiducia?».

 

Posso immaginarlo, ma lo dica lei.

matteo renzi parla alla camera vuota  matteo renzi parla alla camera vuota

«Perché per farcela a restare in piedi, Renzi e i suoi compari dovranno ancora una volta chiedere i voti a Verdini».

 

Nemmeno a girare la battuta al premier. Che è già al suo posto, nell’emiciclo.

Colpo d’occhio: tutti i ministri schierati, a parte Maria Elena Boschi (a Londra) e Angelino Alfano. Renzi sorseggia un bicchiere di succo d’arancia. Controlla gli appunti. Sguardo carico.

matteo renzi matteo renzi matteo renzi    matteo renzi

 

Intanto Renato Brunetta, il capogruppo di FI, ha preso la parola: «Anche noi lasceremo l’aula!» (noi: cioè lui, Anna Grazia Calabria e Simone Baldelli, perché gli altri del suo gruppo neppure sono venuti. Come dice Vittorio Gassman in «Brancaleone alle Crociate»: «Gente mia, dove ne siete?»). Adesso l’aula è deserta, deputati solo nei banchi del Pd.

Matteo Renzi si alza e, parlando a braccio, inizia il suo discorso.

 

giannini   renzi   polettigiannini renzi polettimatteo renzimatteo renzimatteo renzi  3matteo renzi 3la smorfia di matteo renzila smorfia di matteo renzimatteo renzi parla alla camera vuota matteo renzi parla alla camera vuota

 

Ultimi Dagoreport

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...