CARO TI COSTA ASSANGE! - IL BIONDO JULIAN HA FATTO PERDERE 250MILA EURO AI VIP CHE AVEVANO PAGATO LA SUA CAUZIONE - MICHAEL MOORE, KEN LOACH, JEMIMA KAHN E UN GRUPPO DI INTELLETTUALI ILLUMINATI AVEVANO GARANTITO LA LIBERTÀ CONDIZIONATA AL FONDATORE DI WIKILEAKS VERSANDO 340MILA STERLINE - MA LUI HA USATO LA LIBERTà PER RIFUGIARSI NELL’AMBASCIATA DELL’ECUADOR IN BARBA ALLA POLIZIA - IL GIUDICE, INFLESSIBILE, HA INCASSATO I SOLDI…

1 - MICHAEL MOORE E ALTRI PEZZI GROSSI HANNO GIA' PERSO 317 MILA $ DELLA CAUZIONE DI JULIAN ASSANGE...

Vittoria Cecchi Gori dal "Guardian" - http://bit.ly/Tn5rr1

I pezzi grossi che hanno garantito la cauzione per Julian Assange, tra cui Michael Moore, hanno già perso 200mila sterline (250mila euro) di quei soldi, e ne potrebbero perderne altre 140mila se il fondatore di WikiLeaks non si arrende alla polizia britannica. La prima tranche è andata perduta quando Assange fuggì nel mese di giugno per evitare di essere estradato in Svezia e ottenne asilo dall'Ambasciata dell'Ecuador a Londra.

Il giudice Howard Riddle, della Westminister magistrates court, deciderà il 3 ottobre se anche altri sostenitori VIP perderanno il loro denaro. Pare che tra questi ci siano anche l'ereditiera Jemima Khan, il regista Ken Loach, e l'editore Felix Dennis.

La cauzione pagata per Assange gli aveva garantito la libertà condizionata, che ha poi sfruttato per rifugiarsi nell'ambasciata ecuadoriana.

Nessuno dei garanti si è presentato all'udienza davanti al giudice Riddle, che si è dimostrato "molto sorpreso" del fatto.


2- WIKILEAKS, PERCHÉ MOORE E STONE DIFENDONO ASSANGE?
I DUE REGISTI SI SCHIERANO CON IL FONDATORE DEL SITO DI RIVELAZIONI CONTRO IL GOVERNO USA. ECCO LE LORO MOTIVAZIONI
Silvio Gulizia per http://daily.wired.it/ del 22 agosto 2012

I pluri-premiati registi Michael Moore e Oliver Stone sono scesi in campo a fianco di Julian Assange con un intervento pubblico sul New York Times. Il giornalista, o hacker come qualcuno lo definisce per aver creato WikiLeaks, deve difendersi in Svezia da un'accusa di stupro e per evitare l'estradizione dall'Inghilterra si è rifugiato nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra. Da dove ha accusato gli Stati Uniti di violare la libertà d'informazione con una caccia alle streghe nei confronti di WikiLeaks, rea di aver diffuso documenti riservati relativi all'attività del governo americano.

Ecco la difesa dei registi: Assange non è un cittadino americano e gli eventuali crimini che avrebbe commesso non sono stati perpetrati sul suolo americano. Processare un giornalista straniero negli Stati Uniti per aver diffuso informazioni circa l'attività dello Stato, o peggio per spionaggio, equivarrebbe a offrire a Cina e Russia il diritto di farlo con chi rivelasse crimini commessi dai relativi governi.

I due registi hanno sottolineato che nella propria carriera di film maker si sono occupati più volte di come i media americani abbiano spesso fallito nell'informare i cittadini sulle peggiori azioni compiute dal proprio governo. Questo il motivo alla base della loro presa di posizione a favore di Assange. Secondo i due l' Ecuador sta agendo nel massimo rispetto dei diritti umani. Il che suona abbastanza strano quando si pensa che il fondatore di WikiLeaks è accusato di stupro e che nell'ultima classifica sulla libertà di stampa stilata da Reporter Sans Fontiers l'Ecuador è al 104esimo posto. La loro tesi è confermata, sostengono, dalla possibilità balenata che il governo inglese autorizzi un'irruzione nell'ambasciata dell'Ecuador per prelevare il giornalista.

WikiLeaks da noi ha fatto molta eco per diverse vicende che in realtà ci hanno rivelato poco o nulla di più rispetto a quello che sapevamo. Il tributo rivolto alla fondazione dai registi è invece relativo a rivelazioni connesse alle vicende americane: l'uccisione indiscriminata di civili a Bagdad da parte dell'esercito Usa, i retroscena della guerra in Iraq, le collusioni con lo Yemen e le pressioni di Obama per evitare processi ai funzionari di Bush accusati di torture. Quanto alle accuse di stupro, i due sostengono che appunto di accuse si tratta: nessuno ha mai condannato quello che diversi politici americani definiscono un terrorista high-tech e che la Svezia vorrebbe, questo sì, arrestare per interrogarlo circa l'accusa di stupro. Assange si è detto disponibile a essere interrogato a Londra e l'Ecuador ha offerto la propria ambasciata come sede, ma la Svezia ha rifiutato entrambe le proposte, ricordano i registi per mettere a tacere chi afferma che Assange voglia sottrarsi alla giustizia. Nei confronti di Assange però è stato emesso un mandato di cattura internazionale e la giustizia svedese prevede che l'accusato sia presente alla prima udienza. Ecco il perché del rifiuto svedese.

Assange in Svezia non ci vuole mettere piede perché questa non gli garantisce che non lo estraderà negli Stati Uniti. Anzi, sostengono Moore e Stone, è evidente che questo è il piano di Svezia e Inghilterra, che pure si potrebbe mettere di mezzo, chiedendo alla Svezia che Assange non venga estradato negli Stati Uniti prima di consegnarglielo. Moore e Stone sollecitano i cittadini dei due stati a rivolgere due domande ai propri governanti: perché Assange non può essere interrogato a Londra? E perché nessuno dei due Paesi vuole assicurare al giornalista australiano che non sarà estradato negli Usa? A questa seconda domanda in realtà è anche facile rispondere: l'eventuale decisione sull'estradizione dovrebbe essere presa dalla magistratura, non dai governi, e un giudice non può certo fare promesse di questo tipo.

Il quadro è reso ancora più fosco dal fatto che non è chiaro come vogliano comportarsi gli Stati Uniti nei confronti di Assange, che formalmente non è ancora stato accusato, benché il Sidney Morning Herald abbia rivelato che il fondatore di WikiLeaks è stato oggetto di indagini per oltre un anno da parte degli Stati Uniti. I quali, per altro, non ne hanno mai chiesto formalmente l' estradizione.

C'è poi la questione dello stupro. L'avvocato della donna che accusa Assange sostiene che la Svezia non lo estraderebbe mai prima di averlo processato, ma Stone e Moore sostengono che il governo svedese potrebbe cedere alle richieste degli Usa consegnando il connazionale come ha fatto con due egiziani affidati alla Cia e poi finiti in Egitto, dove furono successivamente torturati.

 

ASSANGE- AMBASCIATA ECUADOR A LONDRASSANGE PARLA DALL'AMBASCIATAMICHAEL MOOREken loachOLIVER STONE - COPERTINA "HIGH TIMES"ASSANGE- AMBASCIATA ECUADOR A LONDRASSANGE E IL SUO LEGALE GARZONASSANGE PARLA DALL'AMBASCIATAJemima Khan E Lady Frederick Windsor

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