lega matteo salvini umberto bossi belsito fontana

CARROCCIO, FUORI I SOLDI! – LA CAMERA APRE UN’ISTRUTTORIA SUI 750 MILA EURO CHE LA LEGA NEL 2019 È STATA CONDANNATA A PAGARE A MONTECITORIO COME DANNI DI IMMAGINE PER LA TRUFFA DEI 49 MILIONI DI FONDI ELETTORALI – UN MALLOPPO CHE LA CAMERA FINORA NON AVEVA MAI RECLAMATO. MA ORA UN'ASSOCIAZIONE DI LEGHISTI BOSSIANI E ANTI-SALVINIANI HA PRESENTATO UNA MOZIONE AL PRESIDENTE FONTANA. UNA MOSSA CHE RISCHIA DI ESSERE UN BOOMERANG: ALLA FINE A DOVER CACCIARE I SOLDI POTREBBE ESSERE BOSSI, ALL'EPOCA DEI FATTI SEGRETARIO…

Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per “la Repubblica”

 

lorenzo fontana foto di bacco (5)

La Camera, finalmente, si è mossa. E ha deciso di aprire un fascicolo scottante, di cui finora i vertici del Parlamento si erano sostanzialmente disinteressati. Un fascicolo che è un’appendice poco nota della vicenda dei 49 milioni sottratti dalla Lega alle casse pubbliche, attraverso un allegro utilizzo dei contributi elettorali ai tempi della gestione di Bossi e del tesoriere Francesco Belsito, che il partito oggi guidato da Salvini è stato chiamato dal giudice a restituire, patteggiando un rimborso a rate in oltre settant’anni.

 

Nello stesso procedimento che ha portato alla condanna di Bossi (per il reato di truffa poi prescritto) e Belsito, e che si è conclusa in Cassazione nell’agosto del 2019, Camera e Senato si erano costituiti parti civili e avevano ottenuto il diritto al risarcimento di una parte del danno patrimoniale complessivo non oggetto di confisca (ovvero interessi e altre voci che eccedono i i 49 milioni) ma anche del danno patrimoniale. Significa che il tribunale di Genova aveva stabilito che la Lega Nord avrebbe dovuto pagare anche il pregiudizio d’immagine che il Parlamento ha subito.

 

UMBERTO BOSSI E BELSITO

Una somma che i giudici di Genova, nel luglio del 2017, hanno quantificato in circa un milione di euro: 224.856 a favore del Senato e 754.562 a favore della Camera. Ma a Montecitorio e Palazzo Madama, negli ultimi cinque anni, non è stata avviata un’azione esecutiva per recuperare quei fondi. [...]

 

E dall’ottobre del 2022 alla guida della Camera c’è proprio un leghista, Lorenzo Fontana. La vicenda, già poco edificante di per sé, è pure diventata campo di battaglia politico. Perché una delle associazioni che danno vita all’opposizione a Salvini - con una robusta sponda dentro il partito – ha deciso di chiedere conto e ragione dell’inerzia del Parlamento.

 

LORENZO FONTANA 3

L’associazione si chiama “Lega per il Nord” e, dopo aver approvato una mozione, ha affidato a uno studio legale una diffida alle presidenze di Camera e Senato: «Pur consapevoli dei rilevanti ruoli politici attualmente assunti dai protagonisti della vicenda il mandato ci impone di chiedere chiarezza», scrivono gli avvocati dell’associazione di cui fanno parte tra gli altri uno dei fondatori della Lega lombarda, Giuseppe Leoni, e Matteo Brigandì, ex legale di Bossi. Nella lettera c’è anche la minaccia di un esposto in Procura.

 

Davanti a quest’iniziativa il numero uno della Camera, Fontana, ha deciso di riunire l’ufficio di presidenza. Che ha stabilito, con una decisione che sarà pubblicata nelle prossime ore sul bollettino degli organi collegiali di Montecitorio, di avviare un’istruttoria. Il motivo nel non intervento, è scritto nel bollettino, starebbe «in una particolare complessità tecnico-processuale». […]

lega ladrona bossi belsito foto e baraldi

 

Fonti di Montecitorio raccontano due particolari non secondari. Il primo: la somma oggetto del risarcimento potrebbe ammontare ad almeno tre milioni di euro. Il secondo, più importante: a pagare alla fine potrebbe essere personalmente Umberto Bossi, segretario del Carroccio ai tempi della truffa ma riferimento di chi oggi reclama un’azione per riprendere quei fondi, con l’obiettivo di mandare in tilt i bilanci dell’attuale Lega capitanata da Matteo Salvini.

 

Insomma, dagli ambienti della Camera filtra un avvertimento: la denuncia potrebbe trasformarsi in un boomerang per i ricorrenti. Ma sullo sfondo resta il senso di una lunga melina che ha finora ostacolato il recupero di denaro pubblico.

matteo salvini e lorenzo fontana in spiaggia a milano marittimaMATTEO SALVINI LUCA ZAIA LORENZO FONTANA

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...