renzi padoan gentiloni

CARTA VINCE CARTA PERDE - A BRUXELLES PADOAN PRESENTA UNA MANOVRA, AL DUCETTO UN’ALTRA – LE SOLUZIONI CREATIVE PER LE PRIVATIZZAZIONI, MA LE CORREZIONI DI QUEST’ANNO RESTANO UN REBUS – GENTILONI DILEMMA: UNA FINANZIARIA ELETTORALE A FAVORE DI RENZI O COME LA VUOLE LA UE?

 

Alessandro Barbera per la Stampa

 

MERKEL GENTILONI PADOANMERKEL GENTILONI PADOAN

Paolo Gentiloni lo ammette senza giri di parole: la correzione dei conti indicata nel Documento di economia e finanza per il 2018 è «severa, quella prevista dal Patto di Stabilità».

 

Dimenticate per un momento la manovrina da tre miliardi che il governo ha approvato ieri per rimettere in carreggiata il bilancio pubblico di quest' anno. La vera partita che si gioca l' Italia in questa delicatissima fase politica è attorno alla manovra d' autunno, che non potrà somigliare ad una Finanziaria pre-elettorale.

 

renzi padoan gentilonirenzi padoan gentiloni

Su tutti noi incombe una clausola di salvaguardia da venti miliardi di euro e quattro punti di aumenti dell' Iva. Ebbene, tenendo conto dei numeri presentati ieri e di un margine di tolleranza da parte di Bruxelles, oggi l' Italia dovrebbe ridurre l' indebitamento di almeno la metà di quella cifra, una decina di miliardi di euro. Il governo promette di evitare l' aumento dell' Iva e di sostituirla con «misure sul lato della spesa e delle entrate» soprattutto «di contrasto all' evasione» e nel frattempo di ottenere qualcosa di più dall' Europa: la Commissione ha in programma entro l' autunno la revisione di alcuni complicati criteri di calcolo del cosiddetto aggiustamento strutturale.

 

Fino all' ultimo l' azionista di maggioranza di Palazzo Chigi - ovvero Matteo Renzi - ha cercato di scongiurare questi numeri pressando il governo a battere sin d' ora i pugni sul tavolo. Il deficit nominale per l' anno prossimo è confermato in discesa all' 1,2 per cento dal 2,1 di quest' anno. Comunque andrà, la marcia di avvicinamento alle elezioni sarà più difficile di quanto fin qui sperato.

renzi padoanrenzi padoan

 

Ha prevalso la linea prudente del ministro del Tesoro Piercarlo Padoan, convinto che solo dentro alle regole l' Italia possa ottenere più flessibilità. Nella speranza che alla fine i conti tornino, gli economisti di via XX settembre hanno lievemente alzato la stima di crescita di quest' anno di un decimale, dall' 1 all' 1,1 per cento. Allo stesso tempo hanno ridotto le previsioni per il 2018 e 2019 all' 1 per cento (rispettivamente da 1,3 e 1,2).

 

JUNCKER GENTILONIJUNCKER GENTILONI

Nonostante i mal di pancia del Pd, il Documento di economia e finanza conferma l' intenzione di procedere con le privatizzazioni ma riduce le previsioni di introiti: il Def indica proventi nel 2018 per cinque miliardi di euro contro gli otto delle ultime stime. «Troveremo modi e canali, anche originali, per gestire questo aspetto».

 

La soluzione creativa cui fa riferimento Padoan è più che altro un gioco di prestigio: il governo sta studiando la cessione alla Cassa depositi e prestiti di alcune delle quote in suo possesso fra Eni, Enel, Poste e Leonardo. Il piano è stato ribattezzato «Capricorno» e servirà a tenere a bada il mostro del debito: il Def dice che alla fine di quest' anno sarà pari al 132,5 per cento del Pil (appena un decimale in meno del 2016) e scenderà al 131 nel 2018.

 

PADOANPADOAN

Le difficoltà di dialogo del governo con la sua stessa maggioranza sono emerse plasticamente nella conferenza stampa successiva al Consiglio dei ministri che ha approvato il Documento di economia e finanza, il Piano nazionale delle riforme e la mini-manovra di correzione dei conti di quest' anno. Al netto dei numeri di Graziano Delrio sul piano degli investimenti - il Def ne promette per 47 miliardi di qui al 2032 - il governo è stato avaro di dettagli.

 

A precisa domanda sull' entità dei tagli aggiuntivi di quest' anno Padoan è stato a dir poco sincero: «Le misure non sono state ancora ben definite, arriveranno nei prossimi giorni». In compenso il comunicato di Palazzo Chigi annuncia - sempre con la manovrina - di attuare «disposizioni per la realizzazione dei mondiali di golf del 2022, le finali di coppa del mondo di sci del 2020 e i mondiali del 2021».

 

Nuove entrate quest' anno arriveranno grazie all' estensione dello split payment (un meccanismo che permette allo Stato di trattenere l' Iva dei suoi fornitori) e dalla rottamazione delle liti fiscali: per aderire ci sarà tempo fino al 30 settembre.

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....