1- CASINI SI INCASINA! CANDIDA RIGOR MONTIS MA ALFANO LO BLOCCA: "SOLO SE SI CANDIDA" 2- PIERFURBY PROMETTE POSTI A TUTTI, A COMINCIARE DAL GOVERNO MONTI E DAI 20 POSTI AI FINIANI, MA PARTE LA RIBELLIONE DELLA BASE, CHE VUOLE I SEGGI PER I FIGLI E I FIGLIOCCI 3- LA GAFFE FINALE DI PIERFURBY: "CACCIAMO I LADRI E I MERCANTI DAL TEMPIO", TUTTI SI GUARDARONO INTORNO ATTONITI E NESSUNO SI RICORDO' DI APPLAUDIRE IL CALTA-GENERO 3- LO SMONTEZEMOLATO MONTEZEMOLO (NON A CASO MAI CITATO DA CASINI) SI TROVA DAVANTI AD UN BIVIO: O PRESENTARSI ANCHE LUI ALLA CORTE DI PIERFURBY PER CERCARE DI ACCAPARRARSI QUALCHE SEGGIO, O ROMPERE GLI INDUGI E SCENDERE IN CAMPO

DAGOREPORT

Pierfurby Casini ha chiuso Chianciano con un bilancio mediatico buono, ma con molte incognite interne. Ha reclutato l'antimontezemoliana per eccellenza, Emma Marcegaglia, ha tentato molto Corrado passera per far fare anche a lui una scelta a favore dell' Udc, ma soprattutto nella nuova veste di federatore in erba ha cercato di sedurre, senza peraltro riuscirci, la CISL di Bonanni, Andrea Riccardi e la sua Comunita', la confcooerative, le acli e l'mcl, la Confagricoltura e, persino Gianni Petrucci, che sta per lasciare il coni, oltre che Natale forlani, portavoce del forum di Todi, e personaggi vari presenti a Chianciano in cerca d'autore. O meglio, di candìdature, come Daniela melchiorre, tanoni, Fabio Gava, Linda Lanzillotta e finanche Domenico scilipoti e Stefania craxi.

Ma non tutte le ciambelle vengono col buco e questa in particolare a pierfurby e' venuta sbilenca. Il suo discorso finale non ha provocato alcun pathos, a tratti noioso e ripetitivo, senza respiro politico, tutto giocato da qui alle prossime elezioni con una sola idea fissa: far restare monti a palazzo Chigi a tutti i costi, senza dire in che modo e a quali condizioni, tanto che immediatamente dopo il segretario Pdl, Alfano, per non rimanere spiazzato ha subito rilanciato: "sì a monti, ma solo se si candida".

In effetti, Pier sa perfettamente che in tutti i sistemi democratici si passa al vaglio del corpo elettorale, ed avrebbe dunque dovuto sostenere per coerenza la necessita' che Monti ormai acquisisca la titolarità' di soggetto politico e dunque scendere in campo, prendere i voti, e da questi legittimato, tornare a palazzo Chigi.

Ma Pierfurby si guarda bene dallo spingere Monti su questa strada, e c'e un motivo: un Monti bis non legittimato dal voto popolare, una legge elettorale il più possibile proporzionale e un quadro politico incerto e senza obbligo di dichiarare prima le alleanze, sono la condizione ideale per mettere in campo le sue arti manovriere dal giorno dopo le elezioni per provare con una delle sue manovre di palazzo a insediare se stesso almeno alla presidenza del Senato, scommettendo contestualmente le sue residue carte sul disfacimento del Pdl, che a quel punto si porterebbe dietro anche una forte disarticolazione del Pd ancor più se Bersani dovrà lasciare il posto a Monti e il Pd sarà costretto a rifare un governissimo.

Il genero di Caltariccone sguazza con grande facilita' e felicita' in questo mare magnum che lo porrebbe al centro di tutti i giochi. Tutto bene, allora? Non e' tutto oro quello che luccica. Lo prova innanzitutto il malumore nelle sue fila, che e' palpabile ed e' venuto fuori con grande evidenza gia' nelle cene di ieri sera a Chianciano. Intanto perché fini gli avrebbe strappato la promessa di ricandidare con buone garanzie una ventina dei suoi, ai quali bisogna aggiungere almeno alcuni membri minori del governo monti, come Michele Martone o De Vincenti, in attesa di capire chi dei ministri si candidera' effettivamente. E tutto cio' senza che si intraveda all' orizzonte un incremento di voti tale da coprire tutte le aspettative.

E infatti buona parte della periferia UDC sta per incazzarsi. Intanto stamane all improvviso Lorenzo Cesa, il segretario, ha dovuto tagliare tutti gli interventi con la promessa che ci sara' presto una riunione interna per dar modo ai quadri di sfogarsi. Tra questi ci sono diversi esponenti locali del partito che aspettano da anni di essere premiati diventando deputati o senatori, come per esempio l'antico ma sveglio Angelo Sanza, segretario regionale in Puglia, oppure tutti i figli e nipoti di storici esponenti UDC come Zinzi, Gallenzi, o Carducci (figlioccio di Emilio Colombo) e non vi e' certezza alcuna sul numero dei seggi teoricamente disponibili. Ecco che il tentativo di miscelare il partito con la cosiddetta societa' civile può diventare una miscela esplosiva tale da far saltare tutti i giochi al pur abile Pier.

Per di più nel chiudere il suo intervento, seppur con qualche titubanza, ha lanciato l anatema di "cacciare i mercanti dal tempio, ovvero i ladri e i corrotti" e la platea ha accolto davvero tiepidamente una frase alquanto inappropriata in quel contesto. Ma anche Pierfurby ha la sua partita finale: per non rischiare di essere rottamato anche lui, deve rifugiarsi nelle più alte istituzioni, almeno il senato se non il colle.

E mentre nell'UDC ormai per camera e senato sono aperte le iscrizioni solo per posti in piedi, Montezemolo (che, certo non a caso, non e' stato neppure citato da Pier) si trova davanti ad un bivio: o presentarsi anche lui alla corte di Pier per cercare di accaparrarsi qualche seggio, o rompere gli indugi, scendere in campo, attaccare a testa bassa (e gli argomenti non mancano di certo) e andare fino in fondo.

 

 

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