luca palamara

IL CASO PALAMARA SERVE A QUALCOSA: FAR CAPIRE A UN PUBBLICO CHE NON CONOSCE A FONDO LA GIUSTIZIA ITALIANA LA RIDICOLA ''SANZIONE'' CHE IL CSM (ORGANO DI RANGO COSTITUZIONALE E POTENTISSIMO) PUÒ EROGARE NEI CONFRONTI DEI MAGISTRATI. È UNA, ED È IL TRASFERIMENTO PER ''INCOMPATIBILITÀ AMBIENTALE''. MA QUI IL PROBLEMA È L'OPPOSTO: GLI UNICI INCOMPATIBILI NELL'AMBIENTE ERANO QUELLI CHE NON SI ACCUCCIAVANO DAVANTI AL SISTEMA DELLE CORRENTI

 

Giuseppe Scarpa per “il Messaggero

 

Luca Palamara continua ad agitare le acque nella magistratura. Se si tratta di piccole scosse o il preludio a un terremoto che può destabilizzare il mondo delle toghe lo si vedrà a breve. Nel frattempo a Palazzo dei marescialli si studiano le carte dell'inchiesta di Perugia, le famose chat, e si valutano i profili di venti tra pm e giudici. Palamara, invece, ha annunciato che impugnerà la sua espulsione dall'Anm.

 

LE RELAZIONI

luca palamara

Il Csm, la Procura generale della Cassazione e l'ispettorato del Ministero della Giustizia stanno passando al setaccio le chat con altri magistrati contenute nel telefonino di Palamara. Un lavoro impegnativo, cominciato un mese fa e che, per quanto riguarda la procura generale della Cassazione, potrebbe essere alle battute finali e dunque portare a breve alla richiesta di nuove azioni disciplinari. Più lunghi dovrebbero essere invece i tempi di intervento di via Arenula.

 

Sono «tanti» i magistrati che compaiono «nelle intercettazioni, negli atti e nelle chat» di Palamara, ammette il vice presidente del Csm David Ermini, che denuncia: «non si è mai reciso il cordone ombelicale tra le correnti e il Csm», tant'è che in occasione delle nomine dei capi degli uffici giudiziari «spesso si è preferito scegliere sulla base dell'appartenenza».

 

Contro la sua cacciata dall'Anm, di cui è stato presidente, Palamara farà ricorso all'assemblea dei soci. «C'è una magistratura silenziosa che in questi giorni mi chiede di non mollare e di dimostrare la mia innocenza» ha detto ieri ad Omnibus comunicando la sua decisione e confermando che non ha alcuna intenzione di fare «da capro espiatorio» di un sistema, quello delle correnti della magistratura, «che ha fallito». Per questo chiederà nuovamente di essere sentito e di poter spiegare le ragioni, pronto a rispondere a tutte le domande, anche a quelle sugli incontri con i politici.

 

Consiglio Superiore della Magistratura

«Sono rammaricato, non credo di aver offeso nessuno», dice poi riferendosi ai colleghi di cui ha fatto nomi e cognomi come partecipi del sistema delle correnti che per tutta risposta sono pronti a denunciarlo. Palamara potrebbe incassare a breve una nuova querela, l'ex presidente della Commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti, ora in servizio alla Corte di Cassazione, sta valutando se agire legalmente.

 

SANZIONI

Da Palazzo dei marescialli intanto si analizza il profilo di una ventina di magistrati. Togati su cui la prima commissione ha puntato il faro. Il lavoro sarebbe ancora in una fase preliminare, non si esclude che la lista possa allungarsi. In generale si sta facendo una scrematura delle numerose chat alcune di «autopromozione», altre di «raccomandazioni» per nomine di terzi e altre ancora più imbarazzanti per capire quali possano avere una rilevanza per le competenze del Csm.

 

donatella ferranti

I consiglieri della prima commissione dispongono di un unico strumento, il trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale o funzionale a cui si può far ricorso solo in ipotesi limitate: quando l'immagine di imparzialità di un magistrato subisca un appannamento nella realtà territoriale o nell'ufficio giudiziario in cui opera.

 

Più ampia è invece la possibilità di intervento a livello disciplinare, la cui competenza è nella mani della procura generale della Cassazione e del Ministero della Giustizia. Secondo indiscrezioni tra qualche giorno potrebbero arrivare (dalla Cassazione) le determinazioni conclusive. È perciò destinata ad allungarsi la lista dei magistrati che finiranno sotto procedimento disciplinare per il caso Palamara.

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