CETRIOLONE PER PIERFURBY! - LA CORTE DEI CONTI DEL LAZIO METTE L’UDC NEL MIRINO SU RIMBORSI E FINANZIAMENTI PER LE REGIONALI DEL 2010 - “IL SEGRETARIO AMMINISTRATIVO BONAVITA HA TRASMESSO SOLO UNA PARTE DELLA DOCUMENTAZIONE” - DICHIARATI FINANZIAMENTI DA PARTE DI 39 SOCIETA’ PRIVATE, DI CUI SOLO 14 DOCUMENTATI - “IL COLLEGIO HA RITENUTO OPPORTUNO RIFERIRE I FATTI ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI ROMA…”

Carlo Picozza per "la Repubblica"

I partiti nazionali erano già stati ammoniti dalla Corte dei conti anche alla fine del luglio scorso, in un ponderoso rapporto (677 pagine), alla fine dell'istruttoria sui rimborsi elettorali e sui finanziamenti dai privati (quasi 21 milioni di euro) piovuti nelle loro casse per le elezioni regionali del 28 e del 29 marzo 2010: «Il contributo», scrivono i magistrati contabili, «è stato erogato anche alle formazioni politiche che hanno dichiarato di non aver sostenuto spese».

Un'altra prova che i rimborsi elettorali sono stati veri e propri finanziamenti illegittimi, perché aboliti da un referendum popolare. I magistrati contabili non hanno risparmiato nessuno neanche nel Lazio: «Nei confronti di tutti», scrivono, «si evidenzia che il rimborso elettorale è superiore alle spese sostenute». In altre parole, arriva una riprova degli sprechi di denaro pubblico e, quanto meno, della esosità dei rimborsi-finanziamenti che, peraltro sono stati erogati solo in parte (la prima rata nel 2010, la seconda nel 2011).

Il resto deve ancora arrivare. In particolare, però, la Corte dei conti, per il Lazio, prende di mira l'Unione di centro, attraverso il suo «segretario amministrativo pro tempore, Vittorio Bonavita», che è anche il direttore della Asl RmB: «Il 3 luglio 2012», annotano, «ha trasmesso solo una parte della documentazione: 14 delibere di altrettante società, rispetto alle 39 che hanno corrisposto contributi propri». In altre parole, l'Udc regionale ha dichiarato finanziamenti da 39 società ma ne ha documentati solo 14.

Quindi, carta e penna alla mano, «il collegio», scrivono ancora i magistrati contabili, «ha ritenuto opportuno riferirei fatti alla procura della Repubblica di Roma per quanto di sua competenza». Dei quasi ventuno milioni di finanziamento pubblico e privato ai dodici partiti che hanno espresso almeno un eletto in Consiglio regionale, all'Udc sono arrivati 2 milioni e 39mila euro, il 10 per cento circa. Di questi, 1 milione 495mila euro sono arrivati dai privati. Quali privati e per quali importi dettagliati?

Ancora non è del tutto chiaro tranne che per 14 società. Per le altre 25, che i magistrati contabili riportano scrupolosamente in una tabella (a pagina 288), si conoscono gli importi delle relative elargizioni e la modalità di pagamento (per tutte il bonifico bancario). Ma mancano i documenti contabili d'appoggio. Si tratta di 166mila euro, poco più del 10 per cento del totale incassato dai privati. Si va da un minimo di mille euro di finanziamento, elargiti per esempio da Darco Consulting, Mas spa, S.&C. Trasporti etc., ai 20mila corrisposti da Todini costruzioni spa, Ciaccia appalti srl, Edil casa edilizia, etc.

Oltre ai 21 milioni di finanziamenti pubblici e privati, che lieviteranno con le altre rate dei rimborsi ai partiti da parte dello Stato, alla politica sono arrivati soldi anche attraverso il sostegno (passato dai 4 milioni del 2010 agli 8 del 2011) ai gruppi del consiglio regionale del Lazio. Un fiume di denaro pubblico di cui tutti sapevano, dal presidente del Consiglio regionale Mario Abruzzese alla governatrice Renata Polverini che ora si strappa le vesti, dà ultimatum e minaccia di dimettersi.

 

 

PIER FERDINANDO CASINI PIER FERDINANDO CASINI CASINI PIER FERDINANDO CASINI MARIO ABBRUZZESE jpegRenata Polverini

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