evgeny prigozhin

LO "CHEF DI PUTIN" RISCHIA DI FINIRE FRITTO IN PADELLA! SULLA CARTA, PRIGOZHIN, CAPO DELLA WAGNER, HA TUTTI CONTRO: I MILITARI, I CECENI DI KADYROV, I SERVIZI SEGRETI. MA HA LA FAMA DI UOMO DURO, A CUI UNA PARTE DI RUSSIA GUARDA CON BENEVOLENZA, SMARRITA DALLE INCERTEZZE E DALLE DISFATTE DI PUTIN. FORSE QUELLA DI PRIGOZHIN È STATA LA MOSSA DELLA DISPERAZIONE: HA CAPITO CHE LO SCACCO MATTO STAVA ARRIVANDO E...

Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per repubblica.it

 

prigozhin

Forse Prigozhin ha capito che lo scacco matto stava arrivando e ha tentato di rovesciare il tavolo prima che fosse troppo tardi. La sua ragnatela infinita di informatori nella macchina militare russa lo ha informato della mobilitazione dei reparti speciali e di quel via vai di quadrireattori Ilyushin che spostavano soldati, con un traffico giovedì e venerdì mattina nei cieli tra San Pietroburgo, Mosca e il Mar Nero come non si vedeva dai giorni dell’invasione dell’Ucraina.

 

Così il padre padrone della Wagner ha cercato di prendere in contropiede i suoi rivali, studiando ogni passo con la maestria della disinformatia, l’arte sovietica della propaganda che oggi viene banalizzata come fake news. La disinformatia è molto di più, serve a delegittimare gli avversari ma anche a dare una carica emotiva agli amici.

vladimir putin parla alla nazione dopo il colpo di stato di prigozhin

 

 

Anzitutto ha diffuso un video - quasi sicuramente falso - di un attacco missilistico lanciato dall’esercito contro un accampamento dei suoi guerrieri privati. Il casus belli per giustificare la rivolta agli occhi di uomini abituati a obbedire al capo servendo la patria: chi cerca di uccidere gli “eroi” che sono al fronte per servire la Russia - questo è il messaggio - non merita rispetto. Poi ha smontato la narrativa del Cremlino, forse la scelta più eversiva, dichiarando in video che non c’erano motivi per invadere l’Ucraina e che l’intera “operazione militare speciale” era una montatura del ministro della Difesa Shoigu, il suo arcidiavolo, che ha mandato al massacro i soldati russi. Infine l’appello a scendere in piazza per ribellarsi a questa banda di generali inetti e corrotti. Il dado è tratto. Senza mai nominarlo, il capitano di ventura ha lanciato la sfida al suo amico e committente, con cui ha condiviso l’ascesa al potere nell’ultimo quarto di secolo: Vladimir Putin.

prigozhin

 

 

Probabilmente nelle cinque ore in cui si sono succedute queste dichiarazioni gli incursori del Gru, l’intelligence militare fedele a Shoigu, o quelli del Fsb, l’ex Kgb più vicino al Cremlino, sono scattati con la massima discrezione per cercare di catturare lui e i suoi luogotenenti, ancora prima che venisse resa nota l’apertura di un procedimento penale. Hanno tentato operazioni chirurgiche, senza irrompere nel palazzo da archistar di San Pietroburgo e nelle caserme di retrovia per evitare in tutti i modi uno scontro aperto con i suoi pretoriani. Ma i raid sono stati inutili e c’è chi sostiene che alcune unità scelte di parà, appena conosciuto il bersaglio, si siano rifiutate di prendervi parte. Fallito il blitz, con il calare della notte nei palazzi della nomenklatura si è diffusa la paura che sarebbero stati i manipoli della Wagner a passare all’offensiva, soprattutto a Rostov, dove c’è il comando dell’armata che combatte in Ucraina.

prigozhin minaccia putin

 

Sulle dozzine di canali Telegram animati dai blogger militari russi, così influenti tra la truppa da venire consultati da Putin in persona, si è scatenato subito un dibattito drammatico. A chi credere? Seguire il condottiero di Bakhmut, un capo coraggioso sempre sulla linea del fuoco con i suoi “musicisti”? O obbedire al ministro della Difesa che manda i reparti all’assalto ma si tiene lontano dalle trincee? Alcuni non hanno esitato: “E’ il presidente che comanda, sarà lui a giudicare. Noi evitiamo di dividerci e pensiamo a vincere la guerra”. Altri invece sposano la linea del golpe: “A San Pietroburgo se si dovesse scegliere nessuno avrebbe dubbi. Putin nessuno sa dove sia, è fuori dalla realtà”.

 

(…)

 

 

 

EVGENY PRIGOZHIN

 

Poi, tempo un’ora, Prigozhin annuncia la sua marcia su Rostov. Ha varcato il Rubicone, andando allo scontro frontale con il Cremlino. Sulla carta, ha tutti contro: i militari, la rosvgardia, i ceceni di Kadyrov, i servizi segreti. Ma ha la fama di uomo duro, a cui una parte di Russia guarda con benevolenza, smarrita dalle incertezze e dalle disfatte di Putin. Quanto è grande il consenso del centurione? Lo capiremo oggi, con la certezza che nulla sarà più come prima.

evgeny prigozhin e i soldati wagner morti a bakhmut evgeny prigozhin annuncia il ritiro della wagner da bakhmut evgeny prigozhin contro shoigu e gerasimov valery gerasimov sergei shoigu

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