paolo cirino pomicino

CIRINO ACCESO - POMICINO: "MANI PULITE FU VOLUTA DALLA BORGHESIA AZIONISTA GUIDATA DA DE BENEDETTI CHE SOGNAVA IL GOVERNO DEL PAESE - NEL 1991 EBBI UNA VISITA DALL’INGEGNERE CHE MI SPIEGO’…" - LA SVENDITA DELL’ECONOMIA ITALIANA IN MANO PUBBLICA E I FAMOSI ESPONENTI DEL SALOTTO BUONO DEL CAPITALISMO "CHE SONO ANDATI ALL' ESTERO O HANNO VENDUTO AGLI STRANIERI, O SONO FALLITI" – E POI I PM CHE “HANNO ANCORA TROPPO POTERE", IL RUOLO DI DAVIGO, LA COLPA DEL VECCHIO PCI, L’ERRORE E IL MERITO DI SALVINI...

Maurizio Caverzan per La Verità

 

PAOLO CIRINO POMICINO

Il cellulare di Paolo Cirino Pomicino squilla con insistenza.

«Sono l' ultimo sopravvissuto che parla e mi cercano in tanti», si giustifica. «Ma devo fare i conti con la mia età e le mie energie». Ottantenne, con il cuore e un rene trapiantati e un lungo avvenire dietro le spalle, l' ex ministro del Bilancio dei governi Andreotti, ha ancora le giornate piene: «Partecipo a convegni, seguo la politica e sono presente in alcuni consigli di amministrazione».

Lo incontro nel suo ufficio romano, scrivania affollata di carte e giornali.

 

Quante vite ha, onorevole Pomicino?

«Diverse. Anche perché sono nato il 3 settembre 1939, alle 7 del mattino. Alle 11 la Gran Bretagna dichiarò guerra alla Germania di Hitler e alle 17 la Francia fece altrettanto».

Nato sotto le bombe.

«Sì, ma fin da subito c' era il segno della Provvidenza. Perché il mio arrivo consentì a mio padre di non essere chiamato al fronte in quanto padre di cinque figli».

 

PAOLO CIRINO POMICINO PAPA GIOVANNI PAOLO II

Dalla data di nascita e dall' esenzione militare di suo padre ha preso più lo spirito combattivo o quello pacifico?

«Entrambi. In quegli anni bisognava saper scegliere i nascondigli giusti per ripararsi dalle bombe, ma anche saper combattere per sopravvivere e riacquistare la libertà. La famiglia numerosa è stata una grande scuola di tolleranza».

 

Invece, la scuola vera?

«Ci andai a 5 anni. Ho fatto tutti gli studi dai Fratelli delle scuole cristiane».

 

Come mai?

«Mia madre era una donna di grande fede. Quando mio fratello Mariano, secondogenito, morì a 33 anni, e le diedi la notizia, rivolgendosi a un quadro della Madonna di Pompei, disse piangendo: "Non ti capisco, ma te lo affido". Quella testimonianza ci ha accompagnato in tanti altri momenti tragici».

 

Lei è medico chirurgo, specializzato in neurologia.

«In malattie nervose e mentali, per l' esattezza. Ho fatto dieci anni d' ospedale, diventando assistente ordinario in neurochirurgia e poi aiuto nella divisione di neurologia».

 

PAOLO CIRINO POMICINO

E invece come diventò ministro del Bilancio e della Funzione pubblica con Andreotti e De Mita?

«Arrivai alla Camera nel 1976, ma dopo la prima legislatura nella commissione Sanità, scelsi quella del Bilancio, dove fui presidente per 5 anni, facendo diventare quella commissione leggendaria grazie anche a tutti i suoi autorevoli componenti».

 

Come si avvicinò ad Andreotti?

«Alle politiche del 1972 Giulio fu capolista a Napoli. E, da giovane consigliere comunale, m' impegnai per la sua elezione. Ebbi modo di conoscerlo e insieme ad altri amici fondammo la corrente andreottiana».

 

carlo de benedetti

Perché la chiamavano 'o ministro?

«Il copyright è di una rivista scandalistica che agiva nel sottobosco della politica. E che, non avendomi in simpatia, manifestò così il suo disprezzo. Miserie».

 

Come nacque Geronimo, altro soprannome, stavolta scelto da lei, con il quale firmava commenti e retroscena sui quotidiani?

CARLO DE BENEDETTI

«Da una telefonata a Vittorio Feltri quando dirigeva l' Indipendente e titolò in prima pagina "Pomicino inguaia Napolitano". Telefonai per contestarlo e Feltri prese atto. Quando lo invitai a chiamarmi se avesse avuto bisogno di un articolo, mi disse: "Lo scriva oggi"».

 

Geronimo?

«Era il grande capo Apache che non si arrese alle truppe nordiste. Ed anch' io continuo a non arrendermi».

 

Ai magistrati?

«Non solo a loro e alle loro truppe mediatiche».

 

Non godeva di buona stampa?

PAOLO CIRINO POMICINO GIULIO ANDREOTTI

«Prima del 1992 sì, tanto che nel 1991 ebbi una visita di Carlo De Benedetti, con il quale c' era un rapporto di stima reciproca, che mi spiegò il disegno politico al quale stava lavorando».

 

Un governo nel quale lei avrebbe dovuto essere ministro.

«Sì, in un sistema politico diverso da quello vigente. Risposi scherzosamente dicendo che, a nostra volta, io e Andreotti stavamo pensando a un grande disegno industriale e volevamo lui come nostro imprenditore. Fu il primo segnale dello scontro tra finanza e politica».

 

Dopo quel rifiuto cambiò l' atteggiamento dei giornali del gruppo Espresso?

«Già mi erano contro, ma poi divennero feroci».

 

Altre vite: il trapianto di cuore nel 2007.

«E quello di rene nel 2019 Il trapianto di cuore fu preceduto da due interventi di by pass, a Houston nel 1985 e a Londra nel 1997. Nel 2006, l' anno prima del trapianto ero stato rieletto deputato con la nuova Dc di Gianfranco Rotondi ma, contro il mio parere, eravamo confluiti nel Pdl. Parte di quella breve legislatura la feci in ospedale. Poi Silvio Berlusconi decise di non candidarmi, facendomi un piacere».

 

Perché?

PAOLO CIRINO POMICINO

«Potei iniziare una nuova vita».

Infatti nel 2014 si è sposato con Lucia Marotta, di 27 anni più giovane.

«Dal 2000 ero separato. Ho incontrato una donna intelligente e generosa con la quale dopo diversi anni mi sono sposato civilmente».

 

Perché ha intitolato il suo libro sulla seconda repubblica La Repubblica delle giovani marmotte?

«È un' immagine per descrivere la nuova situazione politica dopo Mani pulite. Diventammo improvvisamente un Paese privo di ogni cultura politica. Siamo l' unico Paese europeo, infatti, a non avere un partito liberale, socialista, verde o democratico cristiano. La responsabilità fu del vecchio Pci che, alimentando l' opzione giudiziaria per sconfiggere i partiti del vero centrosinistra, lavorò per cancellare la cultura politica di tutti avendo perduto la propria».

 

Mani pulite è una conseguenza del crollo del Muro di Berlino.

«Sotto le sue macerie non è rimasto solo il partito comunista ma, grazie ai ragazzi della via Pál della Procura di Milano, anche i partiti che avevano vinto la battaglia della storia.

Mani pulite fu voluta dalla borghesia azionista guidata da De Benedetti. Il quale pensava di essere la nuova testa del futuro governo del Paese, che avrebbe sommato l' élite finanziaria e industriale del salotto buono del capitalismo italiano al Pci di Achille Occhetto e Luciano Violante, ancora in possesso di una forte organizzazione territoriale».

PAOLO CIRINO POMICINO GIULIO ANDREOTTI

 

Sui giornali e nelle ricostruzioni storiche si è parlato poco di questo disegno.

«Nel 1992, quando il centrosinistra raccolse il 55% dei consensi, doveva iniziare una legislatura a guida socialista con un presidente della Repubblica democristiano. Un assetto politico non gradito all' intelligence americana e a quell' area composta dal Pci e dalla borghesia azionista che sognava di fare grandi affari con la vendita, o meglio la svendita, del 25% dell' economia italiana in mano pubblica a finanziarie internazionali. Basta leggere le memorie di Giuseppe Guarino per rendersene conto».

 

Una svendita che poi è realmente avvenuta.

«Oggi si è completata. Ma invece di risanare i conti pubblici, il debito si è triplicato, passando, a moneta corrente, da 839 miliardi di euro del 1991 a 2.400 miliardi attuali, con un pesante impoverimento del ceto medio. I famosi esponenti del salotto buono del capitalismo italiano sono andati all' estero o hanno venduto agli stranieri, o sono falliti. E il Paese è rimasto senza politica, senza economia e con una ricchezza elitaria».

salvatore rossi e paolo cirino pomicino foto di bacco

 

La nascita dei populismi è la reazione a questa situazione?

«Non c' è dubbio. Il populismo l' abbiamo conosciuto anche nel 1948 con Guglielmo Giannini, ma allora i grandi partiti lo inglobarono subito. Oggi, invece, quel vuoto della politica e delle sue culture ha reso l' Italia un Paese di consumatori e di produttori per conto terzi. Questo vuoto è stato riempito prima dal populismo rabbioso guidato da Beppe Grillo, poi da quello leghista, più organizzato e dotato di una certa identità politica».

 

Quali errori ha commesso in questi anni Matteo Salvini?

«Il primo è stato aver fatto un' intesa con i 5 stelle che sono la vera grande anomalia del Paese. Abbiamo affidato ruoli di responsabilità pubblica a personaggi inadeguati di cui Danilo Toninelli è stato il simbolo. L' unico fatto positivo è stato che Salvini ha ridotto alla metà il consenso dei 5 stelle».

 

Nessun altro errore?

«Un altro è quello di insistere sul cosiddetto sovranismo.

Una cosa è riformare l' Unione europea di oggi, un' altra è vagheggiare una autarchia nel pieno della globalizzazione.

Anche Donald Trump e Vladimir Putin vorrebbero sgretolare l' Unione europea per fare sul Vecchio continente una nuova Yalta».

 

Salvini è uno dei pochi politici che quando commette errori come in questi giorni lo ammette?

«Credo di sì ed è un' ottima scelta di marketing politico».

PAOLO CIRINO POMICINO DE MITA

 

Di Matteo Renzi scrive che è uno scout scelto da «terribili forze che lo hanno sempre sostenuto». Chi sono queste forze?

«Ambienti finanziari nazionali e internazionali che desiderano stabilità politica. Renzi rappresentava questa speranza, ma è stato purtroppo divorato dal personalismo, ritenendo di poter colloquiare con il popolo eliminando i cosiddetti corpi intermedi. Un errore di gioventù. Ha dimenticato che un grande leader è quello che convince non quello che ordina».

 

Che cosa significa il fatto che in soli tre anni il Pd di Renzi e il M5s hanno visto drasticamente ridimensionati i loro consensi?

«Che non sanno rispondere alla domanda che qualunque elettore alla fine fa ai partiti: prima di dirci cosa volete, spiegateci chi siete».

 

Un difetto di identità?

«Esatto».

 

Un rischio che corre anche la Lega di Salvini?

«Non a caso Giancarlo Giorgetti, di formazione democristiana, ha suggerito di mettere la foto di Renzi sulla scrivania.La Dc e il Pci e il Psi sono durati quarant' anni perché avevano un' identità e i loro elettori un senso di appartenenza».

 

Dopo le dimissioni di Luigi Di Maio quanto durerà il M5s?

«Sarà sempre più insignificante e prima o poi divorato dal Pd e dalla Lega».

 

Con la globalizzazione tramontano i partiti e prevalgono i poteri forti?

pippo baudo saluta paolo cirino pomicino foto di bacco

«Non per la globalizzazione, che è un processo inarrestabile, ma per la finanziarizzazione dell' economia che è la vera peste del terzo millennio. Inoltre, la finanza controlla l' 80% dell' informazione dando vita così a un intreccio di potere fortissimo».

 

Lei nota che per quasi trent' anni il ministro dell' Economia è stato un tecnico. La scelta di Roberto Gualtieri deve rincuorarci?

«Credo proprio di sì, ma deve ancora prendere confidenza con la finanza pubblica e con un' economia stagnante».

 

Nei giorni scorsi si è tornato a parlare del tesoro di Bettino Craxi, ma non si parla mai del tesoro immobiliare di Antonio Di Pietro.

«Sono i grandi silenzi di quella stampa che applaudiva alla distruzione del sistema politico che aveva fatto dell' Italia la quinta potenza industriale».

Di recente Di Pietro ha detto che non puntava contro Craxi, ma sull' ambiente malavitoso che girava attorno ad Andreotti.

michele mirabella saluta paolo cirino pomicino foto di bacco

«Le balle di Di Pietro non si contano più. Giovanni Falcone, eroe dell' antimafia, fu direttore degli Affari penali nel governo Andreotti e un giorno, come ho testimoniato al processo di Palermo, mentre ero in attesa nell' ufficio di Andreotti, ne vidi uscire Falcone e Salvo Lima insieme. Se tanto mi dà tanto, allora anche Falcone sarebbe stato amico degli amici».

 

Con i 5 stelle al governo cresce il potere della magistratura?

paolo cirino pomicino e la moglie lucia foto di bacco

«Cresce il potere dei pubblici ministeri, che è una cosa diversa, perché essi sono gli unici italiani non punibili nell' esercizio del proprio ufficio».

 

Manette agli evasori e abolizione della prescrizione.

paolo cirino pomicino foto di bacco

«Tutti poteri dei pm che nella maggior parte dei casi soggiogano i giudici delle udienze preliminari, ma per fortuna non i collegi giudicanti. Infatti, circa il 40% dei processi si conclude con l' assoluzione. L' ideologo di queste leggi è Piercamillo Davigo».

 

Il 40% dei processi si conclude con l' assoluzione, ma spesso non lo si viene a sapere, com' è accaduto nel caso dell' ex ministro Calogero Mannino.

«È una vicenda scandalosa. Mannino è stato assolto dopo vent' anni di sofferenze e oltre due anni di carcere preventivo. Tutto, nel silenzio complice di gran parte del mondo dell' informazione».

 

Qual è il suo giudizio sul governo attuale?

paolo cirino pomicino intervistato

«Vuole che spari sulla Croce rossa? Certi video spiegano meglio di tante parole. Quello che mostra il tentativo del premier di mettersi in prima fila nella foto opportunity a Berlino suscita tenerezza per Conte e preoccupazione per l' Italia».

 

Come andranno le elezioni in Emilia Romagna?

«Vincerà Stefano Bonaccini e la Lega sarà il primo partito.

A meno di sorprese sempre possibili».

 

Non trova che le sardine siano piuttosto esangui?

«Le sardine rappresentano il bisogno di avere una politica all' altezza di un Paese moderno e con un linguaggio civile».

 

Non è l' antisalvinismo la loro prima istanza?

«Sono partite così, ma sottotraccia la richiesta è rivolta anche ai 5 stelle e a un Pd sempre più smarrito e spesso preda, come a Napoli, di ex magistrati che ritenevano la Dc napoletana collusa con la camorra. I giudici li hanno sbugiardati, ma il Pd li ha premiati».

paolo cirino pomicino e lorenzo guerini foto di bacco (2)paolo cirino pomicino (2)Pomicino Fiori e Formica Pomicino e Rino Formica paolo cirino pomicino (2)paolo cirino pomicinoil funerale di virna lisi paolo cirino pomicino CIRINO POMICINOCIRINO POMICINO SCIARELLI FUNERALI LETIZIA BERLINGUERPOMICINO CON FERRARAcirino pomicinopaolo cirino pomicino con la moglie lucia marottapaolo cirino pomicino fulvio abbate foto di baccovito gamberale paolo cirino pomicino roberto napoletano foto di bacco

 

paolo cirino pomicinocirino pomicino con la figlia ilariacirino pomicino publio fioripaolo mieli cirino pomicino marco damilanoromano prodi cirino pomicinoromano prodi franco carraro cirino pomicinopaolo cirino pomicinoPAOLO CIRINO POMICINO CON LA FIGLIA

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...