MANOVRE A SINISTRA! CIVATI A CENA CON SEL SI MUOVE ORMAI COME LA QUINTA COLONNA VENDOLIANA NEL PD. MA I BERSANIANI MOLLANO IL CINESE COFFERATI: CHISSENEFREGA DELLE PRIMARIE LIGURI, PUNTANO SU QUIRINALE E LEGGE ELETTORALE

1 - LE MOSSE DI CIVATI E SEL, TORNA L’IPOTESI SANSA

Ilario Lombardo per “Il Secolo XIX

 

RENZI 
CIVATI
RENZI CIVATI

Che farà ora Sergio Cofferati? È la domanda che assilla gli scontenti. Chi sperava nel Cinese per una rivincita della sinistra del Pd che partisse dalla Liguria. Se lo chiede Pippo Civati e con lui il suo braccio destro Luca Pastorino, deputato e sindaco di Bogliasco, che di fronte alla polveriera esplosa dopo la vittoria di Raffaella Paita ribadisce: «Sono convinto che lo spazio per un’operazione a sinistra del Pd ci sia, ma bisogna capire se qualcuno voglia rappresentarla ».

 

pippo civatipippo civati

La questione resta aperta, secondo Civati, perché quello che faranno Cofferati, Stefano Quaranta, Sel e i movimenti della sinistra ligure, potrebbe avere una rilevanza che non si limita solo alla regione». E’ il sogno della Liguria come laboratorio di un’alternativa. Ieri ne hanno parlato in una cena a Roma, Civati, Pastorino, Quaranta e Nicola Fratoianni. Anche il coordinatore nazionale di Sel sembra mettere una pietra tombale su una futura alleanza con il Pd ligure e invita a costruire «una Prospettiva diversa, a sinistra». Una prospettiva, una lista, che si può concretizzare soltanto con un candidato forte da opporre a Paita. Cofferati su questo tace, prende tempo.

 

vendola alla clochevendola alla cloche

E allora, da altre parti, torna con prepotenza l’ipotesi del giornalista del Fatto Ferruccio Sansa, l’uomo che potrebbe mettere d’accordo Sel, pezzi del Pd e grillini delusi dalla costrizione delle regole sulle candidature fissate da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Sansa per ora si lascia corteggiare, ma a chi gli è vicino confida: «Spero che non me lo chiedano ».

 

Molto dipenderà anche dalle scelte del M5S. Il capogruppo a Genova Paolo Putti aspetta una risposta da Grillo alla richiesta di una deroga alle “regionarie”. In 24 hanno superato il primo step. Manca solo il nome del candidato presidente: «Li ho pregati di percorrere altre ipotesi -spiega Putti-Un percorso come quello che il M5S ha attivato per scegliere il candidato presidente della Repubblica. Chiedere cioè a tutta la comunità ligure di indicarci chi vorrebbe come candidato e fare un voto online sulle 5 figure più nominate. Lo penso oggi ancora più di ieri, visto che la Paita porterà molti scontenti e con lei si apre una prateria».

 

2 - E LA MINORANZA DEM SCARICA IL CINESE

Alessandro Di Matteo “Il Secolo XIX

 

Raffaella PaitaRaffaella Paita

Il rischio-Napoli per ora sembra allontanarsi, Matteo Renzi in questo momento di tutto ha bisogno meno che di ritrovarsi pure con le primarie liguri annullate come accadde in Campania nel 2011 e per questo il premier ha dato mandato ai suoi di arginare anche i più scatenati, come era lo stesso Sergio Cofferati domenica sera a caldo. Il compito, come sempre in questi casi, è stato affidato al vice-segretario Lorenzo Guerini, uomo di mediazione, che infatti ha aspettato quasi 24 ore prima di fare un commento ufficiale su tutta la vicenda.

 

Nel frattempo si era mossa la diplomazia, anche tramite il segretario ligure Giovanni Lunardon, che era schierato proprio a sostegno dell’ex leader Cgil. Soprattutto, è venuto meno l’appoggio delle truppe d’elite della minoranza Pd, a cominciare da Pier Luigi Bersani e Gianni Cuperlo che solo venerdì scorso avevano lanciato preoccupati appelli proprio in vista della sfida tra Raffaella Paita e Cofferati.

 

FERRUCCIO SANSA FERRUCCIO SANSA

Lo scarto tra i due sfidanti, racconta un bersaniano, è stato il primo dato che ha spinto i big nazionali della minoranza alla prudenza: se la Paita avesse vinto per qualche centinaio di voti si sarebbe pure potuto prendere in considerazione di contestare la “legittimità” del voto, come lo stesso Cuperlo e Stefano Fassina avevano lasciato intendere venerdì.

 

Ma con più di 4mila voti di differenza l’operazione diventa ardua, «a meno che il comitato di garanzia che si riunisce mercoledì (domani, ndr) non dovesse certificare che il sospetto riguarda appunto almeno 5mila voti», spiega sempre la fonte bersaniana. Ma c’è anche un dato politico, oltre a quello meramente numerico: la vera partita, anche per la minoranza Pd, è quella del Quirinale, l’obiettivo è quello di condizionare Renzi soprattutto al momento dell’elezione del nuovo presidente, tra un paio di settimane.

 

«E’ chiaro – spiega un altro bersaniano - che tutti abbiamo in testa soprattutto quel passaggio. Ed è meglio giocare le nostre carte sulla legge elettorale, piuttosto che trasformare questa storia in uno scontro di livello nazionale».

 

arrivano i giovani grillo e casaleggio e zucconi si arrendearrivano i giovani grillo e casaleggio e zucconi si arrende

Non a caso ieri il bersaniano Miguel Gotor ha spiegato sul sito della Stampa che lui la riforma elettorale «così com’è» non la vota. E Alfredo D’Attorre, altro esponente della minoranza Pd, assicura che nella direzione del partito che si terrà venerdì prossimo proprio per avviare il percorso per la scelta del candidato per il Colle «noi la questione della norma salva-Berlusconi la riproporremo, Renzi deve chiarire perché non la cambia subito».

 

Per questo Guerini, in serata, parla per legittimare il risultato: «Se ci sono state situazioni non corrette saranno sanzionate ma va sottolineata la grande partecipazione. Ci sono state alcune segnalazioni di episodi ritenuti anomali su cui la commissione di garanzia assumerà decisioni in rispetto alle regole». Il vice-segretario Pd non accetta nemmeno l’ipotesi di riservare le prossime primarie ai soli iscritti al partito, come pure chiede da tempo la minoranza: «Così non sarebbero primarie. Le primarie sono uno strumento di partecipazione larga anche se questo non toglie che le regole vanno rispettate ».

Gianni Cuperloe bersani article Gianni Cuperloe bersani article

 

Toni simili a quelli del presidente del partito Matteo Orfini: «Se nei controlli dei seggi emergeranno delle irregolarità, quei seggi saranno annullati. Ma questo può verificarlo solo la commissione. L’annullamento però “mi pare improbabile, non lo chiede nemmeno Cofferati».

 

Insomma, salvo notizie eclatanti dal comitato di garanzia che si riunirà domani, l’ipotesi di annullare il voto e magari mettere in pista Andrea Orlando sembra sfumare. Il ministro della Giustizia sarebbe stato la «soluzione migliore», dice un bersaniano, «ma a questo punto...». Del resto, come spiega un altro esponente Pd vicino all’ex segretario «non possiamo ogni giorno fare battaglia su un tema diverso. Già stiamo dicendo che la legge elettorale così com’è non la votiamo». Sarà così che proveranno a condizionare Renzi sul Colle.

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)