FUOCO DI PAGLIA PER COGNATINI FINI - “VI RACCONTO IO CHI È GIANCARLO TULLIANI. UN ARROGANTE E PRESUNTUOSO FAVORITO DALL’EX LEADER DI AN” - PARLA GUIDO PAGLIA, EX DIRIGENTE RAI FINIANO - “APPENA COMPIUTA LA TRUFFALDINA VENDITA DELLA CASA DI MONTECARLO, FINI MI CHIEDE DI AIUTARE TULLIANI, CHE NON AVEVA ESPERIENZA O CAPITALI, AD OTTENERE DEI FATTURATI MINIMI GARANTITI IN RAI A BASE DI PRIME SERATE, FICTION E FILM STRANIERI. RIFIUTAI, MA LUI ALLA FINE OTTENNE QUALCOSA DA ALTRI VERTICI RAI”…

Guido Paglia scrive a Francesco Storace su http://www.ilgiornaleditalia.org/ , quotidiano di cui è lui stesso direttore editoriale

Caro Francesco,

in attesa che Gianfranco Fini tenga fede alla parola data (risata) e si dimetta (altra risata), visto che è ormai dimostrata la proprietà della casa di Montecarlo, consentimi di raccontare ai nostri lettori ciò che so di Giancarlo Tulliani. Per esperienza diretta, non per sentito dire. E' una vicenda "parallela" a quella dell'appartamento di Boulevard Princesse Charlotte, ma non meno indicativa per tracciare il ritratto del cognatino. Un ragazzotto arrogante e presuntuoso, per favorire il quale l'ex-leader della destra ha cinicamente lesionato l'immagine e la credibilità di un'intera comunità.

Me lo mandò in Rai a metà del 2008, appena compiuta la truffaldina compravendita della casa ereditata dalla contessa Colleoni. Voleva mettere in piedi nientemeno che una società di distribuzione cinematografica. Cercai di dissuaderlo, lo feci parlare con gli amici di Rai Cinema, perché si convincesse dell'impossibilità di realizzare un progetto del genere senza adeguati capitali da investire. Per settimane, non ci fu niente da fare. Nel frattempo, in pieno delirio di onnipotenza, provvedeva a martellare di mail un mio amico grafico per la realizzazione (gratis) di un sobrio logo per la società : "Giant", giocando cioè sulle sue iniziali e sul termine inglese "gigante".

Chiesi aiuto a Fini per frenare il megalomane. Fece finta di essere disinteressato al problema: " Cinema? Credevo si interessasse di investimenti immobiliari... Se vuole buttare soldi, faccia come gli pare...". Era proprio vero, si interessava, eccome, di investimenti immobiliari. Lui lo sapeva benissimo.

Tulliani insiste e mi chiede di aiutarlo ad accreditarsi al Festival del Cinema di Roma. Lì, finalmente, si rende conto dell'impraticabilità del progetto. Ma non si arrende, anzi raddoppia. La "Giant" diventa "Giant Entertaiment". Ora l'obiettivo è proprio la Rai : oltre al cinema, intrattenimento e fiction. Gli spiego che non si può fare niente, che esistono regole precise e ci sono file lunghissime di professionisti con ottimi prodotti, tutti in lista d'attesa. La reazione è un misto di arroganza e di isterismo. Alla fine, tanto per usare un eufemismo, lo metto alla porta.

Passano pochi giorni e vengo convocato alla Camera. Arrivo nell'anticamera dell'ufficio del Presidente e subito dirottato più su, nell'appartamento privato. Fini mi aspetta con il cognato. Sento subito odore di bruciato e non mi sbaglio. Un po' imbarazzato, Gianfranco mi chiede di aiutare Tulliani ad ottenere dei fatturati minimi garantiti a base di prime serate, fiction e acquisti di film stranieri. Resto basito e ricomincio la spiegazione di come funziona la Rai: iscrizione all'Albo dei fornitori, presentazione di progetti di spettacoli e di soggetti per seriali, mini-serie e movie, proposte d'acquisto o diritto d'antenna per i film.

Valutazioni che richiedono tempi lunghi e rendono impossibili sia i cosiddetti "minimi garantiti" che -soprattutto- un volume di fatturato importante per un imprenditore sconosciuto e privo di esperienza. Tulliani non mi fa finire e strilla come un'aquila (chiedo scusa alle aquile). Secondo lui, le mie risposte nascondono la difesa di altri "interessi" e che non gli interessano le "briciole". Vorrei mettergli le mani addosso e mi trattengo solo per Gianfranco: per me, è ancora un amico.

Mi alzo, prendo l'impermeabile e me ne vado, inseguito invano dai richiami imbarazzati di Fini. Il giorno dopo, gli scrivo una lettera accorata, convinto che abbia capito la "gaffe" che il cognato gli ha fatto fare. Non mi ha mai risposto. Anzi, da quel momento sono diventato un nemico e mi ha danneggiato come ha potuto.

Ma né lui, né Tulliani, si sono arresi. Cambiati i vertici Rai, ho ritrovato questo squallido personaggio nelle anticamere di altri alti dirigenti. E alla fine qualcosa è perfino riuscito ad ottenere: le tanto disprezzate "briciole", appunto.

Tutto questo, condito di date, nomi, cognomi e ulteriori dettagli, lo racconterò esattamente tra un anno quando sarò sentito come testimone nella causa civile che lo sfacciato cognato del Presidente della Camera ha intentato contro "Panorama". Nella citazione, sostiene di non aver mai avuto niente a che fare con la Rai. Non vedo l'ora di incontrarlo (spero abbia il coraggio di essere presente) e di rispondergli davanti a un giudice.
Guido Paglia

 

GUIDO PAGLIA FINI ELI E GIANCARLO TULLIANI giancarlo tullianigiancarlo e elisabetta tullianiviale mazzini

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...