renzi matteo padoan pier carlo

COL CAPPELLO IN MANO – SULLA MANOVRA DI FINANZA PUBBLICA RENZI E PADOAN PORTANO A CASA 13 MIILIARDI DI SCONTO DALL’EUROPA, CHE È LA CIFRA CHE POTREMO FINANZIARE IN DEFICIT – COPERTO IL TAGLIO DELLE TASSE SULLA CASA, MA I 10 MILIARDI DI SPENDING REVIEW RESTANO UNA SCOMMESSA

Alessandro Barbera per “La Stampa

 

A Matteo Renzi le regole che governano l’Europa non piacciono per nulla. Non lo nasconde, e se può evita di farsi trascinare in lunghe discussioni su questo o quel dettaglio tecnico. Ma al dunque, quando arriva l’ora delle decisioni, a Palazzo Chigi e al Tesoro sono costretti a infilarsi in quel groviglio di regole e vincoli, e a trattare con Bruxelles per ottenere uno zero virgola in più o in meno. Dietro a quei numeri c’è molta più politica di quanto non si immagini.

RENZI PADOAN RENZI PADOAN

 

Per decidere i numeri del Documento di economia e finanza approvato ieri dal Consiglio dei ministri il governo ha trattato fino all’ultimo, fino al pranzo consumato al Tesoro fra Padoan e il commissario francese agli Affari monetari Pierre Moscovici.

 

I magic numbers sui quali il governo si giocava i margini per l’imminente manovra sono sempre gli stessi: quelli che stimano la crescita, il deficit - le maggiori spese in corso d’anno - e lo stock di debito dell’anno prossimo. La prima è prevista all’1,6 per cento, due decimali in più di quanto finora previsto, il deficit al 2,2 per cento della ricchezza prodotta, il debito è fissato al 131,4. Se confrontati con i numeri di quest’anno, il primo aumenta, il secondo scende (ma meno di quanto era inizialmente previsto), il terzo anche, e sarebbe la prima volta dal 2007.

 

RENZI E PADOANRENZI E PADOAN

Il premier avrebbe voluto spingere il deficit pubblico del 2016 almeno fino al 2,5 per cento, ben sette decimali sopra l’obiettivo finora promesso (1,8 per cento), un decimale sotto la previsione (2,6 per cento) per la fine di quest’anno. Nelle intenzioni di Renzi quella stima era sufficiente ad evitare l’accusa di sbracare. L’Europa ha detto no: se il deficit avesse raggiunto quella soglia, il governo non avrebbe rispettato l’impegno di fermare l’aumento del debito. Di qui la decisione di fermarsi (almeno sulla carta) a +2,2 per cento.

 

Ma nel frattempo a Palazzo Chigi hanno escogitato una strada per avere qualcosa di più: la richiesta di un ulteriore margine di due decimali (tre miliardi di euro) per affrontare l’emergenza migranti. Se verrà accolta, Renzi avrà ottenuto in tutto 16-17 miliardi, esattamente la cifra che sbandierò in pubblico ormai un mese fa.

pier carlo padoan, pierre moscovici e michel sapin 4193e149pier carlo padoan, pierre moscovici e michel sapin 4193e149

 

La somma della flessibilità già ottenuta quest’anno (circa 6,5 miliardi) e il margine che il governo ha già ottenuto per il prossimo vale 13 miliardi. Quello sarà l’ammontare minimo che verrà usato (in deficit) per finanziare la manovra del 2016 da 27 miliardi. Il resto lo garantiranno i tagli di spesa (il governo ne promette per dieci miliardi, non è ancora chiaro se li troverà tutti) e qualche miliardo (fino a quattro) di entrate una tantum, ciò che il Tesoro spera di ottenere dal rientro dei capitali all’estero.

 

 «C’è la svolta, acceleriamo, la manovra sarà espansiva», dice Renzi. ??Nella premessa che accompagna il nuovo Documento, Padoan sottolinea che così si cercherà di conciliare rigore e sostegno alla ripresa. Nella migliore delle ipotesi, la manovra per il 2016 sarà finanziata in deficit per la metà del suo ammontare e il debito resterà saldamente oltre il 130 per cento della ricchezza prodotta.

piercarlo padoan  con la mogliepiercarlo padoan con la moglie

 

Ma è pur vero che la Germania, negli anni in cui fece le riforme che spesso gli si invidia, andò ben oltre il tre per cento che noi continuiamo a rispettare. Solo il tempo ci dirà se il governo riuscirà nell’impresa. Padoan ci crede, e spiega il perché della sua scelta essenzialmente con tre argomenti: un rallentamento dell’economia globale, un’inflazione ancora troppo bassa rispetto a quanto si sperasse di ottenere con l’avvio del piano Draghi, la necessità di insistere nel sostegno alla domanda e all’occupazione, «che deve aumentare ad un ritmo più sostenuto». ?Twitter @alexbarbera

franco bassanini pier carlo padoanfranco bassanini pier carlo padoan

 

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO