sergio mattarella giorgia meloni meme

MELONI CON IL FIATO SUL COLLE - AL QUIRINALE VOGLIONO FARE DI TUTTO PER ORGANIZZARE IL GIURAMENTO DEL NUOVO GOVERNO ENTRO DOMENICA 23 OTTOBRE PER EVITARE IL VIA AL GOVERNO NEL CENTENARIO DELLA MARCIA SU ROMA (IL 28 OTTOBRE) - SPUNTA IL MINISTERO DEL PNRR. QUALCUNO DI FRATELLI D’ITALIA HA PROPOSTO DI CHIEDERE A ROBERTO GAROFOLI, UOMO DI FIDUCIA DI DRAGHI A PALAZZO CHIGI E GUARDIANO DEI PROGETTI DEL RECOVERY FUND, DI RESTARE. MA...

Ilario Lombardo e Francesco Olivo per la Stampa

 

SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI MEME

Al Quirinale vogliono fare di tutto per organizzare il giuramento del nuovo governo entro domenica 23 ottobre. E non solo perché in quei giorni l'Europa attende le bozze della legge di Bilancio e, nonostante sia ormai certa una proroga della scadenza, il presidente Sergio Mattarella non intende tirarla troppo in lungo.

 

Ma anche perché il calendario gioca un brutto scherzo e, come tanti, pure al Colle hanno notato una coincidenza. Il 28 ottobre cade il centenario della marcia su Roma e tenere a battesimo quel giorno, o subito prima o subito dopo, il primo governo di un partito nato da radici post-fasciste potrebbe avere del clamoroso e scatenare il giubilo dei nostalgici di Predappio.

 

Ma, forse, la prima a non volerlo è proprio lei, Meloni, anche per levarsi di dosso l'etichetta di erede del Ventennio e legittimarsi come leader conservatrice moderna, all'estero prima di tutto.

 

poster mattarella meloni letta

La presidente di Fratelli d'Italia ha già un canale aperto con il Quirinale e ha assicurato di avere le idee chiare sul governo. C'è solo un nodo gigantesco da sciogliere, che si chiama Matteo Salvini: che ruolo avrà, e quale ministero. L'unica certezza, al momento, è che non andrà al Viminale. Su questo, Mattarella e Meloni sono in perfetta sintonia. L'esperienza gialloverde del 2018-2019 è un precedente che il Capo dello Stato non vuole più ripetere. Per l'Interno resta forte l'ipotesi di un prefetto: Giuseppe Pecoraro, appena eletto deputato in quota FdI, oppure Matteo Piantedosi, ex capo di gabinetto di Salvini, un nome che acquieterebbe in parte le intemperanze del leghista.

 

Meloni è già al lavoro. Ieri si è divisa tra la sede di via della Scrofa e il suo ufficio alla Camera, con in testa l'obiettivo di non vanificare il minimo di credito istituzionale che le è stato concesso in queste settimane.

 

mattarella meloni 2

Una lunga fase in cui ha provato a rassicurare in tutti i modi elettori e alleati internazionali che lei non è solo l'urlatrice turbosovranista salita sul palco dell'ultradestra spagnola di Vox. Giura che non farà scelte che possano compromettere la stabilità dell'Italia. I nomi dei futuri ministri serviranno come punti di riferimento per orientarsi e dare prova che questa resta la sua intenzione. La dottrina Draghi peserà ancora nelle scelte dei prossimi mesi.

 

A partire dalla manovra e dal Piano nazionale di ripresa e di resilienza. In diverse riunioni con i fedelissimi si è parlato di dedicare al Pnrr un ministero ad hoc, o la delega di un sottosegretario, e qualcuno di FdI ha proposto di chiedere a Roberto Garofoli, uomo di fiducia di Draghi a Palazzo Chigi e guardiano dei progetti del Recovery fund, di restare. Difficile che accada, ma questa è la prova, dicono dal partito di Meloni, che il governo non stravolgerà il Piano, anche se resta l'idea di ritoccare i fondi per ampliare la quota destinata all'energia. Ma Meloni ha in programma anche un altro ministero nuovo di zecca. Quello del mare. Lo aveva annunciato durante la convention di FdI a Milano, a fine aprile.

 

Mentre starebbe pensando di affidare al fedelissimo Giovanni Donzelli i Rapporti con il Parlamento, ministero delicatissimo per la tenuta della maggioranza.

mattarella meloni

 

Prima però, la leader deve riempire le caselle di peso. Fabio Panetta continua a mostrarsi riluttante per la poltrona di ministro dell'Economia.

 

Se insisterà sul "no", anche per tutelare la sua corsa a governatore di Bankitalia, il centrodestra, a quel punto, si rivolgerà a Domenico Siniscalco. Sempre nell'ottica di non turbare le relazioni globali, Meloni starebbe pensando di offrire gli Esteri a Elisabetta Belloni, ex segretario generale della Farnesina, attualmente capo del Dis, il dipartimento che coordina i servizi segreti.

 

roberto garofoli mario draghi daniele franco roberto cingolani

Già evocata in passato per questo ruolo in altri governi, Belloni è stata anche la candidata per il Quirinale del M5S e della Lega. Se non sarà lei, potrebbe toccare ad Antonio Tajani. Il coordinatore di Forza Italia ci spera, forte di una lunga esperienza alla guida dell'Europarlamento. I rapporti con Bruxelles potrebbero finire in mano a Raffaele Fitto, in pole come ministro agli Affari Ue.

roberto garofoli mario draghi daniele franco roberto cingolani ROBERTO GAROFOLI E MARIO DRAGHIROBERTO GAROFOLI MARIO DRAGHI ROBERTO GAROFOLI

mattarella meloniMATTARELLA E GIORGIA MELONIBERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLAgiorgia meloni applaude mattarella

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…