hillary clinton cjpg

TUTTI TRANNE HILLARY - COME NEL 2008, LA CLINTON PARTE FAVORITA, ARRIVA BOLLITA. MA STAVOLTA È PIÙ TRANQUILLA: A SFIDARLA È UN VECCHIO SOCIALISTA, NON UN GIOVANE FIGACCIONE CHE PROMETTEVA 'CHANGE' - L'UNICO VERO PERICOLO È BIDEN, CHE POTREBBE SCENDERE IN CAMPO DOPO IOWA E NEW HAMPSHIRE

Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera

 

BILL E HILLARY CLINTON CON LA NIPOTEBILL E HILLARY CLINTON CON LA NIPOTE

«Il problema di Hillary è che non rappresenta il futuro: è un brand, un marchio stanco in un mercato politico esausto». Il giudizio, tagliente e impietoso, è anche di parte: viene da Brad Todd, un esperto di «marketing politico» del partito repubblicano. Va quindi preso con le molle. Ma forse contiene almeno parte della spiegazione del fenomeno che sorprende i democratici e fa gioire i repubblicani: il crollo di Hillary Clinton nei sondaggi per le presidenziali 2016.

 

joe biden hillary clintonjoe biden hillary clinton

L’ultimo dato, il più allarmante, riguarda la caduta del sostegno delle donne democratiche, il suo presunto zoccolo duro. Secondo l’indagine Washington Post-Abc News pubblicata ieri, è sceso in sole otto settimane di ben 29 punti: dal 71 al 42 per cento. È ancora molto più dell’unico rivale di peso fin qui sceso in campo, certo.

 

hillary for presidenthillary for president

Ma il radicale di sinistra Bernie Sanders, il cui consenso tra le donne all’inizio della campagna era appena al 2 per cento, ora è salito al 27. Del resto nei sondaggi politici generali il senatore «socialista» del Vermont ha già superato da tempo l’ex segretario di Stato in New Hampshire e l’ha appena raggiunta in Iowa: i primi due Stati che voteranno per la «nomination» democratica, a febbraio. E ancora non ha deciso se scendere in campo il vicepresidente Joe Biden, i cui indici di gradimento sono pure in forte ascesa.

 

hillary clinton hillary clinton

Torna, per l’ex first lady, lo spettro del 2008, quando un vantaggio che pareva incolmabile fu eroso dall’«outsider» Barack Obama. Il quale, scoprirono poi i suoi strateghi elettorali, era riuscito a costruire una storia più affascinante e convincente, a trarre vantaggio dal fatto di essere un personaggio più giovane, fresco, proiettato verso il futuro.

 

bill e hillary clinton 1987bill e hillary clinton 1987

Anche oggi il team elettorale di Hillary è alla ricerca di una «nuova narrativa»: qualcosa che riduca la distanza tra lei e la gente comune. Fin qui non hanno funzionato né il fatto di presentarsi come una «everyday American», l’americana media (e, infatti, questa espressione sta sparendo dai suoi comizi), né lo «storytelling» legato alla figura della madre, donna coraggiosa che ha insegnato ad Hillary ad essere volitiva e tenace.

 

hillary clinton in iowahillary clinton in iowa

Ora la campagna della Clinton ci riprova. Prima ha fatto sapere che stava lavorando per aumentare il tasso di spontaneità nelle sue apparizioni pubbliche. «Pianificare a tavolino la spontaneità?» hanno ironizzato esperti elettorali anche democratici. E adesso il team della candidata sta postando nei canali dei social media, soprattutto Instagram e Facebook, vecchie foto, molte in bianco e nero, della Hillary del 1992: la donna giovane, impegnata e volitiva che lei era già prima di entrare alla Casa Bianca.

 

Funzionerà? Gli esperti ne dubitano: la Clinton di oggi è diversa, mostrare quella di un quarto di secolo fa serve a poco. Quelle immagini fanno pensare al passato anziché al futuro e non aiutano a rimuovere i dubbi di chi sospetta che nel caso delle email private Hillary abbia mentito e, comunque, si sia comportata con una certa arroganza del potere.

clinton e sandersclinton e sanders

 

Curioso come le cose possano cambiare sul piano dell’immagine: oggi la Clinton rischia una nomination già data per scontata anche per gli errori che ha commesso da segretario di Stato.

 

Eppure quattro anni fa era stato proprio il suo modo di interpretare quel ruolo, lavorando sodo in giro per il mondo senza alimentare polemiche, a garantirle il massimo storico della popolarità: il 66 per cento, molto più di Obama che allora era al 54 per cento (mentre Biden era al 46). Nella rilevazione Gallup del marzo 2011 la Clinton risultò «gettonatissima» dalle donne (tutte le americane, mentre il sondaggio di oggi è limitato a quelle che dichiarano di votare democratico): il 72 per cento rispetto al 59 degli uomini.

bernie sanders a hollywoodbernie sanders a hollywood

 

Hillary è convinta di essere ancora la favorita e adesso punta sui dibattiti televisivi dove pensa che emergeranno i limiti di Sanders, la cui proposta politica è molto sbilanciata a sinistra per gran parte dell’elettorato americano. Ma il sentiero per lei si fa più stretto. Ed è disseminato di incognite: dalle indagini dell’Fbi sul caso delle email alla sua prossima audizione al Congresso sulla morte dell’ambasciatore Stevens a Bengasi.

 

 

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…