raffaele fitto rocco buttiglione sylvie goulard

FITTO SULLA GRATICOLA – IL VICEPRESIDENTE MELONIANO È ATTESO DA UN SEVERISSIMO ESAME SCRITTO E ORALE DA PARTE DEL PARLAMENTO EUROPEO. SARÀ SOTTOPOSTO A DOMANDE A RAFFICA SU “COMPETENZE GENERALI, IMPEGNO EUROPEO, CONOSCENZA DEL FUTURO PORTAFOGLIO E CAPACITÀ DI COMUNICAZIONE” (VEDI IL SUO INGLESE CLAUDICANTE) – VERDI E SOCIALISTI SARANNO SPIETATI CON L'UNICO ESPONENTE DI ECR NEL GOVERNO URSULA – LA STORICA BOCCIATURA DI BUTTIGLIONE NEL 2004: FATALE FU LA SUA POSIZIONE SULL’OMOSESSUALITÀ, DEFINITA “INDICE DI DISORDINE MORALE” – NEL 2019 LA DRAMMATICA BOCCIATURA DELLA FRANCESE GOULARD, CHE SCOPPIÒ IN LACRIME

1. FITTO E GLI ALTRI COMMISSARI UE VANNO SOTTO ESAME: NOTTE DEI LUNGHI COLTELLI A STRASBURGO

Estratto dell’articolo di Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”

 

RAFFAELE FITTO - PARLAMENTO EUROPEO

Rocco Buttiglione era a un passo dal traguardo. Correva l’anno 2004. Designato dal governo Berlusconi, il presidente della Commissione José Manuel Barroso lo voleva commissario per la Giustizia, la libertà e la sicurezza. Alle domande a raffica degli eurodeputati della commissione parlamentare per le Libertà civili, il politico democristiano aveva risposto passando con sicurezza dall’italiano all’inglese e dal francese al tedesco. Ma le sue posizioni sull’omosessualità gli furono fatali.

 

«Indice di disordine morale», l’aveva definita, pur dichiarandosi contrario a ogni discriminazione. Era abbastanza per suscitare le ire di socialisti e verdi, ma anche i dubbi di molti popolari suoi compagni di partito. «Ma questo equivale a discriminarla come peccato ed è contro l’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue», gli rimproverò l’ecologista olandese Kathalijne Buitenweg.

 

URSULA VON DER LEYEN E I NUOVI COMMISSARI UE A BRUXELLES

Forse sentendosi come Lutero alla Dieta di Worms, Buttiglione rispose di «non poter agire contro la mia coscienza per ragioni di convenienza politica». Venne bocciato due volte (la prima come commissario designato alla Giustizia, la seconda come vicepresidente designato della Commissione) e sebbene il voto non fosse vincolante, il governo italiano ritirò la sua candidatura per non indebolire Barroso.

 

ROCCO BUTTIGLIONE

Ogni cinque anni, il Parlamento europeo «vuole fare l’americano». Freschi di elezione, i deputati si cimentano nell’esercizio di democrazia introdotto dal Trattato di Maastricht, mettendo sulla graticola i futuri commissari in veri e propri «hearings», modellati sul Congresso USA, alla fine dei quali esprimono un gradimento. […]

 

La procedura è rigorosa e dettagliata: «Il Parlamento valuta i commissari designati sulla base delle loro competenze generali, del loro impegno europeo, della loro indipendenza personale», nonché «la loro conoscenza del futuro portafoglio e le loro capacità di comunicazione». Di più, i parlamentari hanno «facoltà di chiedere qualsiasi informazione pertinente sulle loro attitudini» e si attendono «una informazione esaustiva sui loro interessi finanziari».

 

ROCCO BUTTIGLIONE

Fu proprio l’opacità sull’uso improprio di fondi europei (era accusata di remunerare un assistente in Francia con denari dell’Ue) e il conflitto di interessi sulle consulenze da 13 mila euro al mese per l’Istituto Berggruen mentre era eurodeputata, a far naufragare nell’autunno 2019 la nomina della francese Sylvie Goulard a supercommissario per il mercato interno, l’industria della Difesa, lo spazio e il digitale. Fu uno sfregio a Emmanuel Macron, che l’aveva imposta a quell’incarico pesante, anche come ricompensa per essere stato il regista dell’elezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione.

 

sylvie goulard 3

Quello di Goulard fu anche un processo politico, nel quale i deputati, soprattutto quelli del Ppe, si vendicarono del presidente francese, reo di aver fatto saltare la procedura dello Spitzenkandidat. L’audizione ebbe risvolti drammatici: «Non ritiene che le accuse a suo carico siano un peso insopportabile da gestire?», le chiese il popolare Christian Ehler in chiusura. Goulard, gli occhi pieni di lacrime, si appellò alla «presunzione d’innocenza» e concluse: «Tocca ora a voi decidere in animo e coscienza». Venne bocciata con 82 voti contrari, 29 a favore e un astenuto. Con lei caddero anche la romena Rovana Plumb e l’ungherese Làszló Trócsányi.

 

URSULA VON DER LEYEN PRESENTA LA NUOVA COMMISSIONE EUROPEA

Tornando alla procedura, l’esame è scritto e orale. I commissari, che hanno preventivamente mandato al Parlamento i loro cv, devono rispondere per iscritto a cinque domande uguali per tutti, incentrate sulle loro priorità politiche. Poi vengono le audizioni, davanti alla commissione competente per il portafoglio assegnato, ognuna delle quali dura circa tre ore.

 

I candidati fanno un discorso introduttivo di 15 minuti, poi partono le domande. I deputati hanno 24 ore per esprimere il loro parere. Un commissario passa l’esame se lo approvano i due terzi dei membri della commissione. In caso contrario, se il nominato non decide di ritirarsi per ragioni di opportunità politica, il presidente della commissione parlamentare può convocare una seconda votazione entro 24 ore dove basta la maggioranza semplice.

 

sylvie goulard 1

Quale destino attende il nuovo collegio di Ursula von der Leyen? Se notte dei lunghi coltelli sarà, vittime plausibili appaiono l’ungherese Olivér Várhelyi, la slovena Marta Kos in odore di attività lobbystiche, la belga Hadja Lahbib che da ministro degli Esteri aveva il visto facile con gli iraniani e la bulgara Ekaterina Zaharieva, sospettata di aver tollerato lo scandalo delle vendite della cittadinanza, e il maltese Glenn Micallef, per manifesta inadeguatezza.

 

Quanto a Raffaele Fitto, oggetto di fuoco di sbarramento preventivo prima della nomina a vicepresidente esecutivo, nessuno scenario Buttiglione è all’orizzonte. Ma mai sottovalutare l’hubris quinquennale degli eurodeputati.

 

2. UNA VOTAZIONE INSIDIOSA PER LE SCELTE INTERNAZIONALI

Estratto dell’articolo di Massimo Franco per il “Corriere della Sera”

 

RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI

La domanda, ora, è se le spaccature di ieri sull’Ucraina nel voto degli euro-parlamentari italiani avranno qualche riflesso sulla conferma di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione Ue. In teoria, la quasi unità nazionale mostrata nel modo ambiguo col quale si sono espresse maggioranza e opposizioni dovrebbe favorirlo: nel senso che le contorsioni sui «sì» contro l’aggressione di Putin, abbinate ai «no» all’uso delle armi europee in territorio russo, sono state imbarazzanti in modo omogeneo: un comportamento difficilmente spiegabile all’estero.

incontro tra giorgia meloni e volodymyr zelensky a cernobbio

 

Per il fatto che quasi tutti hanno tenuto un comportamento sconcertante, sarebbe difficile giustificare una bocciatura di Fitto da parte delle opposizioni. Semmai, il problema potrebbe crearsi quando sarà interrogato nell’audizione prevista per i commissari. La presidente Ursula von der Leyen vorrebbe che la pratica si chiudesse entro metà ottobre, mentre all’inizio la data prevista era l’inizio di novembre. […]

 

Il timore è che da esponenti socialisti, liberali e Verdi, e perfino da qualche Popolare, e cioè la maggioranza che ha votato la Commissione dall’inizio, arrivino domande spinose per Fitto. Da giorni, per coprire le resistenze verso una compagine «spostata a destra», i vertici del Pd chiedono all’ex ministro di Giorgia Meloni di prendere le distanze dal sovranismo. E avvertono che il «sì» dipenderà dalle risposte su questo tema.

 

URSULA VON DER LEYEN PRESENTA LA NUOVA COMMISSIONE EUROPEA

[…] da ieri si aggiunge il tema dell’Ucraina. E potrebbe diventare insidioso dopo la linea pasticciata delle delegazioni italiane. Qualcuno potrebbe chiedere conto a Fitto della politica estera; e tentare di fare emergere le oscillazioni di un governo nazionale nel quale la Lega è esplicitamente contraria agli aiuti militari, come M5S e Avs; e sia FdI, sia FI hanno detto no all’uso delle armi in territorio russo, insieme con le opposizioni e a differenza di gran parte delle nazioni europee: pur appoggiando militarmente il governo di Kiev.

 

È un viatico destinato a pesare negativamente; e a riesumare qualche sospetto sull’affidabilità strategica dell’Italia, che pure con la designazione di Fitto ha rotto l’isolamento seguito al voto contro von der Leyen del 18 luglio.  […]

RAFFAELE FITTO - PARLAMENTO EUROPEOCOMMISSIONE EUROPEA NOMINATA DA URSULA VON DER LEYENincontro tra giorgia meloni e volodymyr zelensky a cernobbio

Ultimi Dagoreport

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...