ignazio marino - matteo renzi

COMMISSARIARE MARINO PRIMA CHE I MAGISTRATI COMMISSARINO RENZI - IL PREMIER CAZZARO È A UN BIVIO: SE NON DECIDE LUI LO SCIOGLIMENTO DEL COMUNE DI ROMA PER MAFIA (NON VUOLE FARLO) RISCHIA DI SUBIRLO ALLA PROSSIMA BORDATA DALLA PROCURA - LA NEMESI DELLA CACCIATA DI LUPI

Claudio Cerasa per “il Foglio

marino renzi  foto mezzelani gmt325marino renzi foto mezzelani gmt325

 

Quando la giustizia, e soprattutto le procure, si avvicinano minacciose ai partiti di governo il problema è sempre quello: l’opportunità politica e il perimetro degli schizzi di fango. Ci si può girare attorno quanto si vuole ma quando dalle inchieste cominciano ad affiorare elementi che possono essere facilmente inseriti nel famoso ventilatore dagli avversari di chi governa è inevitabile chiedersi se gli schizzi di fango possano avere una gittata tale da arrivare a macchiare in modo indelebile, rendendolo “impresentabile”, il vestito di chi guida il paese.

 

RENZI FA CAMPAGNA ELETTORALE PER MARINO RENZI FA CAMPAGNA ELETTORALE PER MARINO

Matteo Renzi oggi si trova in una situazione non facile, di oggettivo assedio sia per il suo partito sia per il suo governo, e con due fronti importanti che si sono aperti a Roma con l’inchiesta Mafia, Cravattari e Capitale (c’è di mezzo il Pd) e a Trani con l’inchiesta per il crac sulle case di cura Divina Provvidenza dove la procura ha chiesto l’arresto di un senatore (Azzollini) del partito che permette a Renzi di governare (Ncd). Comunque la si voglia mettere le procure rappresentano oggi (ancora, di nuovo) uno degli avversari più temibili per il governo.

RENZI MARINO RENZI MARINO

 

E per un presidente del Consiglio che ha scelto di adottare un garantismo strabico che prevede la possibilità di valutare il criterio dell’opportunità politica anche solo in presenza di un po’ di fango (ricordate il caso Lupi) è evidente che gli schizzi che sfiorano il governo autorizzano chi si trova a Palazzo Chigi a considerarsi sotto attacco.

 

Paradossalmente, però, le notizie che arrivano dalla procura di Trani, seppure siano considerate dagli esponenti del partito di Azzollini delle “manovre tese a colpire le alleanze politiche di Renzi” (leggete l’intervista a Fabrizio Cicchitto a pagina quattro del nostro giornale), non sono quelle che debbono impensierire maggiormente il premier e non hanno lo stesso minaccioso profilo che invece presentano le conseguenze politiche dell’inchiesta della procura di Roma sul Pd renziano (con annessi schizzi di fango sulle cene del Pd pagate con fattura regolare da Salvatore Buzzi, che scandalo signora mia).

 

IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI IN CAMPIDOGLIO IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI IN CAMPIDOGLIO

E le conseguenze non possono che concentrarsi oggi su un nome in particolare: Ignazio Marino. Che farà Renzi con Marino? I piani da seguire sono due e in mezzo a questi emerge una notizia importante che riguarda il destino forse inevitabile del sindaco di Roma.

 

Tra pochi giorni il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, uomo più vicino al governo di quanto non lo fosse il suo predecessore Giuseppe Pecoraro, presenterà a Palazzo Chigi un dossier completo per dare la possibilità al Consiglio dei ministri di valutare l’opzione del commissariamento per mafia del comune di Roma.

 

franco gabriellifranco gabrielli

Renzi non ha intenzione di commissariare per mafia la capitale d’Italia ma allo stesso tempo non ha intenzione di essere costretto un domani – quando dalle carte dell’inchiesta potrebbe arrivare uno schizzo di fango tale da colpire il Pd renziano con maggiore forza rispetto a oggi – a commissariare per mafia il comune, e dunque a subire la scelta e non a promuoverla come potrebbe essere oggi.

 

Dunque, che fare? Fino a qualche tempo fa non ci potevano essere dubbi e anche dal punto di vista mediatico essere dalla parte di Marino era un modo pigro ma efficace per dire: noi siamo dalla parte della legalità. Quello schema però non esiste più e la decisione di Renzi è presa: il comune non va commissariato ma Marino va dimissionato, va cioè convinto a dimettersi subito dopo l’estate con la stessa “spontaneità” con cui è stato fatto dimettere Lupi, per far sì che Roma sia bonificata prima che le bonifiche dei professionisti dell’antimafia capitale possano arrivare più in alto del Campidoglio.

 

LUPI RENZILUPI RENZI

La soluzione individuata da Renzi è identica a quella per esempio adottata a Bologna nel 2010 dopo le dimissioni di Flavio Delbono: un commissario prefettizio non ostile che prende in mano la città guidandola in uno spazio temporale non superiore ai dodici mesi verso nuove elezioni. L’intenzione di Renzi è questa, senza sfumature, ora bisognerà convincere Ignazio la Morale ma il senso dell’operazione è chiaro: commissariare politicamente Roma prima che sia l’inchiesta romana a commissariare mediaticamente Palazzo Chigi.

 

procura  roma procura roma

Il passaggio è delicato e la si può pensare come si vuole ma un dato è certo: ancora una volta in Italia c’è un partito di governo che ha pochi avversari nel paese e in Parlamento e che vede nell’azione del circo mediatico- giudiziario il suo avversario principale e più minaccioso. E per un governo che ha già mostrato una certa difficoltà a reagire agli schizzi di fango non si può mai sapere con esattezza dove cominci e dove finisca il perimetro dell’opportunità politica. Occhio.

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…