DOPO IL CROLLO DI FORMINCHIONI E L’ELEZIONE DI BERGOGLIO, “COMUNIONE E FATTURAZIONE” SI È AGGRAPPATA A LUPI PER RIMANERE SUL MERCATO E INFILARE IL FORCHETTONE SULL’EXPO

Davide Vecchi per il "Fatto quotidiano"

Di fronte alla corruzione "non dobbiamo mai abbassare la guardia, dobbiamo raddoppiare gli sforzi per combatterla, per assicurare trasparenza e comportarci bene". Il monito del segretario di Stato vaticano Pietro Parolin arriva tardi, in molti ormai non si sono "comportati bene". Soprattutto tra quanti si professano cattolici. Angelo Paris, per citarne uno, si presentava come un "cristiano". Giovedì è stato arrestato. Era il direttore generale di Expo 2015 Spa. Paris non è un ciellino, anzi i ciellini "lui proprio non li sopporta".

E anche questo è uno dei tanti segnali che il potere dei seguaci di don Luigi Giussani, che per vent'anni hanno dominato in Lombardia, si stia lentamente sfaldando.
PRIMA la caduta di Formigoni, prontamente sostituito con Maurizio Lupi.

Poi il passaggio dal Pdl a Ncd di Angelino Alfano. In tempi di larghe intese anche Comunione e Liberazione è stata costretta a cambiare i propri riferimenti politici e non ne è uscita indenne, già provata dalla fine del ventennio berlusconiano e dalla caduta del Celeste Formigoni. L'arrivo un anno fa in Regione del leghista Roberto Maroni non ha spostato dalle poltrone che contano i discepoli di Don Giussani, ma gli equilibri sono cambiati.

Cl oggi è ancora fondamentale. Ma è la prua di una nave affondata per metà dalla quale saltare per salvarsi. Raccontano anche questo le carte dell'inchiesta su Expo che giovedì ha portato la "cupola degli appalti" in carcere, evocando Tangentopoli. Dalle intercettazioni emerge la centralità dell'appartenenza a Cl.

Ma anche che quell'epoca è finita, che servono nuovi equilibri. Gli avvoltoi di Expo scelgono anche il moderno Caronte: Maurizio Lupi, incarnazione di Cl, esponente di Ncd nonché Ministro delle Infrastrutture. La cupola si affida a lui, garantito anche dal suo "sottosegretario ombra": l'ex senatore di Forza Italia, Luigi Grillo, arrestato con l'accusa di associazione a delinquere nell'inchiesta per turbativa d'asta e corruzione.

"Lì c'è una persona che è un comune amico nostro, che gli fa proprio da assistente... che è Gigi Grillo e questa qua si può benissimo affidare a Gigi, perché Lupi e Gigi si vedono in continuazione perché lui gli fa praticamente da sottosegretario.... sempre lì... perché... io quando gliene ho parlato (a Lupi, ndr) poi mi ha detto ‘tu con Gigi'... gli ho detto ho capito non andare avanti col discorso".

A parlare è Gianstefano Frigerio, ora in carcere, già coinvolto in Mani Pulite da segretario della Dc milanese. Frigerio ragiona al telefono con Enrico Maltauro, amministratore delegato dell'omonima impresa edile, una delle più grandi in Italia, indicato dagli inquirenti come capo della "compagnia degli appalti" di Expo. A Lupi recapitano anche "un biglietto con il nome di Antonio (Rognoni, ndr) per suggerirlo come presidente Anas". Il ministro ieri ha negato di aver ricevuto il pizzino e al momento non si sa se sia stato rinvenuto dagli inquirenti durante le intercettazioni.

LE CONVERSAZIONI di Frigerio raccontano la rete alternativa a Cl che la cupola tenta di creare per mettere le mani sui lavori per l'esposizione del 2015. Ne parla con rammarico con Antonio Rognoni, di Cl e fedelissimo formigoniano, capo di Lombardia Infrastrutture fino al suo arresto. Frigerio si lamenta: "Non c'è protezione in Vaticano perché là il Papa nuovo se ne strafrega del mondo italiano e poi (...) anche il mio amico ministro delle finanze lì Versaldi non è... il cardinal Versaldi non portegge certo i ciel-lini", prosegue.

"Quindi questi qui andranno avanti a far casino sul mondo ciellino e la cosa è un peccato perché... tutto sommato in Lombardia..." e lascia la frase in sospeso. La conclude Rognoni: "Hanno fatto del bene". Frigerio prosegue colpevolizzando Formigoni. Ma che "quel mondo lì" ciellino sia superato Frigerio lo intuisce a metà marzo, quando scattano le manette ai polsi proprio di Rognoni. Ne parla con Cattozzo. "Certo che lui.. ormai l'hanno incastrato (...) poi ha esagerato... le figlie di Daccò... tutte le robe cielline... che ora quel poveretto (Rognoni, annotano i pm) li ha obbedito".

Cattozzo non capisce: "Formigoni". Frigerio conferma: "Formigoni e i ciellini". E aggiunge: "Lui è un uomo morto". Quindi, aggiunge in un'altra telefonata, si dovrà concentrare sul nuovo arrivato Maroni, "io sono pronto ad andare", dice. Anche perché vorrebbero tanto far fuori due persone: Giuseppe Sala da Expo, di cui è ad, perché "quello non è ciellino... vota Pd figurati"; e Paolo Besozzi da Lombardia Infrastrutture perché è "una testa di cazzo.. è pericoloso.. (...) al suo posto come direttore potremo mettere Paris", dice.

In un'altra conversazione con Cattozzo dice di Paris: "Abbiamo avuto un incontro strepitoso... non ama i ciellini, per niente... non ama Rognoni quindi bisogna stare attenti" esordisce Frigerio. "Mi ha detto ‘sa, io sono un vecchio democristiano non ciellino', mi ha detto perché ‘io sono cristiano' (...) gli basta essere cristiano ‘non bisogna essere ciellino per fare il mio dovere'". Angelo Paris era direttore generale di Expo 2015 ed è finito anche lui in manette.

 

lupismorfia Roberto Formigoni GIANSTEFANO FRIGERIO Giuseppe Sala ad expo ANTONIO ROGNONI

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