paolo cirino pomicino - matteo salvini

''ALLE EUROPEE IO HO VOTATO SALVINI" - LA “CONFESSIONE” DI CIRINO POMICINO A DAGOSPIA: “DOPO IL VOTO, PERÒ, SONO SVENUTO. CHE DIO SALVI L’ITALIA” – “LE USCITE DI SALVINI HANNO UN SOLO SCOPO, QUELLO DI ALIMENTARE UNA NOTORIETÀ CHE ALTRIMENTI NON AVREBBE VISTO LE SUE ARGOMENTAZIONI. INTANTO PERÒ VOTA TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO PUR DI MANTENERE STRETTO IL RUOLO DI GOVERNO” – “IN UNA STAGIONE COME QUELLA CHE VIVIAMO, LA QUALITÀ DELLA CLASSE DIRIGENTE È MERCE RARA E QUINDI IL BUON MATTEO POTRÀ CONTINUARE A FARE IL SEGRETARIO A VITA, COME DA TEMPO STA FACENDO IN UN PARTITO CHE CONTA COME IL DUE DI COPPE…”

Riceviamo e pubblichiamo:

 

paolo cirino pomicino - foto lapresse

I più facinorosi lo chiamano il traditore. Parliamo di Matteo Salvini naturalmente. Noi siamo di diverso avviso. E’ vero che Salvini è sempre d’accordo con quelle forze che non amano l’Italia. Ieri la Russia di Putin oggi il presidente americano Donald Trump.

 

Ma il tradimento richiede o una corruzione del politico, e non è questo il caso, o un pensiero alternativo che alimenta una strategia diversa. Immaginare che Salvini abbia un pensiero alternativo o una strategia diversa da quella del governo cui peraltro partecipa da sempre, è pura fantasia.

 

matteo salvini mangia un panino

Salvini è un personaggio spesso comico per le uscite che fa. Ricordo che quando da consigliere comunale incontrò il presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli disse che lui non si identificava nella sua persona perché era un “comunista padano”. Era il tempo della secessione di Bossi ma resta il fatto che si sentiva comunista.

 

Oggi è uno dei leader dell’estrema destra in Italia e in Europa. Balle quelle di ieri e quelle di oggi!! Le uscite di Salvini hanno un solo scopo, quello di alimentare una notorietà che altrimenti non avrebbe visto le sue argomentazioni. Intanto però vota tutto e il contrario di tutto pur di mantenere stretto il ruolo di governo.

 

Tutti infatti lo sanno e tutti lo sopportano anche perché i suoi proclami scivolano sui volti della maggioranza e della opposizione senza procurare danni.  Matteo , verso cui abbiamo una sincera simpatia, ha un curriculum da invidiare. Non sembra che abbia mai lavorato  nella vita e con gli studi credo si sia fermato alla licenza liceale.

 

arianna polgatti matteo salvini al papeete 2

Oddio, anche de Gasperi che pure aveva studiato scrisse alla moglie che in realtà lui sapeva fare solo la politica, ma la grande politica che salvò l’Italia e avviò il suo miracoloso sviluppo, non certo i proclami senza senso e senza sostanza. In una stagione come quella che viviamo la qualità della classe dirigente è merce rara e quindi il buon Matteo potrà continuare a fare il segretario a vita come da tempo sta facendo in un partito che conta come il due di coppe.

 

Deve guardarsi solo da un rischio, quello di somigliare molto a quei bulli di quartiere nelle grandi città che fanno i gradassi salvo a fuggire a gambe levate quando scorgono una macchina della polizia o dei carabinieri. E pensare che ad un certo momento   Matteo aveva  superato il 30% dei voti a testimonianza della goliardia che da tempo affligge non solo la classe dirigente ma qualche volta anche quella degli elettori la cui volatilità è la conferma della ricerca continua di un ancoraggio stabile che non trovano.

 

matteo salvini

E così larga parte del popolo non va più a votare ritenendo che il voto sia diventata una cosa noiosa e inconcludente. Confesso però che nelle ultime elezioni europee anche io ho votato Salvini per via di un amico carissimo presente nelle sue liste. Dopo il voto, però, sono svenuto. Che Dio salvi l’Italia.

 

Paolo Cirino Pomicino

alcide de gasperisalvini meloniALCIDE DE GASPERI NEGLI USA CARLO BUCCIROSSO INTERPRETA PAOLO CIRINO POMICINO - IL DIVO DI PAOLO SORRENTINO

 

SALVINI MANGIA UN HAMBURGER A VILLA TAVERNAsalvini meloniSALVINI MANGIA IL CANNOLOMATTEO SALVINI AL PAPEETE paolo cirino pomicino spegne le candeline foto di bacco (2)

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…