pasquale tridico mauro nori

PREVIDENZA SENZA REGGENZA - ANCORA CONGELATI GLI INCARICHI A TRIDICO E NORI ALL’INPS PERCHÉ GLI STIPENDI PREVISTI PER I DUE SONO ECCESSIVI: TROPPI 103 MILA EURO A TESTA ALL'ANNO PER IL COMMISSARIO E IL SUO VICE - LA DISTANZA TRA LEGA E M5S RIGUARDA LE DELEGHE DA DARE A MAURO NORI, CHE HA ACCETTATO L'INCARICO SOLTANTO DIETRO LA GARANZIA DI AVERE POTERI OPERATIVI VERI…

Francesco Pacifico per ''Il Messaggero''

 

pasquale tridico 1

Lo stipendio da commissario e da vicecommissario dell'Inps - 103.000 euro all' anno - non è certamente allettante. Dal governo raccontano che hanno incassato molti rifiuti da manager privati e grand commis pubblici, abituati a guadagnare anche il doppio, per queste due poltrone.

 

Eppure proprio questa cifra avrebbe spinto la Ragioneria dello Stato a congelare il decreto che deve nominare Pasquale Tridico come commissario e Mauro Nori come suo vice: secondo la struttura del ministero dell'Economia questo emolumento potrebbe risultare troppo alto rispetto a quanto stanziato dal decretone (mezzo milione di euro) per remunerare tutto il consiglio d'amministrazione, reintrodotto dopo essere stato cancellato sotto la gestione di Antonio Mastrapasqua.

 

luigi di maio pasquale tridico 1

Senza contare che il provvedimento che regola il reddito di cittadinanza e l' anticipo pensionistico di Quota 100 - per come è scritto - destina quella cifra ai futuri amministratori e non ai commissari. Tra Palazzo Chigi e il ministero del Lavoro hanno lavorato tutto il weekend per scrivere l' atto di nomina. La speranza è che possa essere pronto già oggi, anche perché l' Inps - dove Tridico si è di fatto già insediato - è chiamato a prendere decisione importanti proprio nella gestione dei due provvedimenti welferistici e a firmare importanti convezioni come quella stretta venerdì scorso con i Caf, che devono calcolare gli Isee e accettare le domande di iscrizione al programma di ricollocamento.

 

Come detto il primo nodo è quello degli emolumenti. Quando fu scritto il decreto per nominare Tridico e Francesco Verbano - il vicecommissario che ha poi rinunciato all' incarico - la Ragioneria fece notare che le risorse previste per i loro stipendi, stando a quanto previsto al decretone, erano destinate ai membri del Cda.

MAURO NORI

 

Tanto da suggerire un emendamento correttivo al testo, dove non è neppure prevista la figura del vicecommissario o quella di un vicepresidente, quando in futuro si dovrà insediare il consiglio d'amministrazione. Dal ministero del Lavoro avrebbero replicato che, per deduzione, quanto previsto per il presidente debba andare al commissario. Ma questa conclusione non sarebbe stata sufficiente per via XX settembre.

 

Sempre la Ragioneria avrebbe segnalato che le risorse totali messe a disposizione per la governance, 500 milioni di euro all' anno da trovare nel bilancio della stessa Inps, potrebbero non essere sufficienti per pagare gli emolumenti di tutti gli amministratori. Per la cronaca, poi, Nori, giudice della Corte dei Conti, si vedrebbe pagato parte dello stipendio proprio da questo organismo in quanto distaccato presso l' ente previdenziale.

 

corte dei conti1

Questo è il principale nodo tecnico, ma poi ce ne sono una serie politici che i tanti contatti tra il leader della maggioranza non hanno ancora sciolto. Lega e Cinquestelle sono sostanzialmente concordi nell' affidarsi a Tridico e Nori, anche se tra i grillini non tutti sarebbero d' accordo sul nome di quest' ultimo, difeso a spada tratta invece dai vertici del Carroccio.

 

C'è intesa anche sulla spartizione dei futuri posti del Cda: due andranno ai partiti di governo, uno all' opposizione. La distanza invece riguarda le deleghe da dare a Mauro Nori, che ha accettato l' incarico soltanto dietro la garanzia di avere poteri operativi veri.

La Lega ha avallato il nome del professor Tridico, il padre del reddito di cittadinanza, ma nutre seri dubbi sulle sue capacità gestionali, visto che l'economista non ha mai ricoperto incarichi pubblici di questa portata.

 

Nori, invece, ha scalato tutti gli scalini dirigenziali all' Inps fino a diventare direttore generale. Per lui il partito di Salvini avrebbe chiesto anche le competenze sulle istruttorie degli atti da portare in Cda, ma a quanto pare il vicecommissario avrà poteri soprattutto organizzativi, cioè sul personale e sulle attività informatiche. A Tridico invece saranno affidati pieni poteri d' indirizzo sulla gestione dell' organizzazione e sulle prestazioni (cioè il pagamento delle pensioni come il reddito di cittadinanza).

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO