merkel may

TUTTI PER UNO E OGNUNO PER SE’! - IL CONSIGLIO DEI 27 TROVA L’ACCORDO ALL’UNANIMITA’ SULLE LINEE GUIDA DELLA TRATTATIVA SULL’USCITA DEL REGNO UNITO DALL’UE - MA GIA’ SI VEDONO LE PRIME CREPE: IN GERMANIA CRITICANO LA POSIZIONE DURA DELLA MERKEL E IN OLANDA PREFERIREBBERO ACCORDI RAPIDI E SOFT

1 - BREXIT, LE CONDIZIONI DEI 27 (UNITI)

MAY E MERKEL A BERLINO 5MAY E MERKEL A BERLINO 5

Ivo Caizzi per il “Corriere della sera”

 

Sono bastati pochi minuti al Consiglio dei 27 capi di Stato e di governo per concordare le linee guida della trattativa sull' uscita del Regno Unito dall' Ue, nota come Brexit, che sarà condotta con «fermezza» e privilegiando i «diritti dei cittadini». Al termine dei lavori a Bruxelles, a cui non è stata invitata la premier britannica Theresa May, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente polacco del Consiglio europeo Donald Tusk hanno sottolineato con soddisfazione «l'unanimità» dei governi Ue, da tempo poco frequente negli affari europei.

 

«Non ci siamo coalizzati contro nessuno», ha affermato Merkel, sostenendo che i 27 leader hanno «reso la cosa più semplice per la Gran Bretagna parlando con una voce sola». Il presidente francese uscente François Hollande ha detto che Londra «non potrà stare in una posizione più favorevole fuori, rispetto a quando era dentro».

MAY E MERKEL A BERLINO 3MAY E MERKEL A BERLINO 3

 

Il Consiglio europeo ha deciso che dovrà prima trattare il passato e poi potrà parlare del futuro. Le tre priorità concordate sono la tutela dei diritti dei cittadini europei residenti nel Regno Unito e di quelli britannici nell' Ue, gli obblighi finanziari ed economici, la necessità di non ripristinare una frontiera tra l' Irlanda e l' Ulster. Merkel ha chiarito che «i veri negoziati» inizieranno dopo le elezioni volute da May per l' 8 giugno prossimo, che «ovviamente avranno un' influenza su come il governo britannico arriverà alla trattativa».

DONALD TUSKDONALD TUSK

 

Non ha voluto sbilanciarsi sulla tempistica. Il negoziatore francese dell' Ue, Michel Barnier, ha ipotizzato l' ottobre prossimo per completare la prima fase sul passato, in modo da poter chiudere la Brexit alla scadenza prevista entro due anni.

Tusk ha confermato che «prima di tutto dobbiamo conseguire progressi sui diritti dei cittadini, sugli impegni finanziari e sul confine in Irlanda».

 

A Londra potrebbero non concordare sui costi a loro carico, che a Bruxelles sono stati stimati informalmente intorno a 60 miliardi di euro. C' è la preoccupazione che Londra possa non dare il via libera alla revisione del bilancio pluriennale Ue. Nel Consiglio un problema può scaturire dai molti pretendenti (tra cui l' Italia) per le due Agenzie Ue (banche e farmaci) destinate a lasciare il Regno Unito. Il premier Paolo Gentiloni ha escluso «pericoli per l' Italia» nella trattativa sulla Brexit e ha garantito l' impegno a «difendere gli interessi dei circa 500 mila» connazionali residenti Oltremanica.

 

JEAN CLAUDE JUNCKERJEAN CLAUDE JUNCKER

Ha manifestato l' intenzione di evitare che il negoziato faccia trascurare due priorità come «la capacità di cambiare su alcuni dossier fondamentali, primo fra tutti quello di una politica economica che accompagni e non deprima la crescita» e di «avere una politica migratoria comune degna di questo nome». Ma al termine dei lavori, cancellando la conferenza stampa ed evitando i giornalisti all' uscita, Gentiloni ha fatto capire di non aver ottenuto risultati nel vertice e nei colloqui a margine.

 

2 - MA DIETRO I SORRISI SI SCORGONO GIÀ LE PRIME CREPE

Danilo Taino per il “Corriere della Sera”

 

La gioiosa unità d' intenti registrata ieri dai 27 della Ue sulla Brexit passa ora alla prova dei fatti. E nel concreto della trattativa che si aprirà con Londra non è detto che sarà gioiosa; nemmeno del tutto unita. In Germania, Paese chiave anche in questa circostanza, già si sentono voci autorevoli di dissenso sulla linea dura che prevale a Bruxelles e che Angela Merkel sembra avere (fino a un certo punto) sposato.

Mark RutteMark Rutte

 

Di base, coincidono con quelle del premier olandese Mark Rutte, unico che esplicitamente preferisce che il negoziato sul rapporto commerciale e politico post Brexit tra Ue e Regno Unito inizi al più presto, in parallelo con quello sui termini di uscita di Londra: possibilità che al vertice Ue di ieri è sembrata esclusa. All' inizio di un negoziato, ognuno dei contendenti afferma le proprie posizioni in modo netto. Ci sono però già sfumature. Ogni volta che intervengono sul tema, la stessa Merkel e il suo potente ministro Wolfgang Schäuble si sentono in obbligo di sottolineare che le trattative saranno fatte in «amicizia».

 

E ci sono prese di posizione più nette. Il viceministro delle Finanze ed emergente nel partito della cancelliera, Jens Spahn, ha detto ieri di sperare che i negoziati non finiscano «in una guerra di divorzio ma trovino buone soluzioni per entrambi, in un processo ordinato».

 

Alla base c' è il fatto che per alcuni Paesi del continente, Germania tra questi, la Brexit sarà costosa e una Brexit dura, cioè senza un accordo, ancora più costosa.

wolfgang schaeuble schauble  4wolfgang schaeuble schauble 4

Venerdì, il centro di studi economico di Monaco Ifo, influente sul governo tedesco, ha invitato Berlino a tenere bassi i toni. Uno dei suoi direttori, Gabriel Felbermayr, ha spiegato che una hard Brexit costerebbe alla Germania parecchi posti di lavoro. Andrebbero evitati «danni non necessari».

 

In ogni caso - ha spiegato - Londra non trarrà benefici dall' uscita, «quindi non c' è bisogno di infliggere altre punizioni» che farebbero molto male anche ai tedeschi. «La Ue dovrebbe evitare di minacciare», aggiunge Felbermayr, perché la chiave è la reciprocità, un accordo che soddisfi entrambe le parti. Il negoziato sull' uscita di Londra e quello sul rapporto futuro tra Ue e Gran Bretagna dovranno avvenire presto in parallelo - a suo avviso - perché solo quando tutte le questioni sono sul tavolo si può raggiungere un accordo positivo. Una Ue vendicativa può fare male a se stessa. Meglio che sia intelligente.

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…