CONTRO I MONDIALI O CONTRO DILMA? LA PROTESTA BRASILIANA E’ NATA PER 7 CENTESIMI DI AUMENTO

Da "Il Foglio"

Ci sono quelli, in Brasile, che protestano per i diritti degli indios e degli omosessuali, quelli che i tornelli della metropolitana sono antidemocratici, quelli che scendono in strada per solidarietà con i manifestanti in Turchia o per chiedere la libertà di Julian Assange. Quelli che chiedono la pace nel mondo, e fate l'amore non la guerra. E dire che la protesta era iniziata per poco: venti centesimi di real, appena sette centesimi di euro.

Tanto è bastato per scatenare le più grandi proteste di piazza da vent'anni a questa parte. I venti centesimi sono l'aumento del prezzo dei trasporti pubblici deciso dalla città di San Paolo: non molti, ma troppi se il salario minimo di un lavoratore brasiliano è 230 euro al mese. Le proteste, iniziate in sordina dieci giorni fa come iniziativa di un gruppo di giovani arrabbiati, sono andate ampliandosi ed estendendosi in tutte le città brasiliane.

Dopo San Paolo, Rio de Janeiro, Brasilia, Maceió, Porto Alegre, Belo Horizonte sono state illuminate dai fuochi delle macchine bruciate, e le migliaia di manifestanti sono diventate decine di migliaia. Gli scontri con la polizia sono stati duri, con centinaia di arresti, decine di feriti, lacrimogeni. Durante la scorsa settimana anche i giovani della classe media brasiliana, sempre lontana dai movimenti di piazza, sono entrati nella mischia.

La Confederations Cup e l'arrivo dei media di tutto il mondo per seguire il calcio ha ulteriormente amplificato le proteste. Lunedì sera erano 240 mila le persone in strada in tutto il Brasile. Il giorno prima le proteste si erano spinte fino alle porte dello stadio Maracanã proprio mentre l'Italia giocava contro il Messico.

Ma mentre le manifestazioni diventavano di massa, le loro motivazioni si sono fatte mano a mano più vaghe. E' stato il País ad andare in piazza a San Paolo per chiedere ai manifestanti i motivi della protesta, ottenendo il potpourri di motivi che abbiamo citato.

Chi ancora tiene il punto manifesta contro il carovita e contro le apparentemente folli spese che il Brasile sta sostenendo per ospitare i Mondiali di calcio dell'anno prossimo. Molti osservatori si sono stupiti del fatto che i brasiliani uscissero dal loro cliché, chiedendo ospedali al posto di stadi. Anche se confuse, le ultime due settimane di proteste sono un pessimo segnale per la presidentessa Dilma Rousseff, specie quando arrivano al culmine di una lunga serie di brutte notizie.

Dilma è ancora la politica più amata dai brasiliani, ma oggi i suoi sondaggi sono in netto calo rispetto al 75 per cento di consensi dei bei tempi. Ad allontanarsi da Rousseff (e a riempire le strade) è proprio la classe media urbana, la fascia sociale che Rousseff era riuscita a conquistare con un appeal sconosciuto al suo predecessore e mentore Inácio Lula da Silva. Mettere insieme la tradizionale base operaia e contadina del Pt, Partito dei lavoratori del sindacalista Lula, con la nuova classe media nata dal boom economico è stata la grande scommessa fatta da Dilma Rousseff.

Ma oggi l'economia sembra non riuscire più a stare dietro alle esigenze della middle class, mentre milioni di contadini premono per uscire da uno stato di povertà o semi povertà. A fine maggio è stato il presidente della Banca centrale brasiliana Alexandre Tombini a dichiarare che il Brasile deve modificare in maniera sostanziale il proprio modello di sviluppo se non vuole perdere il treno della crescita.

Si tratta di dichiarazioni esplosive, perché il modello brasiliano, basato sui consumi interni più che sugli investimenti, è stato uno degli elementi che più ha fatto la fortuna politica di Lula da Silva e di Dilma Rousseff, trasformando il primo in una specie di padre della patria capace di traghettare il Brasile fuori dalla povertà con una politica che coniuga crescita e solidarietà, e la seconda nella profetessa che avrebbe raccolto i frutti del lavoro di Lula e portato il paese allo status di potenza mondiale.

Due settimane fa l'Economist ha confermato, con un durissimo editoriale, che il Brasile rischia di entrare nelle secche. Il settimanale inglese è arrivato a chiedere esplicitamente le dimissioni del ministro dell'Economia, dopo averlo già fatto in dicembre. L'agenda degli eventi internazionali dei prossimi anni è inoltre fitta, forse troppo per un paese con ancora tanti problemi da risolvere: in questi giorni la Confederations Cup, poi la Giornata mondiale della gioventù, i Mondiali del 2014, le Olimpiadi 2016.

Ognuno di questi eventi sarà per il governo brasiliano un test di tenuta sociale ed economica, oltre che una sfida per un prestigio internazionale da grande potenza ancora tutto da costruire. Le proteste di strada di questi giorni non sono un buon biglietto da visita. La presidentessa, vecchia guerrigliera, ha dichiarato che "per i giovani è normale dimostrare". Dilma deve sperare che i giovani sbolliscano presto la rabbia, se non vuole perdere la sua scommessa

 

polizia brasile scontri biglietti bus fanpage x brasile scontri stadio SCONTRI BRASILE SCONTRI BRASILE SCONTRI BRASILE SCONTRI BRASILE SCONTRI BRASILE

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)