IL BISCIONE RE-LOAD – ANCHE I CONSIGLIORI DEL CAV NON SONO PIÙ QUELLI DI UNA VOLTA (E SI VEDE): FUORI GIANNI LETTA E BONAIUTI, DENTRO CAPEZZONE E BRUNETTA

Mattia Feltri per "La Stampa"

Il giorno della decadenza, Daniela Santanché si è affacciata al balcone di Palazzo Grazioli nell'esatto momento in cui, sul maxischermo, appariva la faccia di Massimo D'Alema. All'improvviso urlo con accompagnamento di fischi, persuasa di esserne il destinatario, Daniela s'è ghiacciata di stupore. Sarà che nella ruota panoramica di Forza Italia, in cui un giorno stai in basso e quello dopo al cielo, ora le tocca di vedere il mondo da sotto. Una sera della scorsa settimana, a cena, Silvio Berlusconi ha detto che Daniela gli ha fatto danno perché è una che litiga e divide.

Il nuovo responsabile della comunicazione di Forza Italia, Deborah Bergamini, è stata incaricata di smistare leader e parlamentari nella trasmissioni televisive, e di mandarci Daniela il meno possibile. Anzi, quasi mai, ché l'ultima cosa di cui Berlusconi ha bisogno è di toni focosi e stabilità di rissa. Ma lei, Daniela, non ne vuole sapere: «Andare in tv è la mia forza». Così scavalca la Bergamini e si fa invitare direttamente dai conduttori, che una del genere in studio la vogliono sempre.

Anche a questo giro di ruota, come a ogni altro, si liberano e si occupano le stanze del cuore di Berlusconi. Una, come vedete, l'ha occupata la Bergamini, che al capo dà ancora del lei, e di cui lui si invaghì, come spesso gli capita quando vede ragazzi secchioni e beneducati. Nel 2003 (Deborah aveva 35 anni) la mise nel cda Rai e naturalmente lì cominciarono le grane: fu coinvolta nella storia della Struttura Delta e accusata di aver tardato l'emissione dei dati delle Regionali 2005 per condizionarne il risultato. Polemiche, paginate, indagini della magistratura (sollecitate dai Ds) e assoluzioni piene. Il ritorno della Bergamini coincide col garbato sollevamento di Paolo Bonaiuti, a dimostrazione che i collaboratori più sono storici più se li ingoia la storia.

Dicono che un giorno, in espressione di fedeltà massima, Bonaiuti abbia detto a Berlusconi di non condividere la politica pugilistica con governo e Quirinale. Da vecchio socialista (c'è chi lo ricorda trentenne e coi capelli alle spalle) non ce la poteva fare. E però, aggiunse, ubbidirò. Berlusconi fu riconoscente, ma da quel momento qualcosa è cambiato. Come molto è cambiato con Gianni Letta, amato come un fratello, e però i sentimenti non chiudono gli occhi: il vecchio Mazarino non ha più il tocco di una volta. Non ha ottenuto risultati con il capo dello Stato né in Corte costituzionale né in Cassazione. Palazzo Grazioli è casa sua, ma finisce lì.

E allora? Scarta questo, scarta quello, chi sono i consigliori del Decaduto? Semplicemente non ce ne sono più. O almeno non ce ne sono del livello dei vecchi. Il partito, si sa, è in mano a Denis Verdini, uno che pedala mangiando il manubrio da mattina a sera. Le grandi strategie, diciamo così, sono piuttosto in mano a Franco Coppi e soprattutto a Niccolò Ghedini, nonostante quest'ultimo non abbia raccolto risultati brillantissimi, e per la ragione che le cosiddette grandi strategie oggi collimano sempre più con le questioni giudiziarie; Ghedini deve trattare con le procure, e piuttosto i problemi sorgeranno quando, da indagato nel Ruby ter, sarà investito da un nuovo tipo di conflitto di interessi.

Così, quando si chiede da chi sia costituito l'inner circle, ti rispondono: «Da Francesca Pascale e da Mariarosaria Rossi». Cioè dalla fidanzata e dalla matrona. Della politica pura, non c'è più nemmeno da discutere: è roba di Berlusconi, sarà lui a occuparsi della proliferazione dei Club Forza Silvio e di condurre il partito alle Europee. Certo, un ruolo l'ha riconquistato Raffaele Fitto, un altro ex enfant prodige, oltre che ex ministro; Berlusconi era incantato da questo ragazzo e dalla sua ottima famiglia pugliese, ma non gli piace che, superati i quaranta, abbia messo su qualche chilo e soprattutto non gli perdona di essersi opposto ai suoi piani, col risultato che alle Regionali ha rivinto Nichi Vendola.

Non va male neanche Daniele Capezzone, anche perché, a furia di passi indietro degli altri, lui si è ritrovato avanti. E poi ha risolto il suo problema con Dudù, che gli abbaiava sempre mettendolo in cattivissima luce. Capezzone, che è sveglio, ha corrotto la bestia a suon di leccornie, e ora ce l'ha dalla sua parte. Probabilmente, Renato Brunetta non lo sa: da vero amante dei cani, si permette di rimproverare a Berlusconi l'indulgenza alimentare con cui vizia il barboncino.

La cosa dimostra anche che Brunetta è tornato in gloria: lo si vede spesso su un palco, da capogruppo è più saldo che mai e poi anche a Berlusconi piace parecchio il suo Mattinale, una rassegna stampa con supplemento di agonismo che arriva ogni giorno per mail. Molti parlamentari lo cestinano all'istante il che dimostra, commenta Berlusconi, «quello che ho sempre pensato: Dudù è più intelligente della metà dei miei».

 

 

LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI GIANNI LETTA SILVIO BERLUSCONI GIANNI LETTA MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO BONAIUTI Capezzone Renato Brunetta Fedele Confalonieri DANIELA SANTANCHE DENIS VERDINI

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....