1. COSTA CARISSIMO A BERLUSCONI IL ‘’CIARPAME SENZA PUDORE’’ DI FORZA GNOCCA E LA FESTA A CASORIA PER NOEMI LETIZIA: VERONICA LARIO INCASSERÀ UN ASSEGNO DI MANTENIMENTO DI 100.000 EURO AL GIORNO, TRE MILIONI TUTTI I MESI, 36 MILIONI OGNI ANNO 2. IN QUESTA ENORME SOMMA IL BANANA CONTABILIZZA IL FATTO CHE LA MOGLIE ESCE DALLA CAUSA SENZA PROPRIETÀ IMMOBILIARI, A SILVIO RESTA ANCHE LA VILLA DI MACHERIO (78 MILIONI), E SOPRATTUTTO ALLONTANA PER I FIGLI DI PRIMO LETTO MARINA E PIERSILVIO IL RISCHIO DI DOVER DIVIDERE PER CINQUE, CIOE’ CON GLI ALTRI TRE RAMPOLLI PRODOTTI DA VERONICA, QUELLO CHE RESTA DELL’IMPERO, DA MONDADORI A MEDIASET 3. E POI ENTRAMBI RINUNCIANO A CHIEDERE “L'ADDEBITO” DI COLPA. E COSì, DOPO OLTRE TRE ANNI FINISCE, CON UNA SENTENZA DEPOSITATA ATTORNO A NATALE “CASA BERLUSCONI”

Luigi Ferrarella per il Corriere della Sera

A Veronica Lario vanno tre milioni di euro ogni mese, a Silvio Berlusconi resta la villa di Macherio stimata 78 milioni, ma entrambi rinunciano a chiedere «l'addebito» di colpa: dopo oltre tre anni finisce così, con una sentenza depositata attorno a Natale dalla nona sezione civile del Tribunale di Milano, la causa di «separazione non consensuale».

Un'azione giudiziaria implicita già il 31 gennaio 2007 nella lettera di Veronica a Repubblica sulla «mia dignità di donna» ferita da taluni apprezzamenti del marito durante la premiazione dei Telegatti, ma formalmente avviata dalla moglie il 3 maggio 2009 dopo la lettera all'agenzia Ansa in cui reagiva alla presenza dell'allora premier alla festa a Casoria della 18enne Noemi Letizia, e definiva «ciarpame senza pudore» la ventilata candidatura di «veline» alle Europee.

L'assegno di mantenimento - circa 100.000 euro al giorno, tre milioni tutti i mesi, 36 milioni ogni anno - riflette i criteri dell'articolo 156 del codice civile così come interpretato da consolidate sentenze di Cassazione circa i parametri del mantenimento del tenore di vita analogo a quello goduto durante la convivenza, nel caso sussista una disparità economica tra i due coniugi; e, nella sostanza, in questa somma contabilizza il fatto che la moglie di Berlusconi esca dalla causa senza proprietà immobiliari.

Nella lunga e travagliata causa tra due persone insieme da un trentennio e sposate da 22 anni, infatti, c'era stato un momento nel quale una intesa era parsa abbordabile sulla base dell'offerta a Veronica Lario di riconoscerle l'usufrutto a vita di Villa Belvedere, la magione di Macherio a lei particolarmente cara perché ci ha vissuto 20 anni e vi ha cresciuto i tre figli Barbara, Eleonora e Luigi.

Ma presto la temperatura della causa era di nuovo salita, e a quel punto l'offerta di Silvio a Veronica era scesa a un assegno di non più di 300.000 euro al mese, 10 volte meno di quanto stabilito ora dalla sentenza notificata ai legali Ippolita Ghedini e Cristina Rossello per Berlusconi, e all'avvocato Cristina Morelli per Lario.

La riservatezza con la quale la nona sezione del Tribunale civile ha dal 2009 «blindato» questa causa di separazione è del resto stata tale che soltanto al deposito della sentenza, calato forse non a caso proprio nel deserto dei giorni natalizi al sesto piano del palazzo di giustizia, gli stessi cancellieri e perfino molti giudici della sezione hanno scoperto quali colleghi (Nadia Dell'Arciprete e Alessandra Cattaneo) avessero composto il collegio giudicante insieme alla presidente della sezione, Gloria Servetti.

La sentenza nulla statuisce sull'assegnazione della casa coniugale, il che equivale a dire che la villa di Macherio (che Veronica aveva preferito lasciare nel settembre 2010) resta a chi ne è l'intestatario, cioè a Berlusconi: il Tribunale, infatti, nelle separazioni interviene sulla casa coniugale solo quando vi siano figli minori, o maggiorenni ma economicamente non indipendenti, e nessuno di questi due è il caso dei coniugi Berlusconi-Lario.

L'assegnazione della casa coniugale non è suscettibile di applicazione estensiva e quindi, in assenza dei requisiti sui figli, la casa coniugale non può essere assegnata a titolo di mantenimento dell'altro coniuge. Villa Belvedere a Macherio è stimata 78 milioni, ma i suoi 120.000 metri quadrati richiedono una costante e impegnativa manutenzione per la quale l'ex premier calcola di aver impiegato circa 20 milioni in un decennio e stima di doverne spendere 1,8 all'anno.

Oltre ai 3 milioni al mese da versare a Veronica Lario e alla permanenza della villa di Macherio nel patrimonio di Silvio Berlusconi, c'è un terzo importante dato nella sentenza. Entrambi i coniugi hanno infatti rinunciato a chiedere «la separazione con addebito» all'altro coniuge di «un comportamento cosciente e volontario contrario ai doveri nascenti che derivano dal matrimonio», come «la violazione del dovere di fedeltà coniugale».

Un esito tutt'altro che scontato in rapporto a com'era partita la causa e più in linea con l'impressione maturata nei rispettivi entourage quando nel secondo faccia a faccia (non il 30 gennaio 2010 in Prefettura, ma l'8 maggio 2010 in Tribunale) Silvio e Veronica erano stati fatti rimanere da soli, per qualche momento senza avvocati, davanti al presidente.

Tecnicamente la separazione è rimasta di tipo «non consensuale», ma con un clima civile e non lontanissimo da un accordo di massima, che peraltro potrebbe sempre intervenire a modificare in qualunque momento, se i coniugi lo desiderassero, i paletti minimi fissati ora dal Tribunale con la sentenza.

Per il resto il verdetto non mette naso nel perimetro societario dell'impero di Berlusconi, nè nelle prospettive che in esso hanno o potranno avere i tre figli avuti da Veronica (a ciascuno dei quali è stato intestato il 7,5% di Fininvest) rispetto ai due figli nati dal precedente matrimonio, Marina e Piersilvio, da tempo ai vertici del gruppo. E ora all'ex premier resta da affrontare l'ipoteca giudiziaria più insidiosa: il giudizio di Cassazione sui 540 milioni che sinora due sentenze di merito hanno condannato Fininvest a risarcire a Carlo De Benedetti per la corruzione di un giudice del «lodo Mondadori».

 

 

Silvio BErlusconi e Veronica LArio Divorzio Vignetta Benny da Libero SILVIO BERLUSCONI E VERONICA LARIO BERLUSCONI-VERONICASILVIO, VERONICAsilvio con i figli di veronicasilvio e veronica in vaticanoSILVIO VERONICA silvio veronica05 veronica lario silvio berlusconi 1988 ok salutesilvio veronica giovaniph CHI silvio berlusconi veronica lario mano manoSILVIO E VERONICA

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO