È TORNATO IL PANICO ESTIVO SULL’EUROZONA - LA CRISI DEL BANCO ESPIRITO SANTO RIPORTA A GALLA LE PAURE DEL 2011, QUANDO SI BALLAVA APPESI ALLO SPREAD, CADEVANO GOVERNI, E SI PARLAVA DI FINE DELL’EURO

Francesco Guerrera per "La Stampa"

 

francesco guerrerafrancesco guerrera

La storia si ripete o fa semplicemente rima con se stessa? Sarebbe piaciuta a Mark Twain, autore del famoso aforisma, la situazione dell’economia europea e del suo sistema bancario. A quasi sei anni dal crollo di Lehman Brothers, che esacerbò la crisi finanziaria più devastante del dopoguerra, investitori grandi e piccoli sono ritornati a guardare con ansia alla salute di una banca.

 

Questa volta, però, l’epicentro del terremoto non è a Manhattan ma a Lisbona. Non a Times Square, la vecchia sede della Lehman, ma a Avenida da Libertade, il quartier general del Banco Espirito Santo.

 

Poco importa. I problemi complessi, oscuri e non facilmente risolvibili della banca portoghese sono subito fuoriusciti dai confini nazionali.

banco espirito santobanco espirito santo

 

Giovedì scorso, la sonnolenza estiva nei mercati è stata rimpiazzata da un dramma classico: le azioni delle borse europee, Milano inclusa, sono andate in caduta libera, le obbligazioni «sicure» quali i buoni del tesoro americano e tedesco sono immediatamente cresciute mentre i prezzi di altri beni-salvezza, come l’oro, sono saliti.

 

Società di mezzo mondo, dai costruttori spagnoli alla Rottapharm di Monza, sono state costrette a posticipare o ridimensionare operazioni di mercato perché gli acquirenti erano in fuga.

 

I mercati azionari ora sembrano più calmi ma i nervi degli investitori rimangono tesissimi. Venerdì una delle mie fonti mi ha detto che una società africana e una banca della Mongolia non sono riuscite a vendere azioni e obbligazioni a causa dello Espirito Santo.

mario draghi 1mario draghi 1

Come può una banca portoghese, grande ma non enorme, seminare panico in mercati mondiali da Milano a Ulan Bator?

 

La paura che aleggia nelle menti degli investitori l’ha spiegata Nick Lawson al Wall Street Journal: «E’ il ritorno delle memorie del 2011», ha detto il trader di Deutsche Bank.

Per chi non se le ricorda, quelle non sono memorie belle, da mettere su Instagram e raccontare su WhatsApp. I souvenir di tre anni fa sono una crisi del debito europeo nei cosiddetti paesi della periferia – Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e, ahimè, Italia – che fece pensare al ritorno delle sciagure del 2008.

 

Ci furono mesi interi in cui politici, mercati e gente comune rimasero incollati ai numeri dello «spread». Governi caddero, molti investitori persero soldi e la ripresa già anemica del continente fu messa in terapia intensiva dalla Banca Centrale Europea.

 

SpreadSpread

La logica direbbe che non c’è motivo di pensare che i problemi, forse di contabilità, forse di capitale, di una banca di Lisbona possano contagiare i beni del tesoro o addirittura l’economia europea.

 

Attenzione però al contesto. La differenza-chiave tra oggi e il 2011 paventata da Lawson e colleghi è che i mercati europei sono stati in grandissima ripresa.

 

Un anno fa, la Spagna era costretta a offrire un tasso d’interesse di quasi il 5% per riuscire a vendere il debito made-in-Madrid. Con tassi così elevati, soprattutto se paragonati ai rendimenti striminziti di altri investimenti, gli investitori non si fecero pregare e la Spagna, l’Italia e persino la Grecia riuscirono a uscire dalla crisi.

 

Mariano RajoyMariano Rajoy

All’inizio di luglio, i tassi spagnoli erano al 2,65%, poco più del debito venduto dalla Germania, paese molto più solido e non solo a livello calcistico. Numeri così bassi non sono abbastanza per persuadere gli investitori a rischiare soldi su economie che comunque rimangono deboli, incerte e senza molte prospettive a lungo termine.

 

Questo fragile terreno è stato reso quasi impraticabile dai macelli del Banco Espirito Santo. I mercati sono come una di quelle docce esasperanti dove la differenza tra acqua troppo calda e troppo fredda è minuscola: nella psiche degli investitori ci vuole niente per passare dalla gioia al dolore. Il motivo può essere qualsiasi cosa: da un commento di un banchiere centrale a un dato economico a una banca portoghese che, nonostante il nome, non è in odore di santità.

 

Ci sono altri fattori. La famosa «unione bancaria» del continente europeo ancora non esiste e i peccati dello Espirito Santo hanno messo in luce i problemi annosi di un settore finanziario unito da una moneta unica ma diviso da regole, prassi e leggi ancora molto nazionali.

Berlusconi e Mario Monti cda dcf bfcde f ea c Berlusconi e Mario Monti cda dcf bfcde f ea c

 

E gli investitori americani sono stati molto attivi nelle banche del continente, comprando azioni e obbligazioni soprattutto nei paesi «periferici». Non è una sorpresa che si mettano a ridurre le loro posizioni quando le notizie provenienti dal Sud-Europa non sono buone.

 

Siamo a un bivio. La mini-crisi scoppiata a Lisbona potrebbe scemare nei prossimi giorni se il governo portoghese riesce a contenere la situazione e i mercati ritrovano la calma. O potrebbe trasformarsi in una maxi-crisi, riportando a galla tutti i dubbi sulla ripresa economica della zona-euro, la stabilità del sistema bancario e l’inefficienza cronica dei politici.

 

Purtroppo, la scelta non è nelle mani dei governi e nemmeno della Bce di Mario Draghi ma nelle menti imprevedibili dei signori (e signore) del mercato. Speriamo che si convincano non solo che la storia non si ripete ma che non rima nemmeno con se stessa.

lehman brothers lehman brothers

 

*Caporedattore finanziario del Wall Street Journal a New York

francesco.guerrera@wsj.com e su Twitter: @guerreraf72

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...