CROCETTA E DELIZIA - IL CANDIDATO SI-CULO DI PD E UDC ALLA PRESIDENZA DELLA SICILIA SI LAMENTA “MI FATE SOLO DOMANDE SUL MIO ESSERE GAY”- MA NON E’ STATO LUI A INIZIARE CON I COMING OUT PRO-PRIME PAGINE? - ESSERE ALLEATO CON L’UDC E L’ASTINENZA PROGRAMMATICA GLI GARANTISCE LA “SERENATA” DEI BATTISTA – E S’AFFIDA ALLO STAFF DI CASINI: SE SI SENTE PROTETTO FRA GIOVANARDI E LA BINETTI…

1- CROCETTA IN CROCE!
Andrea Scanzi per Il Fatto

La sua - garantisce - è la "Rivoluzione della dignità". Rosario Crocetta, 61 anni, è il candidato di Pd, Udc, Api e Psi alle prossime elezioni del 28 ottobre per il Governatore della Sicilia. Omosessuale dichiarato e cattolico praticante, ha promesso (a Klaus Davi) che smetterà di fare sesso se sarà eletto.

Paola Concia, preoccupata, le ha consigliato di ripensarci. Boutade o carezza all'elettorato etero? "L'unica risposta possibile alla curiosità morbosa, e un po' razzista, della stampa nazionale. Quella europea e regionale si sofferma sul sindaco antimafia. Voi mi fate solo domande sul mio essere gay". Sì, ma la battuta è sua. Mica la obbligano a fare continue uscite simili. "Amo i paradossi. Desideravo solo farvi capire che, più della mia vita privata, conta la sfida: cambiare la Sicilia. C'è arrivato persino Pierluigi Battista"

Persino? "Mi scusi, ma davvero c'è chi pensa che io sia stato il primo sindaco gay?"
Allude ancora alle "criptochecche" nascoste nel Pd? "Non solo nel Pd". Lei parla di miracolo possibile, ma per Buttafuoco la Sicilia è quasi irrecuperabile. "I problemi esistono, ma la Sicilia non è solo Riina e Provenzano. E' anche Falcone e Borsellino. In sei anni di sindaco a Gela sono stati arrestati 950 mafiosi. La mia candidatura unisce la politica con la società civile: la terra e il cielo".

Addirittura. "La mafia non è più quella dei picciotti che ammazzano. I mafiosi di oggi sono figli di avvocati, fanno affari con la borghesia più insospettabile. Da una parte la società in movimento, dall'altra una politica bloccata nella ritualità barocca del potere. Masse parassitarie". Lei vorrebbe sconfiggere i parassiti con l'Udc? "E' un accordo etico: neanche un indagato per mafia in lista. L'Udc non c'entra più nulla con Cuffaro, in caso contrario mai mi avrebbe appoggiato. Non possono pagare in eterno per Cuffaro. Altrimenti potrei dire che Orlando era nella Dc di Ciancimino e quindi ha contratto, per via aerea, la malattia della corruzione".

Idv e Sel non si fidano di lei. "Casta degli intoccabili. Mi hanno detto no prima ancora che mi accordassi con l'Udc. Per loro sono il continuatore del cuffarismo e lombardismo: grottesco. A Fava e Lombardo, cioè volevo dire Orlando - perdoni il lapsus freudiano - rivolgo un appello: se vincerà il centrodestra, si assumeranno la responsabilità di avere ucciso il cambiamento?".

Non allearsi con lei è lecito. "Sono il nemico da abbattere, perché per gli estremisti l'uomo nero è il progressista. Tesi bordighiana. Anche quando mi candidai a Gela, per quelli di Rifondazione non ero abbastanza di sinistra perché appartenevo al Pdci. Si ricordi: vince chi conquista il centro". De Magistris e Orlando dimostrerebbero il contrario. "Guardi che mica sono più moderato di loro. Anzi. Leoluca ha vinto grazie al centro, sfruttando una legge elettorale che a Palermo premia il voto disgiunto. De Magistris senza secondo turno avrebbe perso. E così Orlando. Le elezioni regionali sono diverse, occorre concretezza".

C'era bisogno di dire che per Idv e Sel il candidato ideale è uno come Renato Curcio? "Non ho detto così e comunque era un paradosso anche quello. Come si fa a sostenere che uno come me non è di sinistra?" Lombardo la stima. Imbarazzato? "Per niente. E direi lo stesso se a stimarmi fosse Berlusconi. Il corteggiamento è lecito e appagante, ma per fare una coppia bisogna essere in due". E con Fini farebbe coppia. "Vogliamo attaccare chi ha fatto cadere Berlusconi?"

Ci ha messo quasi 20 anni per capire chi era. "E solo per questo prendiamo a calci una carica dello Stato che difende la nostra democrazia?" Unità, Manifesto, Liberazione. Rifondazione, Pdci, Pd: lei è Irrequieto, quantomeno. "Dopo la fine del PCI mi sono guardato intorno. Ho capito da che parte stare quando la sinistra radicale ha fatto cadere Prodi. Due volte. Voglio sconfiggere una destra che mi fa paura e il Pd è il contenitore giusto".

Anche se, all'inizio, era molto riluttante ad appoggiarla. "Il Pd è complicato, ma l'accordo sulla mia candidatura è l'unico vero miracolo che ha compiuto". Perché odia la parola "governatore"? "E' antidemocratica, appartiene a un linguaggio d'altri tempi. Preferisco ‘Presidente sindaco'. Lotto nella mischia e, per tutti, sono sempre e solo Rosario". Ha ricevuto attentati, vive sotto scorta. "Non capite i miei paradossi perché trovate inconcepibile che metta in gioco la mia vita per il bene comune. Voi tendete alla teatralizzazione, io sono incredibilmente autentico".


2-ASTINENZA GAY ED È SUBITO SERENATA
Da
Il Fatto

Siccome Rosario Crocetta non è solo un politico coraggioso, ma anche un simpatico istrione, pensavamo che la sua uscita semiseria sull'astinenza sessuale nel caso di vittoria elettorale alle regionali siciliane avrebbe fornito materiale imperdibile ai cazzeggi estivi di Pigi Battista, che ogni giorno sul Corriere prende in giro le vittime vere o presunte della canicola.

Invece no, anzi tutto il contrario: il Battista ha preso terribilmente sul serio la provocazione di Crocetta e vi ha imbastito un serioso commento in cui interpreta la penitenza del comunista-cattolico-gay come una dolente denuncia e un estremo atto di ribellione a quella "forma modernissima di oppressione che è l'intrusione mediatica nella vita privata dei conosciuti e degli sconosciuti".

E giù citazioni di Vitaliano Brancati e dotte elucubrazioni sulla "dimensione arcaica della Sicilia moderna". A questo punto sorge spontanea una domanda: ma se Crocetta, anziché allearsi col Pd e con l'Udc tanto cari ai Battista e agli altri pompieri della sera, si fosse apparentato, per dire, a Di Pietro o, Dio non voglia, a Grillo, che cosa avrebbe scritto il sempre spiritoso corsivista? Vengono in mente i juke-box degli anni 60: metti la moneta, premi "Idv" e parte un cacofonico urlatore; infili il soldino, pigi (anzi Pigi) "Udc", e si diffonde nell'aere una soave serenata.

3-IL CANDIDATO DEL PD S'AFFIDA ALLO STAFF DI CASINI
Da
Il Fatto
Prove di grande coalizione post-montiana, in Sicilia, con quel pizzico di bizzaria e inverosimiglianza che sempre condisce le vicende dell'isola quando sono vere. Non bastava l'appoggio politico dell'Udc guidato da Gianpiero D'Alia, il rapporto del gay e comunista Rosario Crocetta con la struttura centrista è ancora più profondo.

Per coprire i disinvolti rapporti con la stampa nazionale dell'ex sindaco di Gela, infatti, è appena arrivato in Sicilia Angelino Di Silvio, romano, già giornalista parlamentare di Apcom e nell'ufficio stampa di palazzo Chigi, che in realtà di mestiere fa il portavoce in Senato proprio del capogruppo Udc.

4- LA KLAUS DAVI CONDICIO PER CROCETTA
Luca Telese per pubblicogiornale.it

Ci voleva quel geniaccio perfido di Klaus Davi, con il suo metodo pop inquisitivo, per estrarre dalla confusione folcloristica dell'eurodeputato Rosario Crocetta una perla psicanalitica che rivela molto più di quanto non appaia, sul rapporto complesso tra il letto e il potere.

Tra la politica e l'identità. Per chi non sapesse l'antefatto Crocetta - autocandidato governatore della Sicilia - aveva esordito con una memorabile intervista al Corriere della sera in cui dissertava sulla propria candidatura e sulla propria omosessualità, mostrandosi - fin da allora - come uno che pensa di doversi far perdonare qualcosa, e definendo il suo stesso partito, il Pd, come "un partito di omofobi e di cripto-checche". Mica come l'Udc, aggiungeva sicuro Crocetta, che nell'ex partito di Totó Cuffaro ha trovato - guardacaso - il suo sponsor politico.

E subito dopo spiegava: "Comunque alla Regione non si fanno mica leggi sui matrimoni". Ma a Klaus condicio Crocetta é andato oltre, dicendo: "Se eletto, mi considererò sposato con la Sicilia. Quando si hanno ruoli pubblici, si deve essere molto casti. Sogno Ingroia in squadra". A parte il sogno su Ingroia, quello che colpisce é proprio il ritorno quasi ossessivo a questa idea tutta inedita del baratto fra sesso e politica:

"Se dovessi diventare presidente della Regione - spiegava infatti Crocetta a Davi - dirò addio al sesso e mi considererò sposato con la Sicilia, le siciliane e i siciliani. Guidare la cosa pubblica è come entrare in un convento e non ho neanche più l'età per certe scorribande".

In questa frase, apparentemente spensierata si intravede un abisso psicanalitico: la vita privata barattata con quella pubblica, l'astinenza come merce di scambio per essere perdonati della propria diversità. Chissà, forse Crocetta spera che i suoi amici dell'Udc si sentano più tranquilli. A noi, invece (come alla maggioranza degli italiani e dei siciliani) di cosa faccia Crocetta a casa sua non ce ne importa un fico secco.

Se si sente protetto fra Giovanardi e la Binetti siamo contenti per lui. Purché non si metta a fare come certi convertiti che devono gridare su ogni piazza la propria nuova fede. Come certi marrani che per tutta la vita cercano il perdono dei gentili. Se Crocetta riuscisse a diventare credibile come governatore della Sicilia, infatti, farebbe bene a rilassarsi nel privato come crede, magari anche con qualche festino, purché fra maggiorenni e consenzienti. Crocetta e delizia.

 

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