guido crosetto machete burocrazia

MA CROSETTO NON E’ IL MINISTRO DELLA DIFESA? DOPO AVER MINACCIATO DI BRANDIRE IL MACHETE CONTRO I BUROCRATI CAPACI DI DIRE SOLO NO, IL GRAN CIAMBELLANO DELLO SPOILS SYSTEM TORNA A CIANCIARE DI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E PROPONE DI RIVEDERE LA LEGGE "BASSANINI" - LO SPOIL SYSTEM È UNO SCANDALO SOLO QUANDO LO FACCIAMO NOI. SOGNO UN DEEP STATE AUTOREVOLE, PERCHÉ SO CHE È QUELLO LO SCHELETRO CHE REGGE UNA NAZIONE. LEGNINI? E’ UNA FIGURA POLITICA. PER RIVERA, DIRETTORE GENERALE DEL MEF, E MAZZOTTA, RAGIONIERE GENERALE DELLO STATO, IL DISCORSO È DIVERSO, SONO TECNICI DI VALORE…

Arturo Celletti per Avvenire

 

guido crosetto

«Non vorrei mai una burocrazia di centrodestra. E così non vorrei una burocrazia di centrosinistra o pentastellata. Vorrei invece una burocrazia terza, a servizio dello Stato, capace di combattere per il futuro di questa Nazione. Solo i regimi trasformano le burocrazie in strumenti di lotta politica».

 

Ci faccia capire, ministro Crosetto: lei è pronto a confermare quei funzionari che votano Pd, 5 stelle o Terzo Polo?

Non mi è mai interessato come o cosa vota una persona. Per me, per noi, conta solo come lavora. Con quale serietà, con quale dedizione, con quale libertà e, ovviamente, con quale professionalità.

 

Nella nostra burocrazia, lei non trova però la dedizione che auspicherebbe Abbiamo avuto la migliore classe dirigente pubblica europea, negli anni dei dopoguerra, per questo l'Italia si è ripresa. Negli ultimi decenni la burocrazia italiana, a tutti i livelli, si è come demoralizzata, demotivata, spesso arresa. E questo è successo anche perché è stata abbandonata.

 

guido crosetto machete meme

Che cosa serve per farla ripartire?

Una rivoluzione vera, profonda, che non è più rinviabile e che parta da un'analisi seria sulle sacche di inefficienza, inadeguatezza di processi, impreparazione, mancanza di strutture e strumenti, immoralità, incapacità che bloccano parti importanti della "macchina Stato", condannando l'Italia a una drammatica sconfitta nella competizione internazionale.

 

Lega questa riflessione a quell'immagine del machete?

Mi ha stufato questa storia del machete venduta come fosse un atteggiamento nei confronti di persone. Ho usato quel termine come mezzo per rompere le catene, i lacci, le inefficienze, che bloccano le possibilità di sviluppo e di crescita.

 

Da dove bisogna partire?

Dalla volontà di esaminare uno per uno tutti i nodi. Partiamo dalla Bassanini e cioè la legge con cui la politica aveva cercato di mettere uno scudo a propria tutela, delegando ai funzionari le decisioni. Aveva un senso. Peccato che quando gli apparati dei partiti si sono resi conto che così avevano perso potere, hanno cercato di occupare i posti di chi poi doveva firmare, di chi avrebbe avuto in mano le redini delle decisioni finali e hanno iniziato a immettere i loro rappresentanti nel sistema burocratico. E a occupare, con i loro militanti, una sfera, quella del pubblico impiego, che sarebbe dovuta rimanere terza, a garanzia di tutti.

guido crosetto

 

E dunque quale dovrebbe essere il cambio di passo imposto dal governo Meloni?

Vorrei una burocrazia terza, forte, totalmente autonoma, ben pagata, in concorrenza con il privato per professionalità (e stipendi), selezionata per capacità e merito, capace di dire no alla politica quando è necessario, giudicata per la capacità di raggiungere obiettivi chiari e concreti e non solo formali. Sogno un deep state autorevole, proprio perché so che è quello lo scheletro che regge una Nazione.

 

Pensa possa essere una battaglia condivisa?

Come può non esserlo? Per me sì. Per il Paese reale sì. E ancora sì per chi ci mette due anni per una visita, per chi aspetta 3 anni una licenza per ampliare un capannone. Peccato che, per molti, la situazione attuale sia invece una comfort zone irrinunciabile. Peccato che a molti non interessa una pubblica amministrazione efficiente per tutti, uno Stato che funzioni anche senza raccomandazioni. E che troppi preferiscono che ci sia un loro amico, e non uno bravo, a guidare la macchina burocratica.

 

E allora?

E allora insisto: serve una rivoluzione. In Italia per realizzare un'opera pubblica superiore ai 100 miliardi servono oltre 17 anni. In Germania e Francia ne bastano, invece, meno di 5. E non cito i tempi della Cina o dei paesi dell'Est Europa solo per carità di patria.

sergio mattarella guido crosetto

 

Si spieghi meglio.

Penso che tanti commentatori dovrebbero interrogarsi sui temi veri: questi tempi medi sono compatibili con i tempi del Pnrr? Oppure aspettano di farlo nel 2026 quando decine di miliardi avuti in prestito dalla Ue (e da noi stessi) dovranno essere restituiti con opere ferme a metà della loro realizzazione? Questo è purtroppo il senso di responsabilità con cui parte del giornalismo militante italiano, soprattutto quello della sinistra cosiddetta "radical chic", dei "salotti buoni", si rapporta con la realtà del nostro Paese: si sono dati il compito di augurarsi sventure.

 

Eppure, lei è noto per essere uno diplomatico.

Lo sono veramente. Ma questo è il tempo del coraggio, della verità e dell'azione. Perché ci sono delle domande che mi inquietano. Il sistema burocratico- amministrativo-decisionale- politico italiano è sufficientemente competitivo con quello degli altri Paesi? L'impatto della sua inefficienza, dei tempi delle sue decisioni, o dei suoi servizi, è positiva o negativa, per famiglie ed imprese, se raffrontata con le altre nazioni con cui competiamo? La risposta che mi dò ogni giorno è la stessa che sento dare dai più ed è molto negativa, troppo negativa.

GUIDO CROSETTO

 

Sono domande che si pongono tutti da anni Vero. Io però da due mesi ho scelto un'altra via. Prima potevo commentare da esterno, potevo dare consigli non richiesti, potevo dire la mia a una cena tra amici o in un talk show televisivo. Ora ho scelto di provare a servire l'Italia. Che per me vuol dire provare a cambiare ciò che non funziona.

 

Questo governo e questa maggioranza possono cambiare le cose da solo?

Non sono così folle da pensarlo: si può cambiare l'Italia solo ed esclusivamente con l'aiuto di tutti, in primis della burocrazia, motivando le persone che ogni giorno "alzano la serranda" dello Stato, di una scuola, di un ufficio anagrafe, di un ufficio tecnico, di un dipartimento o di una direzione generale.

 

Sta tendendo la mano alla burocrazia?

Il dramma che viviamo ora è il frutto di campagne che hanno spiegato, per anni, alternando la demagogia a destra e a sinistra, che la burocrazia pubblica doveva guadagnare poco, perché lavorava poco, che doveva essere vessata da leggi pesanti, perché rubava, che doveva avere meccanismi di decisione complessi per rendergli difficile la vita, che doveva accollarsi la responsabilità personale della firma, di cui la politica, dopo Tangentopoli, voleva liberarsi. Penso semplicemente che tutto questo debba cambiare. Non per far piacere a me, ma per dare una speranza all'Italia.

 

Lo spoil system fa parte di questa strategia?

giancarlo giorgetti guido crosetto

C'è la necessità di provare a cambiare i meccanismi, le procedure, le regole che rendono difficile il funzionamento della PA italiana a tutti i livelli. Si tratta di un percorso difficile e non breve, da affrontare con l'aiuto di tutti, in primis dell'opposizione, perché si devono definire regole generali. Lo spoil system invece riguarda la facoltà, prevista per legge ed esercitata da ogni esecutivo, di decidere a chi affidare alcune posizioni dirigenziali apicali di diretta collaborazione dell'esecutivo. Lo hanno fatto sempre, da quando esiste la legge, tutti i ministri che si sono susseguiti nei decenni.

 

Come lo fa qualsiasi nuovo amministratore in un'azienda. arliamo del caso Legnini, il commissario per la ricostruzione... Conosco Giovanni Legnini da anni. Conosco il suo serissimo percorso politico e lo stimo. Legnini è un avvocato, esponente del Pd, è stato sindaco, deputato una volta, senatore per tre legislature, sottosegretario con Letta e Renzi, membro del Csm su indicazione del suo partito, candidato alla presidenza della sua Regione.

 

GUIDO CROSETTO VISITA I MILITARI ITALIANI A HERAT, IN AFGHANISTAN - SETTEMBRE 2010

Qualcuno dovrebbe spiegarmi perché lui dovrebbe essere considerato inamovibile e non sostituibile nella sua funzione commissariale, in quanto tecnico superpartes. Lo ribadisco, lo stimo e ne sono amico ed apprezzai la sua scelta quando venne fatta.

 

Ma sapevo allora che era stata una legittima scelta politica e non tecnica. Così come, prima di lui, fu per Paola De Micheli. Nessuna delle due volte c'è stata alcuna polemica particolare. Nemmeno da parte dell'opposizione. Adesso invece si inventa il caso.

 

Governare significa assumersi la responsabilità di fare scelte. Non è che quando le fa il Pd è democrazia e quando le fanno altri è protervia. Siamo seri.

 

Stesso discorso per Alessandro Rivera direttore generale al Mef o per Biagio Mazzotta, ragioniere generale dello Stato?

GUIDO CROSETTO GIORGIA MELONI

No, discorso totalmente diverso. Loro rappresentano il meglio della dirigenza pubblica italiana. Loro sono due tecnici, due persone che hanno fatto la loro carriera all'interno della pubblica amministrazione, facendo gavetta e conquistandosi la considerazione sul campo. Io personalmente conosco bene entrambi, ho avuto modo di lavorare con loro e ne ho stima. Ciò detto, la scelta di confermarli nelle loro posizioni o magari utilizzarne le competenze in ruoli altrettanto importanti, non spetta ad altri che al titolare del dicastero di cui fanno parte.

 

Certo servirebbero un po' di serietà e di obiettività: mentre tutti attaccano il governo per lo spoil system, oggi (ieri, ndr) un quotidiano scrive che io sarei stato troppo tenero nei confronti di persone che hanno ruoli alla Difesa ed hanno avuto una militanza a sinistra. La sintesi è: ad alcuni non gli interessa la verità ma solo attaccare e delegittimare, ma il nostro compito è un altro: servire il nostro Paese, a partire dalla necessità di far lavorare meglio la nostra burocrazia. Solo così potremo cambiare l'Italia.

Guido CrosettoCROSETTO MELONI

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....