CAPOTAVOLA È DOVE SI SIEDE BAFFINO – SPEZZAFERRO D’ALEMA SPEZZA OBAMA SULLA SIRIA E ARCHIVIA LETTA: “IL PREMIER USCIRÀ LOGORATO DALLA CONVIVENZA CON BERLUSCONI”

Massimo Gaggi per "Il Corriere della Sera"

«Gli errori di Obama che non ha accompagnato la minaccia di bombardare la Siria con un chiaro progetto politico e la latitanza dell'Europa hanno aperto grandi spazi di iniziativa diplomatica a Putin e Assad. Se non vogliamo che siano loro a vincere la partita, bisogna andare oltre la questione delle armi chimiche e approfittare dell'apertura di uno spiraglio negoziale per imporre un cessate il fuoco».

Tardo pomeriggio alla Macelleria, ristorante rustico-trendy del Meatpacking District, cuore della Manhattan dei giovani e anche di quella tecnologica, le aziende della «Silicon Alley». Massimo D'Alema, davanti a una platea di simpatizzanti del Pd che studiano e lavorano negli Usa, ricorre alle sue memorie di statista - il presidente del Consiglio italiano che, insieme a Bill Clinton, si impegnò nell'intervento militare in Kosovo - per riflettere sui dilemmi degli interventi di ingerenza umanitaria in altri Paesi: «Quella fu un'azione drammatica e sofferta, ma dietro c'era un chiaro obiettivo politico: il ritiro dei serbi e l'indipendenza. In Siria c'era solo la volontà di punire Assad. Che non è di per sé una strategia».

Ma poi, dopo aver parlato per più di un'ora di politica internazionale, pur descrivendosi ormai come un esterno al Partito democratico («sono iscritto, ma sono molto lontano») D'Alema non rinuncia a distillare la sua ricetta per i nuovi vertici del centrosinistra: «Gianni Cuperlo segretario del Pd, Matteo Renzi leader della coalizione e candidato alla guida del governo». Quanto a Enrico Letta, va sostenuto con tutta l'energia possibile nel suo sforzo di andare avanti col governo attuale perché il Paese ha bisogno di stabilità: «Può durare a lungo, anche fino al 2015. Ma credo che in qualche modo uscirà logorato dalla convivenza obbligata con Berlusconi. Dopo questo governo penso che la gente vorrà una personalità nuova».

L'ex capo del governo e del partito postcomunista che ha lasciato le cariche e il Parlamento, racconta di essere a New York per partecipare a una serie di eventi organizzati a margine dell'assemblea dell'Onu in quanto animatore della fondazione «ItalianiEuropei» e capo del «pensatoio» dei socialisti europei: «Ho lasciato i ruoli attivi, ma faccio politica in altro modo perché per me la politica non è un mestiere ma un modo di interpretare la vita».

È sempre lui, coi passaggi dal ruvido all'affabile, senza rinunciare a una punta di sarcastica arroganza: «Niente interviste», dice ai giornalisti con i quali, pure, conversa volentieri. «Se volete, invece, posso farvi una lezione sul Medio Oriente: conosco bene tutti i protagonisti, a partire da Morsi». Ed è molto dalemiana anche la spiegazione che dà delle sue preferenze politiche: «Cuperlo è il personaggio di maggior spessore culturale e il segretario del nostro partito deve essere così: uno davanti al quale la gente tace perché si aspetta di sentire cose che non sa».

Renzi, invece, è «la nostra presenza pubblica più forte. Un "asset" importante in un periodo di forte caduta della partecipazione alla politica». Ma il «rottamatore» non era la sua bestia nera? «Da quando mi sono fatto da parte non vuole più rottamarmi. Ci siamo conosciuti, lo apprezzo. Certo, se poi da qui alle elezioni viene fuori un Nembo Kid mica puoi impedirgli di partecipare alle primarie...».

 

MASSIMO DALEMA dalema beve MASSIMO D'ALEMA ENRICO LETTA - copyright PizziReichlin e Cuperlo Matteo Renzi barack-obamaASSAD PUTIN

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