LA PORTI UNA SCISSIONE A FI-RENZI – IL SINDACO SMETTE I PANNI DEL ROTTAMATORE MA D’ALEMA AVVERTE CHE CON ‘UN SUCCESSO OLTREMISURA’ DI MATTEUCCIO CI POTREBBE ESSERE UNA SCISSIONE

Maria Teresa Meli per "Il Corriere della Sera"

Adesso è tempo di pensare al partito. Del governo ci si occuperà, ma a tempo debito. «Nessuno - spiega Renzi ai suoi - vuole fare la guerra a Letta. Ma le larghe convergenze sono un fatto contingente e noi guardiamo al futuro. Che è bipolare. Perciò io non farò il guastatore, darò il mio appoggio all'esecutivo, anche se, ovviamente, non sarà un appoggio acritico. Solo su una cosa voglio essere chiaro: se qualcuno pensa di tornare al proporzionalismo io mi inc... di brutto».

Messaggio ricevuto. Dal Senato il capogruppo Zanda annuncia che il Pd propone il doppio turno, mettendo definitivamente la parola fine al lavorìo proporzionalista di Anna Finocchiaro e, di fatto, affossando il possibile inciucio di palazzo Madama. Il che consentirebbe, proprio come vuole Renzi, di ripartire con la riforma elettorale dalla Camera.

Del resto, come aveva anticipato Paolo Gentiloni, «da ora in poi l'agenda del Pd la detterà Matteo». Il quale Matteo si sta occupando con il suo staff del partito. Intanto medita di chiudere la sede attuale, quella di Largo del Nazareno. E' troppo grande, dispendiosa e inutile. Tanto più che lui starà più spesso a Firenze che a Roma.

Nella capitale ci sarà una segreteria nuova di zecca, che però non resterà tutto il tempo nel chiuso delle segrete stanze. L'ideale sarebbe poter spostare la sede del Pd fuori dal centro storico. Anche quello sarebbe un segnale di novità. Ma è difficile bisogna trovare il posto. Occorrerà anche fare un po' di ripulisti in giro. In modo soft, naturalmente, senza imposizioni, ma non possono esserci casi Crisafulli sparsi nel territorio. Che partito è quello? Non certo il partito che immagina Renzi. Per lui «il Pd è la Leopolda e la Leopolda è il Pd». Insomma, per dirla con Gentiloni, «chi credeva che la carica eversiva di Renzi uscisse ridotta esce rassicurato: la Leopolda cambierà verso al Pd e non sarà il Pd a contaminare la Leopolda».

Del resto, è lo stesso Renzi che ci tiene a ripetere: «Io non sono cambiato, io sono quello di sempre». Anche se ha capito che deve alternare i toni poco rassicuranti dei Serra e dei Pif con quelli più soft che si incarica lui stesso di interpretare: «L'agenda del governo e quella del partito sono compatibili e poi so bene che gli italiani non hanno nessuna fregola di andare a votare dopo così poco tempo dalle ultime elezioni. Il mio obiettivo sono le europee e le amministrative. Per me sono una prova importante, su cui si misurerà per la prima volta la mia leadership». E ai suoi, per gasarli, il sindaco di Firenze ripete sempre: «Guardate che è anche una sfida generazionale la nostra e non possiamo assolutamente fallire».

Ed è sempre Renzi, uno e bino, che alla Leopolda dà spago a Pif che spara su Bindi e Crisafulli, ma nel contempo si preoccupa che i presenti non fischino Epifani. Anzi lo aiuta quando il segretario, sbigottito, gli chiede: «Che devo rispondere ai giornalisti che mi domandano per quale motivo non ci sono i simboli del Pd?». Potrebbe rispondere con le parole di Funiciello: che «è in atto una "leopoldizione" del partito», ma sarebbe troppo complicato.

Questo Renzi che pensa già alla nuova organizzazione del Pd e dei gruppi parlamentari e che studia le tappe del suo tour elettorale per le primarie (potrebbe provare tre puntate difficili come Lampedusa, il Sulcis e l'Ilva di Taranto, con i rischi e i possibili fischi che comportano), ultimamente compulsa i sondaggi con sempre maggior interesse. L'ultimo non gli dà una percentuale altissima. Lo attesta al 65 per cento. Ma dà a Gianni Cuperlo solo il 22. Ed è questa la ragione per cui i sostenitori di quest'ultimo ieri si sono riuniti per cercare di correre ai ripari.

Raccontano che in Puglia D'Alema, per spronare la gente a votare «l'amico Gianni», dica che con un successo oltremisura di Renzi potrebbe esserci il rischio di una scissione, mentre a Roma spieghi che ha intenzione di andare da Renzi per trattare con lui sulla base del consenso ricevuto da Cuperlo. Per questa ragione il 22 non basta. Ma i dalemiani non disperano: nei circoli, dicono, non stiamo andando male, alle primarie non andranno a votare più di due milioni di persone e alla fine la bipolarizzazione tra Gianni e Matteo, penalizzerà gli altri due candidati e favorirà Cuperlo.

Sarà anche vero ma Renzi è convinto che il Pd diventerà la Leopolda. O viceversa. Anche perché ormai sono sempre di più gli elettori pronti a sottoscrivere le parole della moglie del sindaco, che alla kermesse ha fatto una fugace apparizione, tenendosi distante con l'ironia e l'indipendenza che la contraddistinguono. Occhio intelligente, sguardo vivace e lingua affilata: «Spero che le cose cambino davvero, siamo troppo stanchi e arrabbiati».

 

renzi leopolda renzi e epifani RENZI, BOSCHI,Reichlin e Cuperlo Civati intervistato Paolo Gentiloni MASSIMO DALEMA

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...