luigi di maio via della seta

DAGONEWS SULLA VIA DELLA SETA - XI JINPING AVVERTE: SE ANNACQUATE IL PROTOCOLLO D'INTESA, SALTA LA VISITA IN POMPA MAGNA IN ITALIA, IN CUI PECHINO MOSTRERÀ AGLI USA DI AVER 'SCIPPATO' UN MEMBRO G7-NATO - DI MAIO NEL SUO VIAGGIO A PECHINO HA IMPEGNATO IL GOVERNO ALL'INSAPUTA DI SALVINI, FARNESINA E MATTARELLA. CHE OGGI HA DATO UN ''OK'' CON MOLTI PALETTI: TOCCATE INDIPENDENZA E INTEGRITÀ NAZIONALE E INTERVENGO IO - L'ITALIA, COME IL BOEING 737 MAX, È FINITA NELLA GUERRA TRA USA E CINA E NON SA PIÙ COME USCIRNE - LO SCAMBIO DI COPPIE TRA LEGA E M5S: GERACI PER ZANNI

DAGONEWS

 

DI MAIO SULL AEREO PER PECHINO

Sgonfiata la bolla dell'insopportabile Tav con ammuina a 5 stelle, il governo si è ficcato nel ginepraio della Via della Seta, e la magra consolazione per il disgraziato popolo italiano è che stavolta si tratta di decisioni da cui davvero dipende il futuro del Paese.

 

Dall'elezione di Trump, e in particolare dall'inizio della sua guerra commerciale contro la Cina, il resto del mondo ogni giorno ha dovuto ballare sul filo di difficilissime scelte, a volte culturali, a volte economiche, sempre e comunque politiche.

 

L'ultima? Il pasticcio dei Boeing 737 Max, modello sfornato in gran fretta dal campione nazionale americano (primo esportatore degli Stati Uniti e da solo in grado di trainare o affondare Wall Street). Quale paese ha deciso per primo di tenerli a terra? Proprio lei, la Cina. E dietro di lei, piano piano, sono arrivati tutti gli altri, Unione Europea compresa, dopo un iniziale tentennamento. Tutti tranne gli USA, con la Boeing e la FAA (autorità federale per l'aviazione) che granitiche ribadiscono la fiducia nel modello. Così fiduciosi che hanno aggiornato di corsa il software.

LUIGI DI MAIO IN CINA CON MICHELE GERACI

 

Era dall'incidente della Lion Air dello scorso ottobre che si parlava di una ''manina'' tecnologica dietro lo schianto. Ci sono molti report di piloti di diverse compagnie aeree (alcuni oggi li pubblica il ''Corriere'') zeppi di lamentele sul software e sui problemi a ''tenere'' gli aerei quando il cervellone prendeva di prepotenza i comandi.

 

Ma se qualche anno fa finirono negli hangar tutti i Boeing 787 in attesa che il problema con le batterie al litio fosse risolto, stavolta si è scelto di continuare a volare, sulla pelle dei 150 morti al decollo del volo Ethiopian Airlines. Anche questa è una scelta politica, non poco condizionata da affari e pressioni: dopo il disastro Lion Air, il titolo Boeing aveva perso il 12%, ma nei mesi successivi grazie a un'opera di rimozione (mediatica) del problema, recuperò tutto con gli interessi.  

 

LUIGI DI MAIO IN CINA

E di decisioni politiche se ne prendono ogni giorno anche in Italia. Sul piano geopolitico quella più bizzarra e significativa delle ultime 24 ore è la nomina di Marco Zanni come responsabile Esteri della Lega. Salvini, dopo molti scivoloni sul piano internazionale, ha capito che non può più improvvisare, e ha scelto un ex M5S per guidare un'area così importante. Ma come? Non c'era nessuno nel suo partito? Beh, uno che si intende di Cina, per esempio, ci sarebbe, e si chiama Michele Geraci. Solo che il sottosegretario agli Esteri in quota Carroccio è ormai stato ''incamerato'' da Di Maio, in un curioso scambio di coppie.

 

Non ha più bisogno di presentazioni il ''sinofilo'' Geraci, che accompagnò Luigino nel famigerato viaggio a Pechino (quello col volo in economica e poi però l'albergo a 5 stelle), in cui all'insaputa di Salvini, ma anche della Farnesina (Belloni e Moavero Milanesi) e del Quirinale, si impegnò col governo cinese alla firma del Memorandum of Understanding che Xi Jinping (o ''presidente Ping'', come lo chiamò il vicepremier) verrà a siglare in Italia tra il 21 e il 23 marzo, con tappa a Palermo organizzata proprio dal palermitano Geraci.

 

sergio mattarella luigi di maio

Si tratta di una prova di forza di cui si parlerà per mesi: il leader cinese che mostra agli Stati Uniti di essere in grado di ''scippare'' un alleato di primo piano, l'Italia, membro della Nato e primo Paese G7 a entrare nella ''Belt and Road Initiative''. 

 

Salvini che non sa bene che pesci prendere, ha deciso che non parteciperà al pranzo in onore di Xi, su consiglio di Stefano Beltrame, il suo consigliere diplomatico che negli anni scorsi fu console a Shanghai, dove ebbe parecchio a che fare con Geraci e al quale aveva più volte manifestato perplessità sul progetto Via della Seta. Ma il sottosegretario ha dalla sua il sostegno di Di Maio ed è andato avanti a trattare con il governo cinese.

michele geraci matteo salvini

 

Come uscire da questo ennesimo pantano? La parola d'ordine, come con la Tav è: annacquare. Diluire. Rimandare. Ma la Cina ha minacciato: se il protocollo viene ''alleggerito'', salta tutto: la visita in pompa magna di Xi, la firma, e pure i buoni rapporti tra i governi. In queste ore si discute del controllo del porto di Trieste: i cinesi hanno già trattato con l'amministratore delegato di acquisirne la maggioranza. Anche quel deal sarebbe a rischio in caso di passo indietro del governo Conte.

 

 

Per ora sia il premier che il ministro Tria (altro amico di Pechino) hanno difeso il protocollo d'intesa, ma Mattarella e il suo staff stanno vagliando il documento, e giusto pochi minuti fa hanno fatto sapere che ''…gli accordi che il nostro Paese andrà a sottoscrivere conterranno regole più severe e stringenti rispetto a quelle indicate negli atti elaborati nei giorni scorsi dall'Unione Europea''. In pratica dà l'ok ricordando che anche dopo la firma si potranno mettere tutti i paletti che riterrà opportuni.

enzo moavero milanesi

 

 

Dal Colle sono come al solito contrariati: per mettere in piedi un meccanismo simile serviva l'esame del Consiglio dei Ministri, non bastava la visita un po' carbonara di un vicepremier che ha impegnato l'intero governo anche per portare a casa un risultato e dimostrare che quel viaggio aveva un senso.

 

In ogni caso, Mattarella potrà sollevare obiezioni su tutti i punti che vadano a toccare la sicurezza, l'indipendenza e l'integrità nazionale, visto che la Costituzione riserva al Presidente della Repubblica la difesa delle ultime due.

 

 

MARCO ZANNI MATTEO SALVINI CLAUDIO BORGHI

 

michele geraci sottosegretario allo sviluppo economicoMarco Zannimichele geraci giuseppe conte giorgetti aquilanti

Ultimi Dagoreport

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...

antonio tajani edmondo cirielli

ALTRO CHE GOVERNO COESO: È GUERRA APERTA IN CASA! – IL PIÙ INCAZZATO PER L’INVESTITURA DI EDMONDO CIRIELLI A CANDIDATO DEL CENTRODESTRA IN CAMPANIA È ANTONIO TAJANI. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CONSERVA UN’ANTICA ANTIPATIA (RICAMBIATA) CON IL SUO VICEMINISTRO – E IL SEGRETARIO REGIONALE AZZURRO, FULVIO MARTUSCIELLO, MINACCIA GLI ALLEATI: “PRIMA ANCORA DI SEDERCI AL TAVOLO CON EDMONDO CIRIELLI, DEVE CHIEDERE SCUSA PER GLI INSULTI RIVOLTI A SILVIO BERLUSCONI E RIPORTATI NEL LIBRO ‘FRATELLI DI CHAT’” – TAJANI TEME CHE, CON CIRIELLI CANDIDATO, FDI SCAVALCHI, E DI PARECCHIO, FORZA ITALIA IN CAMPANIA, STORICO FEUDO AZZURRO...

tridico giuseppe conte matteo salvini occhiuto giorgia meloni calabria fico antonio tajani

DAGOREPORT! IN CALABRIA, COME NELLE MARCHE, SI REGISTRA LA SCONFITTA DI GIUSEPPE CONTE: HA VOLUTO FORTISSIMAMENTE LA CANDIDATURA DI PASQUALINO TRIDICO CHE NON HA PORTATO CONSENSI NÉ AL CAMPOLARGO, NÉ TANTOMENO AL M5S CHE HA PRESO GLI STESSI VOTI DEL 2021 - LA DUCETTA ROSICA PERCHÉ FRATELLI D’ITALIA HA UN TERZO DEI VOTI DI FORZA ITALIA, CHE CON LA LISTA OCCHIUTO ARRIVA FINO AL 30% - LA SORPRESA È LA CRESCITA DELLA LEGA, CHE PASSA DALL’8,3 AL 9,4%: MOLTI CALABRESI HANNO VOLUTO DARE UN PREMIO A SALVINI CHE SI È BATTUTO PER IL PONTE SULLO STRETTO - ORA LA BASE DEI 5STELLE E' IN SUBBUGLIO, NON AVENDO MAI DIGERITO L'ALLEANZA COL PD - LA PROVA DEL FUOCO E' ATTESA IN CAMPANIA DOVE IL CANDIDATO CHE CONTE HA IMPOSTO A ELLY E DE LUCA, ROBERTO FICO, NON PARE COSI' GRADITO AGLI ELETTORI DEL CENTROSINISTRA...    

giuseppe marotta giovanni carnevali

DAGOREPORT! GIUSEPPE MAROTTA STRINGE ANCORA PIÙ LE MANI SULLA FIGC. IN SETTIMANA SI VOTA LA SOSTITUZIONE NEL CONSIGLIO FEDERALE DI FRANCESCO CALVO, EX MARITO DI DENIZ AKALIN ATTUALE COMPAGNA DI ANDREA AGNELLI, E IL PRESIDENTE DELL’INTER STA BRIGANDO PER PORTARE AL SUO POSTO IL SODALE, NONCHÉ TESTIMONE DI NOZZE, GIOVANNI CARNEVALI, AD DEL SASSUOLO (MA C'E' ANCHE L'IDEA CHIELLINI) - IN CONSIGLIO FEDERALE SIEDEREBBERO COSÌ MAROTTA, CARNEVALI E CAMPOCCIA, IN QUOTA UDINESE MA LA CUI FEDE INTERISTA È NOTA A TUTTI. MILAN, JUVENTUS, NAPOLI E LE ROMANE RIMARREBBERO CON UN PALMO DI NASO…

giorgia meloni pro palestina manifestazione sciopero

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN ERRORE DI CALCOLO POLITICO. IN PIAZZA NON C’ERANO SOLO I SOLITI VECCHI COMUNISTI IPER-SINDACALIZZATI O I FANCAZZISTI DEL “WEEKEND LUNGO”. TRE MILIONI DI PERSONE CHE IN TRE GIORNI HANNO SFILATO E MANIFESTATO, NON SI POSSONO IGNORARE O BOLLARE COME "DELINQUENTI", COME FA SALVINI. ANCHE PERCHÉ SEI ITALIANI SU DIECI SONO SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE – LA DUCETTA È LA SOLITA CAMALEONTE: IN EUROPA FA LA DEMOCRISTIANA, TIENE I CONTI IN ORDINE, APPOGGIA L’UCRAINA E SCHIFA I SUOI ALLEATI FILORUSSI (COME IL RUMENO SIMION, A CUI NON RISPONDE PIÙ IL TELEFONO). MA QUANDO SI TRATTA DI ISRAELE, PERDE LA PAROLA…