ponte morandi decreto genova

VIENI AVANTI DECRETINO – A UN MESE E MEZZO DAL CROLLO DI PONTE MORANDI, LA RAGIONERIA DELLO STATO HA FINALMENTE BOLLINATO IL DECRETO URGENZE SU GENOVA – AUTOSTRADE, ESCLUSA DALLA RICOSTRUZIONE, DOVRÀ PAGARE, MA IN CASO DI OMESSO VERSAMENTO LO STATO POTRÀ ANTICIPARE FONDI PER 30 MILIONI DI EURO ALL’ANNO – MA NON SI SA NÉ COME SARÀ IL NUOVO VIADOTTO NÉ QUANTO COSTERÀ

Antonella De Gregorio e Marco Galluzzo per www.corriere.it

 

DECRETO GENOVA

Autostrade per l'Italia (Aspi), ritenuta «responsabile del mantenimento in assoluta sicurezza e funzionalità» del ponte Morandi crollato, dovrà «far fronte alle spese di ricostruzione dell'infrastruttura».

 

Lo prevede il testo del decreto urgenze su Genova, che finalmente, dopo 44 giorni dal crollo del ponte Morandi, e polemiche nel governo, è stato «bollinato» dalla Ragioneria dello Stato ed è approdato sulla scrivania del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la firma. Nei prossimi giorni sarà a disposizione del Parlamento che dovrà convertirlo in legge.

 

Le coperture

ponte morandi genova 2

Il decreto è composto di 47 articoli, il penultimo è forse quello che lo ha trasformato per tanti giorni in un oggetto misterioso: le coperture sono indicate in modo certosino, individuate in almeno una trentina di Fondi speciali e di leggi vigenti; in tutto sono circa 300 milioni di euro per i prossimi tre anni, che un Commissario straordinario che sarà in carica per 12 mesi, rinnovabili per due anni, dovrà gestire con poteri speciali, «in deroga ad ogni disposizione extrapenale».

 

autostrage per l italia

30 milioni all'anno

Il provvedimento prevede che, in caso di omesso versamento da parte di Aspi, il commissario straordinario potrà individuare «un soggetto pubblico o privato che anticipi le somme necessarie».

 

Recita, il testo, che «per assicurare il celere avvio delle attività del Commissario, in caso di mancato o ritardato versamento da parte del Concessionario, a garanzia dell'immediata attivazione del meccanismo di anticipazione, è autorizzata la spesa di 30 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2018 al 2029».

i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova

 

«Fuori Autostrade»

Per dodici anni, insomma, lo Stato potrebbe dover mettere sul piatto 360 milioni di euro attingendo al Fondo il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale. Trovata dunque la quadra sulle coperture finanziarie, la bozza finale del decreto passa anche a disciplinare l'assegnazione dell'opera di ricostruzione, che «sarà affidata dal commissario straordinario ad «uno o più operatori», escludendo Autostrade per l'Italia.

 

ponte morandi genova 4

Gli operatori non dovranno avere «alcuna partecipazione diretta o indiretta in società concessionarie di strade a pedaggio, o siano da quest'ultime controllate o ad esse collegate». A questo punto viene inserita un'aggiunta: «anche al fine di evitare un indebito vantaggio competitivo nel sistema delle concessioni autostradali».

 

I versamenti

Entro 30 giorni dalla richiesta del Commissario la società Autostrade, che aveva ed ha ancora in gestione il tratto autostradale crollato, dovrà versare sul conto speciale del Commissario stesso la somma che servirà per demolire e ricostruire. Se non lo farà i crediti che vanta verso lo Stato saranno congelati e girati ad un altro soggetto pubblico o privato, che si farà carico di fare il versamento finanziario al Commissario rendendo così disponibili le somme necessarie alla ricostruzione

 

Gli interrogativi

IL MONCONE CROLLATO DEL PONTE MORANDI

Oltre 40 articoli, dopo più di 40 giorni dal crollo, ma con due grandi interrogativi che restano: come sarà il ponte, e quanto costerà effettivamente. Le somme che hanno coperture nel decreto vengono infatti previste per una miriade di interventi, dall’assunzione di 250 persone fra Regione Liguria e città di Genova per far fronte alle emergenze logistiche, tecniche e professionali dei prossimi mesi, all’esenzione del canone Rai nei territori dei comuni colpiti dal crollo fino al dicembre 2020; da 20 milioni di euro per rinnovare i parco delle macchine metropolitane della città ligure a 30 milioni in tre anni per la logistica emergenziale del Porto. È prevista anche l’estensione per 12 mesi della Cig per le imprese che hanno subito danni dal crollo del ponte, esenzioni fiscali per le persone fisiche e giuridiche, un ufficio del Commissario che sarà di una ventina di persona, compresi due vice.

 

simulazione crollo ponte morandi genova 8

Assunzioni in enti pubblici

Quanto alle assunzioni, nel decreto è previsto che La Regione Liguria, la città metropolitana di Genova e il Comune di Genova potranno assumere complessivamente per gli anni 2018 e 2019 «fino a 250 persone» (non 500 come ci si aspettava), previa autorizzazione del Commissario. Le assunzioni sono con contratti a tempo determinato e con funzioni di personale civile, polizia locale e supporto all'emergenza.

renzo piano giovanni toti progetto ponte morandi genovaIL MOMENTO DEL CROLLO DI PONTE MORANDI A GENOVAvivere sotto una cupa minaccia il reportage di michele guyot borg sul ponte morandi di genova 9IL MOMENTO DEL CROLLO DI PONTE MORANDI A GENOVA 1ponte morandi genovaQUEL CHE RESTA DEL PONTE MORANDI VISTO DAL QUARTIERE DEL CAMPASSO A GENOVAil ponte di genova e le case sottostanti luciano benetton e oliviero toscaniil ponte di genova e le case sottostanti impero della famiglia benettonil crollo del ponte morandi a genova il ponte di genova e le case sottostanti il crollo del ponte morandi a genovail ponte di genova e le case sottostanti il ponte di genova e le case sottostanti il crollo del ponte morandi a genova il crollo del ponte morandi a genova PONTE MORANDI GENOVA

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…