giovanni tria filini

IL DEF NON È PER NIENTE DEFINITIVO: TRIA RINVIA ALL'AUTUNNO I VERI NODI FINANZIARI, DALL'AUMENTO DELL'IVA COI SUOI 23 MILIARDI DA TROVARE E PURE LA FLAT TAX PER FAMIGLIE. CI SARÀ UN RIFERIMENTO MA NON SARÀ VINCOLANTE - LA CRESCITA È FERMA E IL TESORO RESTA IN TRINCEA PER CONTENERE IL DEBITO. MA SALVINI E 5 STELLE PRESSANO PER TIRARE FUORI QUALCOSA CHE SI POSSA VENDERE AGLI ELETTORI PRIMA DEL VOTO

 

GIOVANNI TRIA

Luca Cifoni per ''il Messaggero''

 

Il percorso di risanamento dei conti si interromperà nel 2019 ma è destinato a riprendere l' anno successivo. Nel Documento di economia e finanza che oggi sarà esaminato dal Consiglio dei ministri il rapporto deficit/Pil che quest' anno risalirà al 2,3-2,4 per cento dovrebbe poi tornare a scendere nel 2020, attestandosi intorno al 2,1 per cento anche grazie alla piccola ripresa dell' economia attesa per quell' anno.

 

Un segnale chiaro che soprattutto il ministro dell' Economia vuole mandare alle istituzioni europee e ai mercati finanziari, insieme ad un' altra indicazione che riguarda già il 2019: nonostante l' incremento statistico in rapporto al Pil, il disavanzo nominale dovrebbe restare sostanzialmente stabile e lo sforzo strutturale del nostro Paese (parametro rilevante ai fini europei) potrebbe addirittura migliorare di un decimale. L' impegno sui saldi si accompagna però nel testo ad un percorso del debito ancora in risalita, in parte anche a causa della revisione del perimetro contabile della Pa, che l' Istat ufficializzerà oggi. L' obiettivo è contenere al massimo questa tendenza.

matteo salvini giovanni tria

 

RINVIO ALL' AUTUNNO

Con un' impostazione di questo tipo, di fatto l' esecutivo rinvia al prossimo autunno i veri nodi finanziari: a partire dall' incremento dell' Iva, che il governo vorrebbe impegnarsi a scongiurare, non sapendo però ancora dove trovare i 23 miliardi necessari a non far scattare la clausola di salvaguardia nel 2020.

 

Nel testo troveranno posto anche gli impegni programmatici voluti dai partiti di maggioranza, inclusa la cosiddetta flat tax per le famiglie. Il riferimento ci sarà ma non vincolante: di fatto il tema potrebbe confluire nella più generale riforma del sistema fiscale per le famiglie (oltre che delle imprese). La scelta esatta delle parole potrebbe essere oggetto di discussione fino all' ultimo momento: ieri sera la Lega insisteva per un rimando più esplicito al meccanismo dell' aliquota unica, mentre Di Maio per il M5S assicurava che ci sarà una formulazione in grado di scongiurare il dubbio di un regalo ai più ricchi.

moscovici

 

Tra le fonti di finanziamento per questo riassetto sarà certamente elencato il riordino delle tax expenditures, che del resto è un progetto che compare ormi da anni tra gli impegni presi dal nostro Paese. In autunno, al momento di disegnare eventualmente il nuovo sistema, sarà stabilito in che misura i beneficiari dell' aliquota al 15 per cento dovranno rinunciare alle detrazioni e deduzioni attualmente in vigore.

 

tria

Tra le riforme saranno menzionate anche quelle già attuate con l' ultima legge di Bilancio, reddito di cittadinanza e prepensionamenti con Quota 100 (in chiave di ricambio sul mercato del lavoro) ed altre che stanno per iniziare il loro percorso in parlamento, come ad esempio l' introduzione del salario minimo.

 

LA PRUDENZA

La prudenza del ministero dell' economia si riflette anche nelle previsioni per la crescita: quest' anno si dovrebbe passare da un valore tendenziale dello 0,1 per cento a un +0,3 (o al massimo 0,4) programmatico grazie alla spinta esercitata dal decreto(ancora in via di definizione) che contiene le misure per lo sviluppo e da quello destinato a sbloccare i cantieri. Un passaggio che comunque sarà sottoposto al vaglio dell' Ufficio parlamentare di bilancio, chiamato in base alle regole europee a validare sia il quadro tendenziale che quello programmatico.

 

Ancora nella serata di ieri comunque il Documento non era però chiuso. Il prolungarsi della riunione a Palazzo Chigi con le associazioni dei risparmiatori non ha impedito che si svolgesse l' incontro tra ministri e leader della maggioranza e dunque gli ultimi nodi dovranno essere sciolti nel primo pomeriggio di oggi, prima del Consiglio dei ministri convocato per le 16,30.

moscovici macron

 

La data è obbligata perché la scadenza di legge per la trasmissione del Def in Parlamento è fissata al 10 aprile e proprio mercoledì mattina il ministro Tria deve partire per Washington dove parteciperà alle riunioni del Fondo monetario internazionale. Più rilassati i tempi del calendario europeo: per inviare i documenti a Bruxelles ci sarebbe tempo fino alla fine del mese.

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