marcello dell utri libri antichi

DEI DELITTI E DELL'UTRI: ''VOGLIONO LASCIARMI MORIRE IN CELLA, E ORA RIFIUTERÒ IL CIBO E LE TERAPIE''. DOPO IL RIFIUTO ALLA SCARCERAZIONE PER MOTIVI DI SALUTE, IL FONDATORE DI FORZA ITALIA SCEGLIE SCIOPERO DELLA FAME - LA MOGLIE: ''E' CARDIOPATICO, SE NON PRENDE LE PILLOLE MORIRA'. IN PIU' GLI HANNO DIAGNOSTICATO UN TUMORE ALLA PROSTATA IL 27 LUGLIO E NON LO HANNO CURATO. NESSUNA TERAPIA, NESSUN CONTROLLO''

1. DELL' UTRI RIFIUTA IL CIBO E LE TERAPIE «VOGLIO LASCIARMI MORIRE IN CELLA»

Felice Cavallaro per il ''Corriere della Sera''

 

Né medicine né cibo.

Pronto a lasciarsi morire in cella. È l' ultima frontiera della vita di Marcello Dell' Utri che, dopo il rifiuto opposto dal procuratore generale e dal Tribunale del riesame alla scarcerazione per motivi di salute, ieri ha fatto echeggiare la sua sfida dalle mura di Rebibbia: «Mi vogliono morto. E allora decido di farlo di mia volontà, adottando lo sciopero della terapia e del vitto».

 

marcello dell utri libri antichi

Rabbia e amarezza rimbalzano attraverso gli avvocati: «Non ce la faccio più, sono provato, stanco. Basta, non mangio e non mi curo più...».

 

È l' ultima prova di «un uomo vecchio e malato», come lo descrivono i suoi amici, costretto a girare in continuazione da un ospedale all' altro per il cuore che non va con i suoi quattro stent e soprattutto per un tumore alla prostata. Ultima prova di un uomo di 76 anni condannato definitivamente a 7 anni di carcere nel 2014, estradato dopo una breve fuga in un ospedale di Beirut, recluso con questa somma di patologie che per familiari, avvocati e periti di parte sono incompatibili con la detenzione.

 

Ma sembra essersi scatenata anche una guerra di periti sul destino del manager che Silvio Berlusconi scelse come braccio destro nelle avventure imprenditoriali e nella nascita di Forza Italia segnata, secondo le sentenze emesse a Palermo, da un peccato originale. Quello di una trattativa Stato-mafia che 25 anni dopo le grandi stragi è materia di un discusso processo senza fine. Con Dell' Utri alla sbarra con uno stuolo di mafiosi, politici e perfino ufficiali dei carabinieri come il generale Mario Mori.

 

Ad opporsi in modo deciso alla «richiesta di differimento dell' esecuzione della pena per grave infermità fisica» è stato il procuratore generale Pietro Giordano. Ma contro il parere degli stessi consulenti del suo ufficio, che si erano espressi per la incompatibilità tra le condizioni cliniche e lo stato detentivo, affidandosi piuttosto ai rilievi dei periti del tribunale, certi che Dell' Utri possa continuare a essere curato in cella. Non solo, il collegio ha anche bacchettato i consulenti della Procura perché si sarebbero limitati a valutare telefonicamente le conclusioni dei periti del tribunale.

 

dell utri in belluscone

Deduzioni che lasciano sgomenti la moglie Miranda Ratti, il figlio Marco, il fratello gemello Alberto, gli stessi legali: «Non vorremmo che il provvedimento del tribunale avesse ripercussioni psicologiche gravi sul detenuto». Ma non convincono anche una schiera di amici che non ha mai creduto alle gravi accuse dei pentiti e alle ricostruzioni dei pm, compresi molti parlamentari che evocano il senso di umanità. Anche con un appello al ministro della Giustizia, al presidente della Commissione diritti umani Luigi Manconi e al capo dello Stato, come fa il coordinatore nazionale del Nuovo Psi Antonio Fasolino.

 

Si levano proteste e appelli dall' avvocato Niccolò Ghedini, da Daniele Capezzone, da deputati come Elio Vito o Michaela Biancofiore, che sottolinea «accanimento politico-giudiziario e fumus persecutionis». Contrariamente al verdetto di giudici che concludono «per la compatibilità con il carcere non emergendo criticità o urgenze tali da rendere necessario il ricorso a cure o trattamenti non attuabili in regime di detenzione».

MARCELLO DELL UTRI CON L AVVOCATO GIUSEPPE DI PERI

Nonostante la Corte europea dei diritti umani avesse chiesto a Roma di valutare il caso per escludere rischi di «trattamenti inumani e degradanti».

 

 

2. «HA UN TUMORE MA NON LO CURANO COSÌ STANNO UCCIDENDO MIO MARITO»

Stefano Zurlo per ''il Giornale''

 

Miranda Ratti è lapidaria: «Questa è una condanna a morte». È un momento drammatico per la famiglia Dell' Utri: Miranda aveva incontrato il marito Marcello ieri prima del verdetto: «Mi aveva accennato al proposito di attuare uno sciopero del vitto, se il provvedimento fosse stato negativo, ma io speravo che finisse in un altro modo».

 

Adesso?

MIRANDA RATTI MOGLIE DI MARCELLO DELLUTRI jpeg

«Adesso viviamo alla giornata e non so cosa succederà».

 

Marcello Dell' Utri ora rifiuta le terapie e il vitto.

«Io sono contraria, spero che ci ripensi, ma è molto determinato. Agli avvocati Alessandro De Federicis e Simona Filippi, che gli hanno portato il provvedimento dei giudici, ha ribadito che è in sciopero. E ha preparato un cartello che a quest' ora è stato appeso davanti alla sua cella».

 

In pratica che cosa accadrà?

«Non vuole più mangiare e, quel che è peggio, non prenderà più le venti pillole quotidiane che gli permettono di vivere. Temo un innalzamento della pressione che per un cardiopatico come lui è da evitare come la peste».

PRIMI ANNI BERLUSCONI MARCELLO DELLUTRI E MIRANDA RATTI A MILANO jpeg

 

Ha letto il provvedimento del tribunale?

«Sì e francamente mi ha stupito. I giudici dicono che può sottoporsi alle sedute di radioterapia anche se detenuto».

 

Non ci crede?

«Tanto per cominciare il tumore alla prostata è stato diagnosticato il 27 luglio e da allora non si è fatto più nulla. Nessuna terapia, nessun controllo, nulla di nulla».

 

Poi?

«Poi mi sembra tutto molto problematico. La radioterapia, a questo punto urgentissima per fermare la malattia, potrebbe essere effettuata al Pertini di Roma. Ma solo sulla carta».

 

Perché?

«Ci sono due possibilità. O lo portano avanti e indietro tutti i giorni, con scorte, piantoni, sirene, oppure lo ricoverano per i 40 giorni canonici al Pertini, sempre con un colossale dispiegamento di agenti che dovrebbero controllarlo minuto per minuto, 24 ore al giorno, per 40 giorni. Capisce?».

MIRANDA RATTI DELL UTRI

 

Non le sembra fattibile?

«Mi pare tutto complicatissimo, ai limiti dell' impossibile. Fosse passata la detenzione in ospedale, sarebbe stato tutto molto più semplice, più soft, più facile anche per lo Stato. Mio marito avrebbe avuto il divieto di uscire e si sarebbe gestito da solo. Le aggiungo che perfino i periti del tribunale, che pure si sono espressi per la compatibilità con il carcere, avevano di fatto ipotizzato una sospensione della pena per il periodo della radioterapia».

 

Suo marito ha tutti gli strumenti per far valere le proprie ragioni.

«Marcello è diventato scettico e io con lui. Speriamo che sia la Corte di Strasburgo ad aprire una breccia nel muro dei no. E speriamo che la Corte faccia in fretta. Il tempo ormai è scaduto».

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…