DEMOCRATICAMENTE COL-LUSI - ALCUNI MILIONI DI EURO DELLA MARGHERITA SAREBBERO ANDATI AL PD - LUSI MOTIVÒ PARTE DELLE SPESE OGGI CONTESTATE PER “IL SUPPORTO ALL’ATTIVITÀ DEL PARTITO DEMOCRATICO PER IL RINNOVO DEI CONSIGLI REGIONALI E PER LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE CHE SI SONO SVOLTE NEL CORSO DELL’ANNO” - E MANCANO ALL’APPELLO CIRCA 3 MILIONI: A CHI SARANNO FINITI? È LA DOMANDA CHE STA AGITANDO IL SONNO DI MEZZO PD...

Franco Bechis per "Libero"

La data è quella del giorno chiave in cui per l'ultima volta il tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, spiegò il bilancio 2010 del partito in via di estinzione ai notabili convocati per l'occasione. Il 20 giugno scorso, in una riunione più volte fermata e riaggiornata perché i vari leader avevano impegni di altra natura, di fronte a numerose lamentele sulla gestione del partito e sulla divisione del tesoretto restato a disposizione, prese la parola Beppe Fioroni. Ricordando ai più polemici che dalla Margherita erano usciti fondi definiti «rilevanti» verso i due principali partiti che l'avevano fondata: il vecchio Ppi e i Democratici di Arturo Parisi, che l'avevano pure celato, «chiudendo i rispettivi bilanci senza darne particolare evidenza».

Quel giorno c'erano state numerose tensioni, cosa che non era mai accaduta per l'approvazione dei bilanci degli anni precedenti. Perché la fine della Margherita era sempre più vicina, e i rimborsi elettorali accumulati avevano costituito un tesoretto in cassa di poco inferiore ai 26 milioni di euro, che faceva gola a molti. Qualche leader politico - si capisce dagli interventi critici di quel giorno - aveva avuto notizia che il tesoriere avesse iniziato ad anticipare la divisione con il finanziamento di iniziative politiche di alcune correnti, dall'organizzazione di convegni all'apertura di alcune riviste.

Fra i beneficiari si diceva potesse esserci proprio Fioroni, che stava organizzando una sua componente all'interno del Pd. E l'ex popolare così era andato all'attacco, puntando il dito su Parisi. La tensione si tagliava a fette, e nel mirino (non per le cose che sarebbero emerse in questi giorni), c'era proprio il tesoriere. Francesco Rutelli capì al volo e fece mettere a verbale il suo ringraziamento al «tesoriere Lusi per l'equilibrio e la correttezza nelle funzioni affidategli».

Anche se probabilmente come quasi tutti i bilanci di partito quello della Margherita 2010 era sostanzialmente falso, non tutto in quella occasione fu celato dietro voci confuse e generiche. Come già era accaduto nel 2008 e nel 2009, Lusi fece emergere una serie di partite finanziarie per alcuni milioni di euro che esistevano con il Pd di Pier Luigi Bersani. Proprio il partito che oggi fa spallucce come se la Margherita nulla avesse a che vedere con la sua storia e con la sua forza finanziaria.

Lusi invece motivò sia nella relazione illustrativa della gestione che nella nota integrativa gran parte delle spese oggi contestatissime per attività politica con «il supporto all'attività del Partito democratico per il rinnovo dei Consigli regionali e per le elezioni amministrative che si sono svolte nel corso dell'anno». Una parte di quel buco supposto dalla magistratura che oggi sta indagando sarebbe dunque finita anche nelle casse di Bersani & C.

Non risultano dichiarazioni congiunte di donatore e beneficiario, come la legge imporrebbe sia per finanziamenti diretti che per finanziamenti in natura, ma il bilancio della Margherita li cita. Racconta di avere ricevuto dal Pd 3 milioni di euro a chiusura di un contenzioso sui finanziamenti «in natura» degli anni precedenti. Segnala la spesa della Margherita in «attività di sostegno al Pd sia nelle fasi congressuali sia per le primarie a livello territoriale», anche senza fornirne la relativa quantificazione.

Aggiunge perfino che l'impegno della Margherita nei confronti del Pd è proseguito nei primi mesi del 2011, «concretizzandosi nel sostegno delle campagne elettorali per le elezioni amministrative delle Province e dei Comuni chiamati alle urne, che si sono svolti nel mese di maggio 2011». In bilancio sono ancora segnati 336 mila euro di crediti nei confronti del Pd e una simile partita debitoria.

La partita finanziaria con il Pd e con i vari leader politici ex Margherita sembra assai interessante per i magistrati per cercare i fondi spariti che non risultano nella disponibilità di Lusi e delle società a lui intestate. Mancano all'appello circa 3 milioni, ma dubbi seri ci sono anche sui 5 milioni che sarebbero stati utilizzati per pagare le tasse. Il Bilancio della Margherita 2010 indicava infatti 408 mila euro di Ires annuale, 41 mila euro di Irap e 41 mila euro di imposte di bollo. I debiti tributari pregressi ammontavano a 447 mila euro. La loro somma non arriva a un milione di euro. E gli altri 4 milioni? A chi sono finiti? E proprio la domanda che sta agitando il sonno di mezzo Pd.

 

luigi lusiBERSANI FRANCESCO RUTELLI Arturo ParisiDARIO FRANCESCHINI

Ultimi Dagoreport

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…