poletti ricucci consorte

COMPAGNI CHE SBAGLIANO - CHI DICEVA CHE RICUCCI ERA ''UN BRAVO IMPRENDITORE DI SUCCESSO''? L'ATTUALE MINISTRO POLETTI! NATURALMENTE IL 'FURBETTO' ERA UN 'SÒLA' PURE ALL'EPOCA DELLA SCALATA BNL, MA ALL'EX CAPO DELLE COOP FACEVA COMODO L'OPERAZIONE IN ACCORDO CON UNIPOL - FATEVI UN TUFFO NEL 2005-06...

1. UNIPOL: POLETTI (LEGACOOP), SBAGLIAI A DIRE BRAVO A RICUCCI

Adnkronos del 22 gennaio 2006

 

RENZI POLETTI
RENZI POLETTI

In una intervista definì Stefano Ricucci un “bravo imprenditore di successo” ora il presidente della Legacoop, Giuliano Poletti, ammette l’errore. “Sono passati più di quattro mesi -dice in un’intervista al ‘Corriere della sera’- francamente non riesco a ricostruire tutti i ragionamenti fatti in quell’occasione. Se le cose stanno così, vorrò dire che ho commesso un errore. Oggi nel contesto attuale non ripeterei più quel giudizio”.

 

Poletti aggiunge che “quella frase fu estrapolata da una lunga chiacchierata telefonica. Andrebbe contestualizzata: si parlava del fatto se era giusto o meno che Unipol rilveasse le quote Bnl dagli immobiliaristi e il discorso finì sul nuovo capitalismo. La sintesi giornalistica che uscì fu quella. Resto dell’idea che l’attività finanziaria non va condannata come tale purché ci sia il rispetto delle regole”.

 

GIULIANO POLETTI GIULIANO POLETTI

Di fronte ad una candidatura non ancora definita per il Parlamento con i Ds, Poletti ricorda che “il regolamento di Legacoop prevede l’incompatibilità tra cariche parlamentari e incarichi di direzione. Quindi, se dovessi essere eletto ci sarà una netta separazione”. Se dovesse scegliere tra i due ruoli? “Mi piace molto il lavoro che faccio -afferma- e se dovessi decidere io dovrei tirare in alto la moneta”.

 

 

2. LE RELAZIONI PERICOLOSE

Articolo di Massimo Mucchetti per il ''Corriere della Sera'' del 12 gennaio 2006

 

Se l'Unipol non avesse provato a scalare la Bnl, ben pochi si sarebbero presi cura di scavare nel mondo delle cooperative e di contestare duramente, come adesso fa Confindustria, la legittimità dei loro investimenti finanziari. Ma l'Opa sull'ex banca del Tesoro, uno dei santuari del potere nazionale, è stata lanciata e si è infranta contro la Banca d'Italia del dopo Fazio, che le ha negato l'autorizzazione. E allora è bene capire quale sia stato il mal sottile che ha minato quell'ambiziosa operazione e ora costringe l'intero movimento cooperativo a ripensare sé stesso.

 

ARRESTO DI STEFANO RICUCCI ARRESTO DI STEFANO RICUCCI

La Banca d'Italia spiega il suo veto con la mancanza dei requisiti patrimoniali minimi da parte del conglomerato finanziario Holmo-Unipol- Bnl. E' un responso che viene formulato a sei mesi dalla prima informativa alla Vigilanza nella quale già erano esposti l'impegno previsto e la sua copertura attraverso l'aumento di capitale, la cessione di minoranze azionarie e un certo ricorso al debito.

 

ARRESTO DI STEFANO RICUCCIARRESTO DI STEFANO RICUCCI

Come mai ci è voluto tanto? Ci sarà tempo e modo per ricavare una risposta puntuale dall'analisi del provvedimento della Banca d'Italia, se e quando sarà pubblicato sul sito di Unipol, come sarebbe augurabile in omaggio a una nuova stagione di accountability dopo gli anni della moral suasion che rendevano poco leggibili dal mercato le responsabilità del vigilante e dei vigilati. E sarà, questo, un esercizio importante perché questo caso «fa giurisprudenza».

 

1 stef ricucci economy1 stef ricucci economy

Ma fin d'ora è chiaro che le indagini giudiziarie sui rapporti di Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti, fino al 9 gennaio 2006 presidente e vicepresidente della compagnia, con il banchiere Fiorani e con il finanziere Gnutti hanno suscitato dubbi crescenti sulla qualità dell'offerente Unipol e, di riflesso, possono aver eroso la congruità dei conti dell’operazione. Quando i procuratori indagano, è normale per la Vigilanza dare un giro di vite e passare da una visione dinamica dei requisiti patrimoniali, che in passato consentì altre acquisizioni da parte di cacciatori più piccoli della preda, a una visione ancorata al presente, e dunque più restrittiva.

1 1stef ricucci economy1 1stef ricucci economy

 

Il mal sottile che ha tarpato le ali all'Unipol si trova, dunque, nelle relazioni pericolose dei suoi leader. E tuttavia Consorte e Sacchetti non sono «mostri». Avranno pure coltivato interessi personali, ma hanno anche perseguito un disegno più ampio e più ambiguo dove la promozione di un gruppo di potere assortito con troppo cinismo veniva presentata come alternativa al capitalismo dei «soliti noti» (peraltro non privo di peccatori) e come garanzia economica del ruolo politico della sinistra.

ricucci068 CHI 2007ricucci068 CHI 2007

 

Un eccesso di realismo che ha annacquato l'ispirazione originaria delle coop e il loro spirito critico, se lo stesso presidente della Lega, Giuliano Poletti, ancora il 13 agosto 2005, invitava ad aprire le porte di Rcs a un Ricucci finanziato da Fiorani con queste parole dettate al «Quotidiano nazionale »: «Credo che il tentativo di chiudere fuori dalla porta del cosiddetto salotto buono un bravo imprenditore di successo sia il sintomo di un conservatorismo privo di prospettive ».

 

Ora le coop ripartono dagli anticorpi. Non a caso Turiddo Campaini, che ha tenuto fuori Unicoop Firenze dalla partita persa, è stato promosso alla presidenza di Finsoe, la società che controlla Unipol. Campaini è un toscano che investe in banca non meno dei colleghi emiliani, ma con prudenza: per sostenere la Fondazione Mps nel Monte dei Paschi di Siena, non per conquistare la Bnl assieme a compagnie sbagliate. Da qui, e dall'aumento di capitale incassato ma non speso da Unipol, comincia una nuova partita.

ricucci070 CHI 2007ricucci070 CHI 2007Massimo Mucchetti Massimo Mucchetti unipol giovanni consorte 002 lapunipol giovanni consorte 002 lapunipol giovanni consorte 001 lapunipol giovanni consorte 001 lap

 

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ACCIDENTALE: È STATO POSSIBILE SOLO GRAZIE ALL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, MA LA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE MELONI NELLA CHIAMATA CON I "VOLENTEROSI" MACRON, STARMER E MERZ  – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DAI GIORNALI DI DESTRA E DAL “CORRIERE”: ALL’ORIZZONTE NON C’È ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE IN UCRAINA, NÉ LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO PRO-KIEV. È LA MELONI A ESSERSI CHIAMATA FUORI PER EVITARE GUAI CON SALVINI...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…