
“SUL CASO ALMASRI RIFERIREMO IN PARLAMENTO QUANDO SARÀ IL MOMENTO. GLI ATTI CHE ABBIAMO SMENTISCONO I GIORNALI” – IL MINISTRO NORDIO, FINITO NELLA BUFERA PER LA VICENDA DELLA MANCATA CONSEGNA ALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE DEL TORTURATORE LIBICO, PROVA A METTERE UNA PEZZA AL PASTICCIO CHE IMBARAZZA PALAZZO CHIGI – GIORGIA MELONI E’ INCAZZATISSIMA E POTREBBE FAR ROTOLARE QUALCHE TESTA. LA PIÙ A RISCHIO È LA CAPO DI GABINETTO DEL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, GIUSI BARTOLOZZI - D’ALTRA PARTE IN VIA ARENULA SI SOTTOLINEA CHE TUTTA LA VICENDA ALMASRI È STATA GESTITA CON UNA REGIA CHE FACEVA CAPO A PALAZZO CHIGI - E VIENE RICORDATO COME IL TRIBUNALE DEI MINISTRI FOSSE STATO INVITATO DALLA DIFESA A SENTIRE IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALFREDO MANTOVANO, ANZICHÉ IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA…
(ANSA) - "Riferiremo in Parlamento quando sarà il momento, però gli atti che abbiamo smentiscono radicalmente quello che è stato riportato sui giornali". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio a proposito del caso Almasri, arrivando alla Conferenza per la ripresa dell'Ucraina, a Roma.
“DIFFUSI ATTI SEGRETI”. E LA DIFESA DEI MINISTRI VALUTA UNA DENUNCIA
Virginia Piccolillo per il "Corriere della Sera" - Estratti
Silenzio e denunce. Giulia Bongiorno, che da avvocato difende tutti i membri del governo sotto accusa al Tribunale dei ministri per il caso Almasri, valuta una denuncia per divulgazioni di atti coperti dal segreto e non ancora resi alle parti interessate.
Non le sono piaciute le indiscrezioni riguardo all’accusa che emergerebbe dai documenti acquisiti dai magistrati: vale a dire che della mancata consegna alla Corte penale internazionale di Najeem Osama Almasri la capo di Gabinetto del ministero, Giusi Bartolozzi, sapesse e avesse chiesto riserbo e cautela.
Soprattutto perché alla difesa non sono ancora stati consegnati gli atti nonostante siano scaduti i termini e le proroghe: i tre mesi terminavano il 27 aprile, il pm ha chiesto la proroga di due mesi per ulteriori approfondimenti, ed è già scaduta anche quella il 27 giugno.
Da Palazzo Chigi filtra dunque l’amarezza di una «situazione paradossale nella quale l’opposizione chiede al governo di riferire ciò che è ancora oggetto di un’inchiesta aperta».
Quanto alle indiscrezioni sulla mail con la quale sarebbe stato suggerito ai collaboratori del ministro Nordio di parlare su Signal, rete criptata, non c’è conferma ma nemmeno stupore: per comunicazioni che contengono informazioni di intelligence — trapela — è naturale che si cerchi di avere il massimo delle cautele di riservatezza.
Al ministero della Giustizia quell’accusa rivolta alla capo di gabinetto viene lasciata cadere nel vuoto. Qualcuno sussurra: «Pettegolezzi». O addirittura: «Veleni».
Nordio, al Circolo degli scacchi per una lectio magistralis sulla guerra, si trincera dietro un muto «no comment». Da ministro della Giustizia, non intende intervenire su un’indagine in corso.
carlo nordio e il caso almasri
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Ora però tutti gli occhi sono puntati su Giorgia Meloni, che certamente non è contenta della piega che ha preso questa vicenda. Si attende di capire se la premier continuerà a ritenere la linea tenuta finora all’altezza della delicatissima situazione.
O se invece non decida di sacrificare qualche «testa». La più a rischio di essere usata come capro espiatorio è quella della capo di gabinetto Bartolozzi, sebbene Nordio le abbia sempre confermato la fiducia.
D’altra parte in via Arenula si sottolinea che tutta la vicenda Almasri è stata gestita con una regia che faceva capo direttamente a Palazzo Chigi.
E viene ricordato come il Tribunale dei ministri fosse stato invitato dalla difesa a sentire il sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano, anziché il ministro della Giustizia.
Perché a decidere un caso con delicate connotazioni di ragion di Stato è stata direttamente la presidenza del Consiglio. In ogni caso nessuna decisione verrà presa prima di conoscere le carte processuali che dovrebbero essere depositate a breve. Incluse le dichiarazioni messe a verbale davanti ai magistrati proprio da Bartolozzi.
LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
ALFREDO MANTOVANO. - GIORGIA MELONI - CARLO NORDIO - MATTEO PIANTEDOSI - FOTO LAPRESSE