luigi di maio cronache di caserta

DIRTY DI MAIO – NON SOLO IL VOLO COME JENNIFER GRAY DI “DIRTY DANCING”, SONO GIORNI INTENSI PER LUIGINO: PRIMA DEL BALLO ALLA TRATTORIA DA NENNELLA, HA FATTO UNA MEZZA FRITTATA CON IL GIORNALE “CRONACHE DI CASERTA”! IL SUO UFFICIO STAMPA HA INSISTITO PER PUBBLICARE UN’INTERVISTA CON LE DOMANDE AUTO-PRODOTTE. COME RISPOSTA, IL QUOTIDIANO LO HA SBUGIARDATO CON UN TITOLO “IL MINISTRO-PUBBLICISTA CHE PRETENDE INTERVISTE-MARCHETTA…”

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da @dagocafonal

 

1 - I FORMAT DI «DIRTY DANCING» DI MAIO

Francesco Bonazzi per “La Verità”

 

DI MAIO E L AUTO INTERVISTA SU CRONACHE DI CASERTA

Prima pretende un'intervista addomesticata in cui si fa le domande da solo, poi si mette a cantare e a ballare in una trattoria napoletana, facendosi lanciare per aria dai camerieri come Jennifer Gray in Dirty dancing.

 

Luigi Di Maio è davvero un politico che se la suona e se la canta da solo, ma anche come ballerino non scherza. Le immagini del nostro ministro degli Esteri danzante devono aver regalato un momento di buon umore anche a Vladimir Putin, impegnato nella dura guerra contro l'Ucraina e convinto che tutta l'Europa ce l'abbia con lui.

 

La prima frittata se la cucina quasi integralmente l'ufficio stampa di Giggino, l'ex grillino leader di sé stesso ma apparentato con il Pd, quando insiste con Cronache di Caserta per pubblicare un'intervista con le domande autoprodotte. Ieri, per tutta risposta, il quotidiano mette in pagina un gran pezzo dal titolo: «Di Maio, il ministro-pubblicista che pretende interviste-marchetta. Ci ha chiesto visibilità ma voleva scegliersi le domande».

 

la dirty dancing di luigi di maio 8

Il direttore, Maria Bertone, racconta senza pietà tutto il backstage dell'intervista mai uscita, concedendo solo che si era deciso di farla tutta per email, visto che «i politici di ultima generazione sono poco avvezzi a parlare a braccio e sono maniaci del controllo». Il problema nasce quando gli uomini di Di Maio leggono le domande della redazione e decidono che no, non vanno bene, perché non era «l'intervista concordata».

luigi di maio a napoli

 

Il giornale tiene duro e si rifiuta di pubblicare un blob dove Di Maio andrebbe a briglia sciolta sui programmi futuri e su altre facezie. Il direttore fa giustamente notare che, oltre a essere un ministro della Repubblica, che dovrebbe conoscere l'articolo 21 della Costituzione su libertà di stampa e censura, Di Maio è un giornalista pubblicista che dovrebbe rispettare la deontologia professionale. Poi, suggerisce che il politico potrebbe fare direttamente una cosa, «molto più semplice e pure efficace: stampi il suo programma elettorale, ne faccia manifesti murali e li affigga (pagando la tassa, mi raccomando). Le sue idee saranno note e nessuno lo disturberà con le domande».

 

DI MAIO E L AUTO INTERVISTA SU CRONACHE DI CASERTA 1

Ma poi, idee. Che saranno mai queste idee nella testa di Di Maio e che peso avranno domenica 25 settembre? Bisogna essere leggeri, leggeri, come ballerini che svolazzano di tavolo in tavolo.

 

Come il video che ha postato sui social la trattoria napoletana da Nennella, in cui si vede il capo della nostra diplomazia cantare e ballare, fino a lasciarsi andare al classico volo d'angelo sulle note di Dirty dancing, come un Patrick Swayze o una Jennifer Graw reloaded. Bello, ammirare il ministro di Pomigliano d'Arco in maniche di camicia e pantaloni ministeriali, tenuto per le ascelle e per le ginocchia, fluttuare leggiadro tra le braccia dei nerboruti camerieri di Nannarella, in un tripudio di musica e gridolini di giubilo. Là fuori c'è il decreto Aiuti, qui c'è il decreto Sostegni, in versione musical.

 

LE CHAT SU DI MAIO PUBBLICATE DA CRONACHE DI CASERTA

2 – DI MAIO, IL MINISTRO-PUBBLICISTA CHE PRETENDE INTERVISTE-MARCHETTA

Maria Bertone per https://cronachedi.it/

 

“Si faccia una domanda e si dia una risposta”. Deve aver visto troppe puntate delle trasmissioni di Gigi Marzullo il ministro Luigi Di Maio, e avrà pensato che l’intrattenimento e il giornalismo siano la stessa cosa. Roba da non credere, se si considera che lui stesso è un pubblicista dal 2007: eppure è successo.

 

E’ successo che ci abbia prima chiesto di essere intervistato e poi abbia provato a decidere su cosa dovesse vertere l’intervista, cassando senza alcuna remora le domande sgradite. Sembra assurdo ma è andata proprio così. Ve la riassumo brevemente, così ogni lettore potrà avere tutti gli elementi per valutare una vicenda che per noi di Cronache è gravissima.

 

MEME SUL VOLO DI LUIGI DI MAIO A LA DIRTY DANCING

E non solo perché è uno schiaffo alla libertà di fare informazione ma soprattutto perché il collega giornalista pubblicista Di Maio è un ministro della Repubblica, ricandidato ad essere eletto dal popolo, incaricato di eseguire un mandato in un’assemblea. Voi lo incarichereste ancora uno che vuole farsi le interviste da solo?

 

Dicevamo. Qualche giorno fa, l’ufficio stampa di Di Maio contatta la nostra cronista di politica Loredana Lerose: “Ci sentiamo per capire i margini di una eventuale intervista?”

 

Di Maio è un ministro ancora in carica, con una storia politica breve ma intensa, è ricandidato e quindi ha un programma elettorale di cui poter parlare: insomma, i margini, per noi, ci sono, può venire fuori un’intervista interessante, dunque decidiamo di farla. Come d’uso tra i politici di ultima generazione, poco avvezzi a parlare a braccio e maniaci del controllo, invieremo le domande scritte e riceveremo scritte pure le risposte. Ieri mandiamo il file, come accade quasi una volta al giorno con politici di ogni colore, caratura, carattere.

 

DI MAIO CALENDA MEME

Ebbene, il tempo di aprirlo e arriva la risposta dell’ufficio stampa di Di Maio: “Questa però è altro tipo di intervista rispetto a quella di cui abbiamo parlato. Non c’è programma”. “In realtà – risponde la brava collega Lerose come si può leggere direttamente dalle immagini – c’è il reddito di cittadinanza, il caro bollette, la crisi energetica.

 

Penso che di programma si possa parlare”. Non soddisfatto dalla risposta, l’ufficio stampa del ministro allega addirittura la pagina di un’intervista pubblicata su un quotidiano del Molise precisando: “Stiamo facendo interviste di questo tipo, su campagna elettorale, contenuti, temi, programmi e proposte. Su storia personale, Movimento ecc.. ci siamo soffermati nel periodo del libro”.

 

luigi di maio mutuo zac

Quindi, mi facciano capire i gentili colleghi: io intervisto un ministro uscente, bandiera di un partito che all’improvviso ha lasciato, si ricandida in coalizione con un partito che ha sempre avversato usando definizioni passate alla storia, e io giornalista non posso chiedergliene conto perché lo ha già scritto nel suo libro? Devo limitarmi, secondo loro, a chiedere cosa Di Maio intenda fare in caso di rielezione su ambiente, sicurezza, economia e, al massimo, lanciare strali agli avversari come ha fatto sul quotidiano molisano?

 

Signori, faccio uno scoop e vi rivelo: questo non è giornalismo. Questa è una vecchia, cara marchetta, un annuncio a pagamento, al massimo un redazionale. C’è un vero e proprio codice deontologico che aiuta a distinguere tra un articolo di giornale e una marchetta, chi è iscritto all’Ordine dovrebbe saperlo. O forse Di Maio non l’ha studiato a suo tempo? A quali giornali ha reso interviste-marchetta finora se ha pensato che le domande le sceglie l’intervistato e non l’intervistatore?

 

DI MAIO E IL VOLO COME DIRTY DANCING BY SOCIALISTI GAUDENTI

Inutile dire che, a queste condizioni, Cronache ha detto “no grazie”. Neanche l’ammiraglio capo della base Nato in Italia, che pure di motivi ne avrebbe per selezionare attentamente ogni parola, si è sognato di scegliersi le domande. Di Maio faccia una cosa, molto più semplice e pure efficace: stampi il suo programma elettorale, ne faccia manifesti murali e li affigga (pagando la tassa, mi raccomando). Le sue idee saranno note e nessuno lo disturberà con le domande. Il tempo risparmiato a rispondere a interviste preconfezionate lo potrà usare per studiare. Un bel manuale di deontologia del giornalismo e pure la Costituzione. Ma non si fermi alle prime righe, come gli studenti che si credono furbi, arrivi almeno all’articolo 21: “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Capito… “collega”?

luigi di maio a napoli luigi di maio a napoli 2la dirty dancing di luigi di maio 6la dirty dancing di luigi di maio 3la dirty dancing di luigi di maio 1la dirty dancing di luigi di maio 4la dirty dancing di luigi di maio 5la dirty dancing di luigi di maio 7LUIGI DI MAIO APE MAIA MEME

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?