DITECI CHE È UNO SCHERZO! - PAGHIAMO ANCORA 800 MILA EURO ALL'ANNO DI SPESE PER I VIAGGI DEGLI EX DEPUTATI - E SI LAMENTANO PURE PERCHÉ IN MEDIA PRENDONO DI PENSIONE 4 MILA € AL MESE - LA CAMERA, IN UN ANNO, SPENDE SOLO 121 MLN € DI VITALIZI, ANCHE PER CHI HA LAVORATO PER POCHI GIORNI….

Paolo Bracalini per "il Giornale"

«Con quel poco che ci danno come vitalizio, per gente che ha 80 anni e magari è malata, ha difficoltà a muoversi, e deve andare avanti con 4mila euro di pensione. Molti di noi non riescono a campare, e a Roma non ci vengono neppure più» dice con amarezza Gerardo Bianco, ex ministro e presidente dell'«Associazione ex parlamentari», con 1600 associati su 2700 ex deputati e senatori complessivi, vivi e vegeti malgrado le ristrettezze.

«Chi come me ha fatto più di 4 legislature arriva a 5.500 euro, ma altri prendono anche meno, la maggioranza è sui 4mila. Ci sono situazioni difficili, oggi mi ha scritto un ex deputato ligure, con tre by-pass, che se la prende con me perché dal 2005 i nostri vitalizi non vengono più adeguati. Per chi ha dedicato la vita alla politica è umiliante. Capisco che rispetto a una pensione di operaio sono tanti soldi, ma altri funzionari dello Stato hanno pensioni molto più alte».

Ristrettezze che poi li tengono lontani dalla vecchia Camera, anche se il viaggio - biglietto aereo o treno - è pagato dalla Camera dei deputati. Il totale spunta nel bilancio consuntivo appena approvato. Ottocentomila euro in un anno per «Rimborsi di viaggio ai deputati cessati dal mandato». Il rimborso spetta agli ex deputati e non agli ex senatori, a cui è stato tagliato nel 2010, insieme a una bella sforbiciata anche sui viaggi degli ex inquilini della Camera (1.650.000 euro, all'anno, in meno rispetto a prima). Si è introdotto poi un sistema che porterà con gli anni all'esaurimento della scorta.

Ma quali viaggi rimborsano? Non le gite al mare o i week end in agriturismo, ma solo i viaggi dalla città di residenza a Roma, motivati per attività politiche legate al vecchio mandato. Per gli ex deputati con più legislature siamo sui mille euro l'anno di rimborsi, ma è impossibile definire una cifra precisa di rimborso spettante agli ex (categoria di cui fanno parte molte meteore, da Cicciolina a Sergio D'Elia al no global Caruso, anche loro tra i possibili beneficiari di viaggi rimborsati).

Dipende da due fattori: l'età dell'ex deputato (il contributo cala con l'aumentare degli anni) e la durata del mandato (più soldi per più legislature). «È un meccanismo complicato» conferma l'onorevole questore della Camera, Gabriele Albonetti. Non è chiarissimo che tipo di documentazione debba produrre l'ex deputato (e nemmeno se lo debba fare) per dimostrare che il suo è un viaggio istituzionale a Roma. Comunque sia, stando a quanto dice Bianco, nove legislature da deputato alle spalle, l'assegno mensile della maggioranza degli ex non basta per sostenere trasferte a Roma, poiché l'albergo e il vitto non sono rimborsati, diversamente dai viaggi.

Eppure la spesa della Camera per i vitalizi degli ex tocca una cifra ragguardevole: 96.605.000 euro di «vitalizi diretti» e 24.500.000 di «vitalizi di reversibilità» goduti da vedove e figli. Dentro ci sono anche ex parlamentari per un giorno, come il radicale Luca Boneschi, eletto il 12 maggio 1982, dimessosi il 13 maggio 1982, un giorno dopo. Per quelle 24 ore di duro lavoro Boneschi prende 3.108 euro lordi al mese di pensione. Ma ci sono altri pensionati senza sforzo.

Paolo Prodi, fratello di Romano, è stato in Parlamento 126 giorni, per una pensione di 3.108 euro. Stesso vitalizio per Eugenio Scalfari e anche per Toni Negri, che invece lo ha fatto per 64 giorni complessivi. Loro però non fanno parte dell'«Associazione ex parlamentari». «In altri Paesi le associazioni di ex deputati vengono trattate coi guanti bianchi, in Italia invece no. Tra di noi ci sono ex ministri, ex sottosegretari, relatori di finanziarie, gente di grande spessore e competenza, come Visco, Cacciari, Zanone, Filippo Maria Pandolfi». Si sono anche offerti di fare da consulenti, gratis, per il governo, ma Monti non sembra molto interessato. «Ci ha risposto cortesemente - racconta Bianco - che avrebbe tenuto in considerazione la cosa».

Poi più niente. Non vale più la pena di venire a Roma. Nonostante le molte iniziative dell'associazione: convegni sui moti risorgimentali, sul debito pubblico italiano, sui costi della democrazia... E sul nuovo regime sui vitalizi, quello contributivo, introdotto nel 2011. Che ha destato enormi preoccupazioni tra gli ex parlamentari che, confortati dal parere di studi legali, hanno preparato ricorsi per difendere il «diritto acquisito». Se viaggeranno alla volta di Roma, sarà per dibattere in udienza.

 

GERARDO BIANCO eugenio scalfari VINCENZO VISCO camera dei deputati

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA