donald trump

ADDA TORNA’ TRUMPONE! – "THE DONALD" PROMETTE UNA SVOLTA AUTORITARIA NEL CASO DI UN SUO RITORNO ALLA CASA BIANCA. VUOLE SMANTELLARE LA MACCHINA AMMINISTRATIVA DEL “DEEP STATE” PER PIAZZARE I SUOI FEDELISSIMI - L'OBIETTIVO DI MILITARIZZARE LA GIUSTIZIA: “NON GOVERNERO’ PIÙ COI GUANTI MA A MANI NUDE” – ANCHE TRA I REPUBBLICANI C'È CHI È SPAVENTATO. IL VECCHIO FALCO NEOCON ROBERT KAGAN: “UNA DITTATURA DI TRUMP STA DIVENTANDO SEMPRE PIÙ INEVITABILE, SMETTIAMOLA DI FAR FINTA DI NIENTE”

VIDEO ELETTORALE DI DONALD TRUMP

 

Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

 

donald trump

Scelta di fedelissimi in tutti i 4.000 posti chiave del governo e delle agenzie federali per i quali la Casa Bianca ha poteri di nomina. Decapitazione anche delle figure intermedie licenziando i 50 mila funzionari con incarichi amministrativi di rilievo da sostituire con dirigenti fedeli al programma America First del nuovo presidente (la loro selezione è iniziata da tempo, come anche lo studio di meccanismi per aggirare il divieto di epurazioni).

 

DONALD TRUMP COME HITLER

«Militarizzazione» del ministero della Giustizia chiamato a eseguire le vendette del nuovo leader contro i repubblicani che lo hanno contestato e i democratici (a partire da Biden) che, secondo lui, lo stanno perseguitando attraverso i tribunali. E, ancora: uso dell’esercito contro le prevedibili manifestazioni di piazza invocando l’Insurrection Act del 1807 per giustificare lo scavalcamento della legge in base alla quale i soldati difendono l’America solo dalle minacce esterne. Infine, caccia agli immigrati senza documenti (richiedenti asilo compresi) da deportare in massa.

 

fotosegnaletica di donald trump

Cupo scenario di fantapolitica? No, sono le intenzioni di Donald Trump se verrà rieletto e quelle delle organizzazioni che si sono coagulate attorno a lui. Impreparate nel 2016, quando l’immobiliarista sceso in politica divenne a sorpresa presidente, stavolta si sono mosse per tempo, decise a smantellare quella macchina amministrativa da loro definita deep State.

 

Che Trump intenda usare il suo (eventuale) secondo mandato alla Casa Bianca, oltre che per compiere vendette a raffica, per governare in modo più autoritario completando l’opera di demolizione delle istituzioni di tutela democratica già iniziata nei suoi primi quattro anni da presidente, non è un’ipotesi ma una certezza: ne parla lui stesso apertamente nei comizi.

 

donald trump in tribunale a new york 6

Quando il Washington Post ha scritto, in base a testimonianze anonime, che un Trump di nuovo presidente spingerà il suo ministro della Giustizia a processare Bill Barr e John Kelly (un ministro della Giustizia e un capo di gabinetto da lui nominati) e un capo di Stato maggiore, il generale Mark Milley, reo di essersi opposto all’uso delle truppe contro i manifestanti, Trump non solo non ha smentito, ma in un’intervista a Univision ha di fatto confermato: «Se da presidente vedrò qualcuno che mi attacca pesantemente dirò: incriminatelo». […]

 

donald trump in tribunale a new york

Tutto alla luce del sole, anche la promessa di una svolta autoritaria. Trump non ha mai nascosto la sua ammirazione per dittatori come Putin. Ora ritiene di aver convinto non solo i suoi fedelissimi, ma anche tanti altri americani che l’attuale sistema è da demolire. Userà i quattro processi penali che lo aspettano nel 2024 come tribuna dalla quale accusare Biden di essere il mandante di una persecuzione politica attraverso la magistratura. Per questo ha chiesto che i processi siamo teletrasmessi. Giorni fa, durante un comizio in New Hampshire, ha detto: «Arrestare il proprio avversario è roba da terzo mondo. E se lo fanno loro, posso farlo anch’io».

 

DONALD TRUMP - THE ECONOMIST

I suoi comizi ripropongono ossessivamente un classico dell’ascesa dei regimi autoritari: la criminalizzazione dell’avversario politico finalizzata a rendere impraticabile il confronto democratico. Lui promette di liberare l’America dalla dominazione di «comunisti, marxisti, fascisti che vivono come parassiti nel nostro Paese rubando, mentendo e truccando le elezioni: vogliono distruggere l’America e il sogno americano». Nei comizi del weekend in Iowa è stato più chiaro: in futuro non governerà più coi guanti ma a mani nude […]

 

Ormai a considerare la democrazia Usa a rischio e a sollecitare un risveglio delle coscienze non sono più solo i progressisti, ma anche molti conservatori. Robert Kagan, vecchio falco neocon della Casa Bianca di Bush (lasciò il partito repubblicano dopo l’elezione di Trump) ha pubblicato sul Washington Post un’analisi dal titolo: «Una dittatura di Trump sta diventando sempre più inevitabile: smettiamola di far finta di niente».

 

donald trump e la glock con la sua foto stampata sopra 4

Kagan attribuisce la scarsa attenzione dell’America (e del mondo) a questa minaccia a «codardia collettiva» e a mancanza di una forte volontà di difendere la democrazia liberale. Ma per altri quelle di Trump sono parole da campagna elettorale che lui, privo di capacità amministrative, non saprà tradurre in atti concreti, come nel 2016.

 

Qui, però, scende in campo la Heritage Foundation, celebre think tank della destra radicale, che da mesi sta selezionando, con l’aiuto delle tecnologie della Oracle di Larry Ellison, decine di migliaia di professionisti sulla base di criteri ideologici e di fedeltà a Trump, anziché di competenza: toccherà a loro ridisegnare, in chiave autoritaria, la macchina dello Stato. È il cosiddetto Project 2025. Anche qui, tutto alla luce del sole. […]

donald trump a detroit supporter di trump la maglietta con la foto segnaletica di donald trump donald trump in tribunale a new york

Ultimi Dagoreport

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…