hillary clinton

BUZZURRA COME NOI - DOPO 25 ANNI AL POTERE TRA JET PRIVATI E LIMOUSINE, HILLARY VIAGGIA IN PULLMINO, MANGIA BURRITO, ATTACCA I MANAGER CHE GUADAGNANO TROPPO (MA FINANZIANO LA SUA CAMPAGNA) - RIUSCIRÀ A CONVINCERE L'IOWA RURALE DI ESSERE UNA CASALINGA PROLETARIA?

Paolo Mastrolilli per “la Stampa

 

il road trip di hillary clinton da new york all iowail road trip di hillary clinton da new york all iowa

Tanto per cominciare, arriva in auto. Dentro un van chiamato «Scooby», con cui ha percorso in due giorni oltre mille miglia, per venire dalla sua casa di Chappaqua fino a questo angolo sperduto dell’Iowa più rurale. Nel 2008 si era presentata con l’elicottero, e la terra di John Wayne l’aveva rifiutata: presuntuosa, distante, imperiale, come se dovessero offrirle la vittoria sul piatto d’argento. Le concessero invece un umiliante terzo posto nei caucus, dietro a Barack Obama e John Edwards. L’inizio della fine.

 

hillary clinton nel video in cui annuncia la sua candidaturahillary clinton nel video in cui annuncia la sua candidatura

Stavolta però Hillary Clinton ha imparato la lezione, e ha deciso di avviare la campagna della redenzione «in piccolo», lanciando un messaggio alla classe media che fatica di arrivare alla fine del mese: «Le famiglie hanno lottato duro, per rialzarsi durante un periodo di grandi difficoltà economiche. Però non basta, quando in media l’amministratore delegato di un’azienda guadagna 300 volte quello che prende il suo dipendente medio».

 

hillary clinton fa campagna con un mini vanhillary clinton fa campagna con un mini van

PAESAGGIO DA FAR WEST

Ecco la nuova Hillary, piedi a terra, umile, populista, che si presenta al Kirkwood Community College per riprendere su nuove basi il discorso presidenziale con l’America. Monticello è l’equivalente di un borgo della Pianura Padana, meno le città d’arte che punteggiano l’Italia: campi di mais a perdita d’occhio, silos, fattorie, e due enormi concessionari di New Holland e John Deere che si contendono i clienti per i loro trattori.

 

hillary clinton  in iowahillary clinton in iowa

Su First Street, la via principale dove manca sul serio solo John Wayne col cavallo, al negozio di ferramenta la vita scorre come sempre: «Tutti i politici - ride il proprietario Phil Hanna - vengono qui, ci siamo vaccinati». Ma non correte a sentire Hillary? «Bah, peggio di Obama non potrà fare». Ma come? Obama in pratica lo avete messo voi alla Casa Bianca. «Sì, però l’agricoltura va da schifo. Sarebbe bello se i politici facessero qualcosa per aiutarci, e invece pensano solo a litigare fra di loro. Casa Bianca e Congresso si bloccano a vicenda, e noi andiamo falliti. Il presidente può poco, perciò dubito di Hillary. Sarà vera?».

hillary clinton   in iowahillary clinton in iowa

 

Il Kirkwood è un piccolo college con 373 iscritti. Studenti di liceo che fanno i corsi avanzati per entrare all’università, qualche ragazzo che prende il diploma biennale, e adulti che seguono corsi tecnici da infermieri, fabbri, operatori agricoli. Kaylie è una di loro, una ragazzina bionda che non ha ancora compiuto l’età per votare: «Diventerò maggiorenne in tempo per le presidenziali, e credo che sosterrò Hillary. Sarebbe bello, alla mia età, vedere la prima presidente donna».

 

hillary clinto si mangia un burrito al chipotle dell ohiohillary clinto si mangia un burrito al chipotle dell ohio

Il programma prevede un incontro a porte chiuse con sei studenti e professori, proprio per avviare una conversazione diretta, che ricostruisca l’immagine di Hillary. Ci sarà tempo per le adunate oceaniche: ora si tratta di ascoltare la gente, cancellando quella patina snob che l’aveva resa antipatica e l’aveva azzoppata.

 

hillary  clinton   in iowahillary clinton in iowa

Hillary, contro le abitudini, arriva puntuale. Un corteo di tre auto, inclusa la scorta del Secret Service. Con lei l’inseparabile assistente Huma Abedin, e il portavoce Nick Merril. Per strada si è fermata pure a un ristorante messicano di Maumee, Ohio, a ordinare un burrito, e non l’hanno riconosciuta. Qui invece all’ingresso l’aspetta anche un dimostrante, Joy Gallagher. Alza un cartello che ricorda: “Hillary ha votato per la guerra in Iraq”. Poi un secondo, per colpirla nel vivo della sua nuova campagna populista, che sta rubando i temi e gli slogan dalla bocca della senatrice liberal del Massachusetts Elizabeth Warren: «Hillary è la candidata di Wall Street».

 

I DUBBI DEGLI IMMIGRATI

Uno dei ragazzi prescelti per la tavola rotonda è Corey Jones, studente di graphic design. La sua domanda è pronta e diretta: «Fate sul serio con l’immigrazione? Perché ho visto che il presidente Obama voleva legalizzare le persone che vivono e lavorano onestamente negli Stati Uniti da anni, o sono state portate qui dai genitori quando erano bambini, ma è una iniziativa vera, o solo una tattica per attirare voti?».

 

hillary mini van scooby clintonhillary mini van scooby clinton

Nella testa di Hillary scorrono le facce dei milioni di ispanici, che con i neri, le donne e i giovani avevano formato la coalizione vincente di Obama, e lei deve confermare. Ma alla fine Corey non è al tavolo. Con Hillary, tailleur blu e maglietta verde, ci sono il presidente di Kirkwood Mick Starcevich e sei studenti e istruttori, come la madre single di 3 bambini Bethany Mooore, e Andrew Lorimer che sta per entrare nell’Accademia Navale.

 

ATTACCO ALLE INGIUSTIZIE

La Clinton comincia col suo attacco populista: «Qualcosa non funziona, quando l’amministratore delegato di un’azienda guadagna 300 volte lo stipendio di un dipendente, il manager di un Hedge Fund paga meno tasse di una famiglia della classe media, e gli studenti escono dall’università con debiti che li soffocano». Quindi spiega: «Mi sono candidata con quattro obiettivi: costruire l’economia del futuro, rafforzare le famiglie, correggere il sistema politico disfunzionale, e proteggere il paese dalle minacce esterne che vediamo e che ancora non conosciamo».

hillary clinton in iowahillary clinton in iowa

 

Poi si mette a fare domande: vuole sapere cosa vogliono questi primi sei elettori a cui ha scelto di stringere la mano. Dopo un’ora di conversazione centrata soprattutto sull’istruzione, Hillary torna politica e lancia la sua campagna: «Dobbiamo fare fuori l’ideologia, e pensare ai risultati. Non possiamo continuare a vivere in un paese dove stasera ti chiama il tuo datore di lavoro, e ti dice che da domani non gli servi più. Serve la flessibilità, ma anche la stabilità e la giustizia. Io ho sempre pensato che se avessi lavorato duro, l’America mi avrebbe aperto qualunque opportunità. Mi sono candidata alla presidenza perché voglio che questa promessa diventi vera per tutti».

 

 

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