TRUMP VUOLE DARE LA "SCOSSA" AL MONDO, MA A RIMANERE FULMINATA SARÀ L'EUROPA – NEL NUOVO LIBRO DI MAURIZIO MOLINARI (“LA SCOSSA GLOBALE”), IL TYCOON VIENE TRATTEGGIATO COME UNA FIGURA RIVOLUZIONARIA, CHE COME PUTIN E XI JINPING VUOLE PARTECIPARE AL BANCHETTO SUI RESTI DELL'ORDINE INTERNAZIONALE – L’IDEA DI UN SUPERCLUB RISTRETTO A USA, RUSSIA E CINA, COME VERTICE DEL NUOVO ORDINE MONDIALE: “IL MAGGIOR SACRIFICIO È DESTINATO A COLPIRE LA POTENZIALE QUARTA POTENZA, CHE NON HA LA COESIONE POLITICA INTERNA NECESSARIA PER SEDERSI AL TAVOLO: L'UNIONE EUROPEA…”
RIVOLUZIONE TRUMP ALLA CASA BIANCA SE LA MIGLIOR DIFESA USA È L'ATTACCO
Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “la Stampa”
«E se vincesse Trump?», domandai a Maurizio Molinari, allora direttore de La Stampa la sera dell'8 novembre 2016. L'America stava votando. Molinari mi stava commissionando un commento post-voto su Hillary e l'Europa.
Entrambi pensavamo che Hillary Clinton sarebbe stata il 45° presidente degli Stati Uniti. Non eravamo i soli. Lo pensavano praticamente tutti, forse lo stesso Donald […]. Molinari non mi rispose «impossibile, vedi i sondaggi» ma «allora ci sarà da divertirsi». […]
MAURIZIO MOLINARI - LA SCOSSA GLOBALE
Con La scossa globale, scritto otto anni dopo nei quali Donald Trump è piombato nella polvere e tornato sull'altare, ben al di là di qualsiasi cosa si potesse immaginare quell'8 novembre del 2016, Molinari deve essersi molto divertito. Ma soprattutto riesce a divertire e appassionare il lettore.
[…] Molinari non ha dubbi: Trump è una figura rivoluzionaria. Ha deciso di farla finita con la difesa dell'ordine internazionale sotto attacco da Russia e Cina.
Bene: nell'interesse dell'America lo vuole cambiare anche lui. Sconvolge così gli scenari geopolitici (conflitti senza frontiere), geoeconomici (mercantilismo, risorse contese), ideologici (media e democrazia).
Indiscusso protagonista, "The Donald" si affaccia prepotentemente nelle prime pagine per poi aleggiare nel quadro mondiale tracciato da Molinari, dalla corsa alle terre rare alle sfide che dilaniano l'Europa – difesa, ruolo della Germania, riavvicinamento del Regno Unito di Keir Starmer, ansia migranti, Mediterraneo trascurato a favore del Nord – che conosciamo ma più insidiose con un Trump, che ritiene l'Unione europea «fatta per fregarci», di ritorno alla Casa Bianca.
DONALD TRUMP - VLADIMIR PUTIN - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
[…] Nelle pagine del libro, intorno a "The Donald", si muove uno straordinario cast di attori internazionali e americani.
È solo la prima stagione di una nuova serie televisiva. Il fascino de La scossa globale sta nel non sapere cosa ci aspetti nelle prossime stagioni, che sorte attenda la selva di personaggi che la popolano e, come in tutte le serie Tv che si rispettino, chi saranno i nuovi personaggi che inevitabilmente spunteranno.
Cosa attende Trump alla fine del percorso? Polvere o altare? O incredibile terzo mandato? Con lui dovremmo aver imparato a non escludere nulla. Ma siamo sicuri che Maurizio Molinari saprà raccontarci anche le prossime puntate.
TSUNAMI A STELLE E STRISCE
Estratto dell’introduzione di “La scossa globale”, di Maurizio Molinari (ed. Rizzoli)
[…] La scossa globale viene […] dalla decisione della Casa Bianca di cambiare lo status quo. L'interrogativo che ne consegue è se Trump, Putin e Xi sono destinati a cooperare o contrastarsi nella definizione dei nuovi equilibri: se andiamo verso una nuova Yalta fra potenze rivali, se ci avviciniamo alla Terza guerra mondiale oppure ci apprestiamo a un periodo di crescente instabilità a intensità variabile fra gli opposti scenari. Il bivio che abbiamo davanti è fra realpolitik e conflitto globale.
XI JINPING - DONALD TRUMP - VLADIMIR PUTIN
E potrebbe protrarsi per anni prima di trovare la sua risposta. Come osserva un veterano delle amministrazioni di Washington con molti anni di esperienza sul campo in Medio ed Estremo Oriente: «Non so cosa avverrà domani ma sono sicuro che nel 2030 vivremo in un mondo diverso».
Ciò che colpisce, come spiega il politologo Charlie Kupchan su «Foreign Affairs», è che il ribaltamento dell'approccio degli Stati Uniti all'ordine internazionale non è frutto di una sconfitta politica, militare o economica, bensì di una scelta volontaria, conseguenza di un cambiamento profondo dell'opinione pubblica interna espresso dal Movimento Maga.
Il cui impatto è nell'affermazione di una realpolitik basata sulla necessità di far prevalere gli interessi nazionali - anzitutto economici - anziché la proiezione dell'America nel mondo attraverso le alleanze, risultato di due conflitti mondiali e della Guerra Fredda, che portarono alla sconfitta del nazifascismo nel 1945 e all'implosione del comunismo sovietico nel 1991.
La svolta di Trump esprime il rifiuto degli interventi militari di terra all'estero guidati, dopo la fine della Guerra Fredda, dai presidenti George Bush padre, Bill Clinton, George Bush figlio, Barack Obama e Joe Biden nei Balcani, in Afghanistan, Iraq e Libia perché rigetta l'idea di un'America che usa i propri militari per portare sicurezza e promuovere democrazia.
DONALD TRUMP RE DELLA GROENLANDIA - MEME REALIZZATO CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK
Dietro questo rifiuto espresso da Trump c'è la convinzione che la globalizzazione sia all'origine dell'impoverimento economico della classe media americana.
E poiché ora la priorità è risollevare l'America dall'interno, ne consegue un approccio alle relazioni internazionali teso a dare priorità alla dimensione economica nazionale, adoperando il potere militare come uno strumento per difendere, ovunque, i propri interessi.
Senza fare troppa differenza fra chi, negli ultimi ottant'anni, è stato amico o nemico degli Stati Uniti.
DONALD TRUMP POSTA UN VIDEO-PARODIA DI BOMB IRAN SU TRUTH.
Da qui la volontà di impossessarsi della Groenlandia danese per poterne sfruttare i giacimenti di terre rare e la posizione strategica nel mar Artico; da qui il progetto di annettere il Canada per estendere il controllo su tutto il Nord America, gestendo il passaggio a nordovest, aumentando il potere di produzione di manifatture ed energia; da qui l'innesco della guerra globale dei dazi.
E ancora l'obiettivo di riappropriarsi del Canale di Panama per strappare alla Cina il controllo dei commerci marittimi attraverso l'istmo, come anche la decisione di cambiare la denominazione del Golfo del Messico in «Golfo d'America» per attestare la propria leadership nell'emisfero occidentale. Anche se Danimarca e Canada appartengono alla Nato, anche se Messico, Canada e Unione Europea sono i più importanti partner economici.
Intese, legami e alleanze maturati nel tempo passano in secondo piano perché secondo Trump il nuovo ordine internazionale deve stabilirsi attraverso una riaffermazione del potere americano grazie a una formula piuttosto semplice: «la pace attraverso la forza», siglando nel frattempo intese con Paesi e leader portatori di interessi coincidenti con quelli degli Usa.
MEME SULL ATTENTATO A DONALD TRUMP
È il ritorno dell'America che fa leva sulla propria potenza militare per imporre la pace in un mondo in fiamme, riproponendo nel XXI secolo una ricetta di deterrenza che evoca la «politica del grosso bastone» del presidente Theodore Roosevelt all'inizio del Novecento.
Deve leggersi in questa chiave l'intervento militare con i bombardieri strategici B-2 contro gli impianti nucleari iraniani: gli Stati Uniti dimostrano di poter imporre la pace fra Gerusalemme e Teheran adoperando in assoluta solitudine le armi più potenti del proprio arsenale. Senza che nessuno se ne accorga o possa contrastarli.
È una mossa atta a far comprendere ai rivali diretti, Mosca e Pechino, che l'America resta l'unica superpotenza, e che è con lei che bisogna fare i conti.
IL SIGNOR QUINDICIPERCENTO - DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - MEME BY EMILIANO CARLI
L'intento è definire lungo questa linea di accesso un superclub ristretto a Stati Uniti, Russia e Cina come vertice di un ordine tutto da disegnare.
Ed è inevitabile arrivare a una conseguenza fin tropo chiara: il maggior sacrificio è destinato a colpire la potenziale quarta potenza, un'entità che potrebbe sedersi a questo tavolo esclusivo ma non ha ancora la coesione politica interna necessaria per farlo: l'Unione Europea. […]
video dell attacco americano al sito nucleare di fordow 5
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vladimir putin donald trump e xi jinping vecchi - immagine generata dall intelligenza artificiale
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XI JINPING VLADIMIR PUTIN DONALD TRUMP - ILLUSTRAZIONE THE NEW YORK TIMES


