draghi putin gas

DRAGHI A TUTTO GAS – DOMANI IL PREMIER VA IN ALGERIA: IN ARRIVO 9 MILIARDI EXTRA DI METRI CUBI, POI IL VIAGGIO IN CONGO PER ALTRI 5 - IL PATTO ALGERINO È FORSE IL PIÙ IMPORTANTE PERCHÉ VALE QUASI UN TERZO DI TUTTO IL METANO DI MOSCA E SARÀ DISPONIBILE A BREVE, GIÀ PER IL PROSSIMO INVERNO - MA I RIGASSIFICATORI IN ITALIA SONO UN CASO. PIOMBINO DICE NO…

ILARIO LOMBARDO per la Stampa

 

DRAGHI PUTIN GAS

Il viaggio di Mario Draghi alla ricerca del gas comincia domani, ad Algeri. È nella capitale del Paese nordafricano che il governo italiano reciderà in buona parte il cordone ombelicale che lo tiene legato al ricatto energetico di Vladimir Putin.

 

Draghi incontrerà il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune per celebrare la firma di un accordo che porterà almeno 9 miliardi di metri cubi in più di gas dall'Algeria. In realtà, durante una conference call con gli analisti, l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha ipotizzato 9-11 miliardi di metri cubi in più, sommando il gas algerino e quello, più marginale, proveniente dalla Libia. Un potenziamento che porterà al massimo della capacità, 30 miliardi di metri cubi dai 21 attuali, il gasdotto Transmed che attraversa il Mediterraneo e sbuca sulle coste di Mazara del Vallo, in Sicilia.

 

mario draghi.

Il piano di Eni e Sonatrach Nelle prossime settimane, il viaggio di Draghi in Africa continuerà con altre tappe in Congo (già dopo Pasqua), Mozambico e Angola, che assieme a Nigeria, Qatar, Egitto, Indonesia e Azerbaijan, sono parte del grande piano di diversificazione dei fornitori con cui l'Italia intende liberarsi dalla dipendenza del gas russo. Il patto algerino è forse il più importante. Innanzitutto, per la quantità, perché la fornitura ulteriore che arriverà rappresenta quasi un terzo di tutto il metano di Mosca, 29 miliardi di metri cubi; ma anche perché sarà disponibile a breve, già per il prossimo inverno, secondo quanto trapela dall'Eni.

 

VLADIMIR PUTIN E IL GAS

Dietro l'intesa politica che sarà onorata dalla delegazione composta dai ministri degli Esteri e della Transizione energetica Luigi Di Maio e Roberto Cingolani, i veri protagonisti dell'accordo saranno il colosso energetico italiano guidato da Descalzi e l'azienda di Stato algerina, la Sonatrach. Da poco meno di 60 milioni di metri cubi attualmente trasportati quotidianamente si potrebbe arrivare a più di 110 milioni. Ma la stretta di mano tra Draghi e Tebboune sancirà anche un piano di investimenti comuni su progetti di energie rinnovabili.

 

La guerra è una parentesi nell'accelerazione dell'Occidente sulla svolta green. E tale deve restare, secondo Draghi.

 

GAS ITALIA

Il gas, il petrolio e, come ultimissima risorsa, il carbone, tornano a fare da padroni delle pianificazioni energetiche dell'Europa per minimizzare i contraccolpi della guerra sull'economia e per piegare le ambizioni belliche di Putin.

 

Quello che sembrava impensabile fino a un mese fa è diventato un orizzonte credibile di sopravvivenza. In attesa di definire commercialmente gli accordi con Egitto, Mozambico e Qatar, entro fine aprile Draghi sarà in Congo per il contratto che garantirà altri 5 miliardi di metri cubi di gas all'Italia. Un altro pezzo che serve a erodere la montagna degli approvvigionamenti di Mosca.

 

Certo, non sfugge a nessuno all'interno del governo la delicata situazione politica dell'Algeria. Le minacce di instabilità, il pericolo del terrorismo sui giacimenti, le fratture diplomatiche con la Spagna a causa della disputa sul Sahara Occidentale con il Marocco, rendono chiaro che l'Italia si sta affidando all'umoralità politica e a forniture che potrebbero rivelarsi precarie.

GAS ITALIA

 

La spinta del Tap Per questo «sarà fondamentale - ha spiegato Draghi - la diversificazione». È di ieri la notizia di un altro miliardo e mezzo di metri cubi che arriverà dall'Azerbaijan tramite il Tap, e che porterà il totale della fornitura in Italia a 10,5 miliardi. La grande scommessa del governo però è anche il gas liquido. I tre rigassificatori presenti in Italia non sono sufficienti e ieri Cingolani, parlando da Bari a SkyTg24, ha annunciato che a breve Snam chiuderà un contratto per rendere operativa «nel primo semestre del 2023» la prima nave per rigassificare. «Si può ormeggiare - ha aggiunto il ministro - in mare dove c'è un tubo del gas, e ce ne sono diversi in Italia, potrebbe essere Taranto, Piombino, l'alto Adriatico, Brindisi.

 

ITALIA E IL GAS - I FORNITORI

Non mancano i punti di innesco». Il tempo è poco e la strategia è di emergenza: «In questo momento di fretta si compra e si affitta una nave per 300-400 milioni che fa 5 miliardi di metri cubi all'anno di gas e sappiamo che quando la transizione sarà andata avanti questa nave si potrà mandar via». Ma l'Italia è un Paese di forti resistenze locali, indifferenti anche alle conseguenze di una guerra nel cuore dell'Europa. Cingolani ha già le prime proteste politiche con cui doversi confrontare. È bastato che citasse i nomi di alcune delle città candidate a ospitare il rigassificatore per scatenare l'opposizione di una di loro. Il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, centrodestra, minaccia il no se prima non ci saranno garanzie sul porto, sulle acciaierie e sulle bonifiche. È sostenuto dalla Lega e chiede al governo «un atto scritto chiaro e incontrovertibile».

clara ovest piattaforma sul mare adriatico

Ultimi Dagoreport

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”