renzi orlando

IL DUCETTO “CAVALCA” IL “PASTICCIO CANTONE” E SCATENA I SUOI “BRAVI” CONTRO ORLANDO, SFIDANTE ALLE PRIMARIE PD, ANCHE PER COPRIRE L’”ERRORE IN VIGILANDO” DELLA BOSCHI – CIAONE CARBONE: “IL GUARDASIGILLI FA DICHIARAZIONI LUNARI. DICA DI QUALE GOVERNO E’ MINISTRO”

 

DAGONOTA

 

CANTONE RENZICANTONE RENZI

Quel paraguru del Ducetto. Capito che il “pasticcio Cantone” è frutto di un “errore in vigilando” della “sua” Boschi (non si è resa conto di quel che stavano combinando i mandarini nel pre-consiglio), cerca subito di sfruttare l’occasione in chiave di Primarie Pd.

 

Così dà ordine ai suoi “Bravi” di attaccare a testa bassa Andrea Orlando, suo vero sfidante ai gazebo del 30 aprile. Le modifiche apportate al decreto legislativo sul Codice degli appalti sono state introdotte dagli uomini del suo ministero presenti al pre-consiglio dei ministri. Che, guarda caso, sono magistrati: proprio quel pezzo di “casta” che avrebbe visto ridotto (e molto) lo spazio d’azione con la norma voluta da Mandrake Cantone.

ANDREA ORLANDO  ANDREA ORLANDO

 

Il Guardasigilli ha capito subito che gli uomini del suo staff si erano mossi senza avere alcuna indicazione politica, ma solo per interesse di casta, così è stato proprio lui il primo a segnalare l’operazione. Ma a Matteo poco importa. E scatena i suoi contro lo sfidante alle primarie…

 

 

 

 

 

IRRITAZIONE DEL COLLE, RENZI METTE ORLANDO NEL MIRINO

 

Sara Menafra per il Messaggero

 

andrea orlando  maria elena boschiandrea orlando maria elena boschi

Ora soprattutto i renziani (e, pare, Renzi stesso) guardano con sospetto al ministro Andrea Orlando. Ma nella storia di quello che, al di là del merito tecnico, appare soprattutto uno sgarbo politico all' ex premier, i protagonisti sembrano essere altrove. E un certo nervosismo arriva pure dal Colle più alto.

 

IL RUOLO DI BOSCHI

Nel preconsiglio della scorsa settimana che ha approvato la cancellazione dei super poteri inizialmente assegnati a Raffaele Cantone, sono stati, infatti, i tecnici del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi a sollevare per primi la questione del comma 2 dell' articolo 211 e dei problemi evidenziati dal Consiglio di Stato (che però non avevano parlato di cancellazione).

andrea orlando maria elena boschiandrea orlando maria elena boschi

 

«Una strada possibile per modificare il testo è, ad esempio, seguire la falsariga della norma adottata per l' Antitrust, che agisce davanti al giudice. Cancellare è troppo», spiega Francesco Caringella, giudice di palazzo Spada e autore con lo stesso Cantone del libro «La corruzione spuzza».

 

CANTONECANTONE

Lì per lì i tecnici sembrano essere tutti d' accordo e la questione viene trattata nel corso del Consiglio dei ministri ma senza scontri violenti sul merito della decisione. Un po' tutti, par di capire, hanno sottovalutato le conseguenze politiche della scelta.

MATTARELLAMATTARELLA

 

IL COLLE

E proprio qui, e forse proprio per questa scelta troppo tecnica, ci sarebbe stato il secondo incidente, questa volta verso il Quirinale. Al Colle è stato ovviamente mandato il testo giusto, ma senza segnalare l' importante modifica nei confronti di Anac. Dunque, pare che lo stesso presidente Mattarella si sia sentito tratto in errore, per una firma data «in buona fede».

 

ernesto carbone cantaernesto carbone canta

E' però Andrea Orlando a finire nel mirino della polemica politica, sebbene proprio lui ieri pomeriggio abbia dato il primo colpo di freno parlando della «necessità di valutare le conseguenze della decisione presa». Chi ha seguito la riunione che ha dato l' ok al testo ricorda bene che il Guardasigilli al momento del voto neppure era presente a palazzo Chigi. «Il ministro Orlando fa dichiarazioni lunari - dice l' ultrarenziano Ernesto Carbone - Ci faccia sapere di che governo è ministro».

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")