giuseppe conte piovono soldi euro

DURA MINGARDI, DURA SÌ! - IL DIRETTORE GENERALE DELL'ISTITUTO BRUNO LEONI, LIBERISTA E ''PERSONA NON GRATA'' SULLE PAGINE DELLA ''STAMPA'' DOPO L'ARRIVO DI GIANNINI, TROVA SPAZIO SULL'INSERTO ECONOMICO DEL ''CORRIERE'': ''PIÙ CHE GLI STATI GENERALI, AL CENTRO DELLA SCENA C'È SEMPRE IL GENERALE STATO. MA CI HA PROTETTO DALLA PANDEMIA? MENTRE NON È MANCATO IL CIBO SUGLI SCAFFALI (LIBERO MERCATO), QUANDO IL GOVERNO DOVEVA TROVARE MASCHERINE E RESPIRATORI…''

 

ALBERTO MINGARDI ''CENSURATO EX POST'' DA MASSIMO GIANNINI

https://m.dagospia.com/giannini-mette-in-chiaro-come-sara-la-sua-stampa-disconoscendo-l-articolo-di-alberto-mingardi-235638

 

 

Alberto Mingardi per ''L'Economia - Corriere della Sera''

 

mingardi

Più che gli Stati generali, al centro della scena c'è sempre il Generale Stato. L'Italia del governo giallorosso sembra considerare il Covid la sua piccola guerra. Il presidente del Consiglio si è paragonato a Winston Churchill, ma dell'esperienza bellica la sua squadra è determinata ad apprendere la lezione che ne trasse Clement Attlee. I laburisti inglesi erano convinti che come lo Stato aveva gestito la produzione sotto le bombe, così avrebbe potuto organizzare l'attività economica in tempo di pace. L'Italia del 2020 non è l'Inghilterra del 1945.

 

Una spesa pubblica all'incirca di metà del Pil segnava l'eccezionalità della guerra, in Italia è invece da tempo la normalità. Due sono le questioni oggi: se serva «più Stato» per fronteggiare rischi simili a quello che abbiamo attraversato, e se serva più Stato per tornare a livelli di benessere paragonabili a quelli di prima della pandemia. La risposta al Covid19 è stata diversa, da Paese a Paese. Viste le immagini terribili di Wuhan, noi tutti abbiamo più o meno esplicitamente pensato che una situazione così complessa fosse meglio gestibile da uno Stato «forte». Ci vorrà del tempo per avere analisi affidabili circa l'andamento della mortalità in diversi Paesi.

 

giuseppe conte roberto gualtieri 8

Sappiamo che in Italia la letalità è stata elevata, sia rispetto ai casi riscontrati sia rispetto alla popolazione in generale (56,76 morti ogni 100 mila abitanti). Su valori simili troviamo la Francia, la Spagna e il Regno Unito: in Francia la spesa pubblica rispetto al Pil è più elevata che da noi, in Inghilterra più contenuta, ma sono Paesi comparabili, anche per organizzazione della spesa sanitaria. Nessuno di essi ha uno «Stato leggero»: come non lo ha la Germania, che pure ha avuto solo 10 morti ogni 100 mila abitanti.

 

Fra gli Stati che hanno reagito meglio alla minaccia del virus ci sono le democrazie orientali di Corea del Sud (0,54 morti/100 mila abitanti) e Taiwan (0,03), dove la spesa pubblica è rispettivamente il 30 e il 20% del Pil (con un prodotto pro capite molto vicino a quello italiano). Per ora, sembrerebbe che una forte presenza dello Stato nell'economia non sia un anticorpo di per sé efficace. La differenza la fa allora una sanità pubblica e nazionale?

cena premio bruno leoni debenedetti mingardi baciamano

 

A Taiwan la spesa sanitaria è il 6% del Pil e, per quanto Formosa abbia un sistema a pagatore unico, esso è composto da un mosaico di ospedali privati e medici che operano come liberi professionisti. In Inghilterra la sanità pesa per il 10% del Pil e il sistema è il prototipo del servizio sanitario nazionale, pubblico e con un'unica cabina di regia. In Germania (dove si spende per la sanità l'11% del Pil) solo il 28% degli ospedali è di proprietà dello Stato: gli altri sono erogatori di diritto privato, for profit e non profit. L'equilibrio fra Stato e mercato è forse la questione politica per eccellenza ma non può spiegare tutto.

 

La diversità nella risposta al Covid-19 è probabilmente dovuta ad altri fattori: l'esperienza con epidemie precedenti (come Sars e Mers nei Paesi asiatici), la diversa intensità dei primi focolai, la capacità di mobilitare risorse, pubbliche e private, per avviare un capillare sistema di test. Se Andrea Crisanti ha spiegato di avere cominciato a fare test con reagenti comprati coi suoi modesti fondi di ricerca dell'Imperial College, forse non sono ingenti risorse a fare la differenza. Attenzione. Se utilizzeremo il prestito del Mes per intervenire nel nostro Ssn, bisognerà pur mettere un complemento di fine al verbo «spendere».

 

taiwan

Guardarsi intorno è utile per definire le priorità. Soprattutto perché la prima lezione economica dei lockdown è che non ce ne possiamo permettere degli altri. Il governo sembra pensare che dalla crisi, provocata dalla chiusura dell'economia, usciremo solo se il Generale Stato disegna un efficace piano d'azione. Se uno Stato «massimo» non è necessariamente un buona assicurazione contro il rischio epidemico, non è detto che non sia l'unico modo per evitare la depressione. Però anche in questo caso è lecito avere qualche dubbio. Le stime di crescita per l'anno in corso sono così ballerine che non è chiara la correlazione fra l'entità dello sforzo di stimolo e la riduzione nella caduta del Pil.

 

Anche in questo caso, i quattrini non sono l'unico fattore in gioco: se davvero andiamo verso una «nuova normalità» post Covid, conterà quanto si riesce a favorire una grande riallocazione di risorse, e questo lo determinerà in buona misura il grado di flessibilità del mercato del lavoro. Di certo sappiamo che anche nelle settimane più problematiche non sono mai mancati sugli scaffali del supermercato i nostri cereali e le nostre scatolette di tonno preferiti.

Merkel, Macron Ursula

 

Sappiamo che ciò è avvenuto nonostante tutte le filiere dell'alimentare fossero sotto pressione, ovunque in mezzo mondo. Questa cosa misteriosa che chiamiamo «libero mercato» in qualche modo ha fatto il suo dovere. Negli stessi giorni, il Generale Stato si occupava dell'acquisto di reagenti, tamponi e mascherine. Ciascuno può giudicare con quanta efficacia.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO