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E’ TRUMP O IL “GRINCH”? “POVERO ME, SONO SOLO”, IL PRESIDENTE USA BLOCCATO ALLA CASA BIANCA DALLO STALLO SUL BILANCIO SI SFOGA SU TWITTER E ATTACCA TUTTI, DALLA FED (“È COME UN GOLFISTA FORTISSIMO CHE NON RIESCE A DIMOSTRARE LA SUA FORZA PERCHÉ GLI MANCA IL TOCCO”) AL GENERALE MATTIS – E AL BAMBINO DI 7 ANNI DICE: “MA CREDI ANCORA A BABBO NATALE?” - VIDEO

 

 

Michele Farina per corriere.it

 

 

 

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«Sono tutto solo (povero me) alla Casa Bianca»: Donald Trump si lamenta di questo Natale che lo vede bloccato a Washington anziché rilassato al calduccio nel Sud. Lo shutdown governativo gli ha impedito di partire per le sudate vacanze nel suo buen retiro in Florida, e per questo il presidente incolpa i Democratici in Parlamento che non gli hanno fatto passare la legge di bilancio per via della diatriba sul Muro con il Messico. «Sono qui alla Casa Bianca e aspetto che i Democratici tornino e accettino finalmente l’accordo» denuncia The Donald. Lo possiamo immaginare circondato dalla sue lattine di Coca Zero, con lo smartphone bollente. L’attesa e la frustrazione del Natale in bianco lo rende ancora più comunicativo (e devastante) del solito.

 

 

 

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Ha i polpastrelli caldi, il presidente, e usa Twitter come nei normali giorni di lavoro. Forse di più. Anche oggi gli indici asiatici hanno aperto le contrattazioni al ribasso, l’Orso della Borsa americana fa paura a tutto il mondo, il ministro del Tesoro Steven Mnuchin (l’ultimo ministro big che non abbia ancora perso o lasciato il suo posto) cerca di calmare i mercati assicurando che il capo della Federal Reserve Jerome H. Powell non sarà cacciato. E il presidente slo soletto sotto l’albero di Natale che fa? Spara a zero: «L’unico problema dell’economia americana è la Fed». Si vede che al presidente brucia di non essere nella tenuta a Mar-A-Lago a giocare a golf. Perché usa proprio una metafora del suo sport preferito per dare degli incompetenti agli indipendenti banchieri centrali: «La Fed è come un golfista fortissimo che non riesce a dimostrare la sua forza perché gli manca il tocco, non sa puttare».

 

 

Dall’economia alla politica estera, «il forzato» della Casa Bianca «putta» su tutti. Un paio di Twit contro il generale Mattis, che i media hanno dipinto come l’«unico adulto» dell’amministrazione e che ha avuto l’ardire di andarsene prima di essere licenziato dal presidente criticando i maltrattamenti a cui Trump sottopone i Paesi alleati: «Molti dei nostri alleati sfruttano l’amicizia con gli Stati Uniti, sia sul fronte commerciale che su quello della Difesa. Il generale Mattis non lo vedeva come un problema, io invece SI’. E lo sto risolvendo».

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«L’America è di nuovo rispettata», ruggisce il presidente nelle stanze semideserte della Casa Bianca. Melania la immaginiamo accanto al figlio Barron, mentre The Donald è un leone in gabbia in questo Natale solitario. Una legnata anche a Brett McGurk, l’inviato speciale per la coalizione contro l’Isis che alza i tacchi sulle orme di Mattis: «A chi lo rimpiange ricordo che è lo stesso tizio nominato da Obama che ha fatto caricare 1,8 miliardi di dollari su un aereo da mandare in Iran come premio per quel terrificante accordo sul nucleare che adesso abbiamo cancellato».

 

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Ce n’è per tutti. Pure per Santa Klaus. Alla vigilia il presidente ha parlato al telefono con i bambini americani durante il programma «Norad Tracks Santa», diventato una tradizione natalizia dopo che un bambino erroneamente telefonò al precursore del Comando di difesa aerospaziale nordamericano nel 1955 chiedendo di parlare con Babbo Natale. Il programma non è stato toccato dallo shutdown delle agenzie federali dovuto al mancato accordo sul bilancio: è gestito da volontari alla base dell’aeronautica militare di Peterson, in Colorado, utilizzando fondi pre-approvati.

 

Ecco dunque il presidente prigioniero alla Casa Bianca affiancato dalla paziente Melania mentre parla al piccolo Coleman, un trepidante bambino di 7 anni che lunedì voleva sapere a che punto fosse Babbo Natale con la slitta dei regali. Trump ribatte con una domanda «fattuale»: «Ma credi ancora a Babbo Natale?», parle che lasciano intendere che non sia più il caso di farlo. Il bambino risponde affermativamente. E The Donald chiude il discorso: «Perché a 7 anni, credere a Sant Klaus è una cosa marginale, giusto?». Sbagliato. La telefonata termina con una risata del presidente che dice al piccolo «divertiti». Come no. Il giocoliere delle fake news ha appena affondato l’unica notizia falsa che meriterebbe ancora di essere creduta».

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