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“E’ UN’ARMATA BRANCALEONE" - NEI VERBALI DELL’INCHIESTA SUL COVID EMERGE LA CAOTICA GESTIONE DELLA PANDEMIA E LO SCARICABARILE TRA CONTE, SPERANZA E FONTANA SULLA PROPOSTA DI ISTITUIRE UNA ZONA ROSSA IN VAL SERIANA -

L'INADEGUATEZZA DEI BUROCRATI (LA SOTTOSEGRETARIA ZAMPA LI DEFINISCE "TRAGICOMICI"), GLI SCAZZI TRA POLITICI E ESPERTI (“COSI’ ANDIAMO A SBATTERE”, SI LAMENTA SPERANZA) E LE TENSIONI TRA REGIONI

Estratto dell’articolo di Sandro De Riccardis, Rosario Di Raimondo per repubblica.it

 

 

conte speranza

"Un'armata Brancaleone!", si sfoga una dirigente della Regione Lombardia. Sono le quattro del pomeriggio del 29 gennaio 2020, ha appena ricevuto alcune linee guida dal ministero della Salute. Il giudizio sembra un po' pesante. Ma da queste poche parole, agli atti dell'inchiesta della procura di Bergamo sul Covid, si comprende il clima che si respira prima, durante e dopo la più grande emergenza sanitaria del Paese tra chi doveva prevenirla, gestirla, governarla.

 

 

La zona rossa nel Bergamasco in ginocchio per i contagi: chi doveva decidere? Per Andrea Crisanti, consulente dei pm, non venne istituita perché i costi sociali, economici e politici "hanno prevalso sull'esigenza di proteggere operatori del sistema sanitario e cittadini". Davanti ai pm inizia il rimpallo. Conte dice che la bozza per la zona rossa non l'ha avuta: "Il documento firmato non è mai stato nelle mie mani". E nemmeno il governatore della Lombardia Fontana gli avrebbe chiesto di decretarla.

 

ROBERTO SPERANZA GIUSEPPE CONTE AL CONVEGNO DI AREA DEM A CORTONA

"Ne parlai con Conte", ribatte invece l'ex ministro Speranza. "La nostra proposta è stata quella di istituire la zona rossa", le parole di Fontana. Tutti contro tutti. Tra quelli che sembrano avere le idee chiare da subito c'è Giorgio Parisi, allora presidente dell'Accademia dei Lincei, un anno dopo premio Nobel. "Ho letto che hai detto: "Stiamo valutando l'opportunità di estendere la zona rossa" - scrive in una mail al presidente dell'Iss Silvio Brusaferro - . Sono assolutamente d'accordo. Ti mando una piccola nota". Giovanni Rezza, dal ministero, risponde che gli sembrano "considerazioni occhiometriche, resta però la necessità di allargare la zona rossa".

 

 

 

GIULIO GALLERA ATTILIO FONTANA BY CARLI

Quando gli indagati nell'inchiesta di Bergamo dicevano: "Nel governo è guerra mondiale"

Nei giorni dell'emergenza non c'è un buon clima al ministero. La Finanza annota come persino Sandra Zampa, all'epoca sottosegretaria alla Salute, dica: "Questi giorni drammatici ci hanno mostrato l'inadeguatezza enorme dei nostri burocrati. Alcuni dei nostri al ministero sono tragicomici".

 

(…)

 

Nelle chat agli atti degli inchiesta Speranza diceva "andiamo a sbattere"

Attilio Fontana e Giulio Gallera mejo di Bob Behnken e Doug Hurley di Space x by lughino

Nel marzo 2020 c'è un altro tema scottante: la chiusura delle scuole. "Il Cts è critico", scrive Brusaferro a Speranza. Risposta secca: "Così ci mandate a sbattere. Non abbiamo tempo. Paese col fiato sospeso. Non si può dare segnale incertezza altrimenti si perde ogni credibilità". Il 4 marzo la funzionaria dell'Oms Benedetta Allegranzi scrive a Brusaferro di avere "notizie da colleghi in Lombardia su centinaia di operatori esposti. Bisogna concentrarci urgentemente su di loro se no si continua ad alimentare l'epidemia e diventerà uno scandalo".

 

 

fontana gallera cajazzo

Per la Finanza, già dal 29 febbraio si è davanti a una "cruda e grave realtà". Da quel momento il Cts avrebbe dovuto proporre, e il ministero adottare, "provvedimenti restrittivi ben più incisivi". Intanto arrivano le richieste d'aiuto. Dall'Abruzzo chiedono ventilatori: "Abbiamo urgenza di assistere malati da intubare". "Rissa con Conte per le mascherine. Perché il governo non ha fatto niente", le parole in chat di Luigi Cajazzo, direttore della sanità lombarda. Il 5 giugno arriva un messaggio a Speranza. Una persona gli racconta il "gioco dell'oca" che sta affrontando e che riguarda i termometri. Un'odissea fatta di "parla con questo e scrivi a quello". I giorni passano "e i depositi doganali scoppiano di termometri che nei negozi scarseggiano. Se non ci fosse un'emergenza, sarebbe da ridere". Nemmeno gli allealti aiutano. "Brescia sta scoppiando - scrive Luigi Cajazzo - . Abbiamo chiesto aiuto al Veneto. Il presidente ha chiamato Zaia, ma ci ha detto di no".

silvio brusaferro foto di bacco

 

giuseppe conte roberto speranzagiuseppe conte roberto speranza

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